Le associazioni LGBTI contro Porta a Porta: "I Vertici Rai e la Commissione di Vigilanza prendano provvedimenti."

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Le associazioni Agedo, Anddos, Arcigay, ArciLesbica, Azione gay e lesbica, Coordinamento Torino Pride, Equality Italia, Esedomani Terni, Gaynet, Famiglie Arcobaleno, I Mondi Diversi, Polis Aperta si sono unite per manifestare la propria indignazione per quanto avvenuto durante la puntata andata in onda ieri di Porta a Porta, la trasmissione condotta da Bruno Vespa, chiedendo l'intervento dei Vertici dell'Azienda e della Commissione di Vigilanza.

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"Ancora una volta la collettività lgbti italiana è stata offesa senza la possibilità di poter replicare alle affermazioni contenute in un programma Rai." - Riporta la nota diffusa poco più di un'ora fa dalle associazioni.-  "E’ avvenuto che ieri sera Porta a Porta, Vespa ha aperto la puntata con una schermata raffigurante monsignor Charamsa e il papa Francesco con la scritta cubitale: 'Lobby gay all’attacco di Francesco'. In studio il direttore di Avvenire e un notista politico del Corriere, quindi, nessuna possibilità di replicare a una tesi, che tra l’altro durante la trasmissione non è stata assolutamente spiegata, né sostenuta. Non contento il giornalista Bruno Vespa a commento dell’immagine ha chiosato: “i gay seri sono preoccupati per quello che è successo". Siamo stufe e stufi che le nostre vite siano strumentalizzate, siamo indignate e indignati che da persone oggettivamente discriminate, senza alcun diritto civile e sociale riconosciuto, si voglia farci passare come potenti complottisti rispetto a vicende che non hanno nulla a che fare con la nostra storia politica e culturale.
Chiediamo"  - continua il comunicato - al presidente della Commissione di Vigilanza Rai un incontro urgente e di intervenire, per ristabilire i doveri cui è sottoposta la Rai, Servizio Pubblico e, non strumento in mano a pochi potenti opinionisti che imbandiscono trasmissioni non compatibili con la pluralità. Rammentiamo al Parlamento che il Canone Rai lo pagano anche le persone e le famiglie lgbti, che sono però trattate, quando va bene, come contribuenti fantasmi.
Chiediamo, inoltre, alla presidente della Rai Monica Maggioni e al direttore generale Antonio Campo Dall’Orto di sanzionare le gravi censure cui la comunità lgbti è sottoposta da decenni dalla Rai, che nei suoi telegiornali e trasmissioni, non da quasi mai conto delle nostre opinioni, evidenziando sempre quelle dei politici ed esponenti religiosi in genere contrari ai diritti umani e civili delle persone lgbti."
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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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Proprio ieri su Il mio mondo espanso si parlava se la tv italiana riuscisse o meno a rappresentare la comunità LGBT, e quanto accaduto su uno dei programmi d'informazione di punta della nostra televisione è la dimostrazione che la conclusione a cui si era giunti non era del tutto sbagliata. 
Ora non resta che aspettare per vedere se la richiesta avanzata dalle associazioni LGBTI verrà accolta, oppure, come nelle volte passate, verrà ignorata.