L'Atac di Roma riconosce il congedo matrimoniale a un suo dipendente. L'intervista a Fabio Motti e a Leonardo Pace

Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Dopo la pausa forzata che sono stato costretto ad attuare, torna Il mio mondo espanso e sono contento di farlo assieme a un amico del blog e il suo compagno. Parlo di Leonardo Pace, vicepresidente de I mondi diversi No profit, e Fabio Motti che ci parleranno della decisione di iscriversi, il prossimo maggio, al Registro delle Unioni Civili di Roma, ma anche della loro storia d’amore. 
Il motivo per cui ho voluto intervistarli è stato dato anche dalla decisione dell’Atac, azienda municipalizzata del trasporto pubblico di Roma, di concedere a Fabio, in quanto dipendente 15 giorni di congedo matrimoniale. Una notizia importante perché dimostra, ancora una volta, quanto la società è avanti rispetto alla politica che, invece, tende a reprimere ogni forma di famiglia diversa da quella definita tradizionale.

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Lo scorso 28 marzo la Repubblica ha parlato della decisione dell’Atac di concedere a te, Fabio, 15 giorni di congedo matrimoniale  per l’iscrizione dell’unione con Leonardo nel Registro delle Unioni Civili di Roma Capitale. Cosa ha significato per voi questo gesto?
Nella foto da sinistra: Leonardo Pace e Fabio Motti
L'aspetto importante è che l'azienda abbia riconosciuto la necessità di superare la discriminazione per cui le coppie formate da persone dello stesso sesso non godono degli stessi diritti delle altre a causa dell'assenza di una legge nazionale. Per quanto mi riguarda ovviamente non si tratta semplicemente di ottenere un periodo di ferie. La battaglia che stiamo conducendo serve appunto a rivendicare la pari dignità di tutte le persone e di tutte le coppie. Ci sono ancora alcuni nodi tecnici da risolvere, proprio perché il Parlamento non ha ancora provveduto ad approvare una legge, ma stiamo lavorando anche come associazione "I Mondi Diversi" per scioglierli e perché il nostro caso serva a cambiare le cose per tutte e tutti nell'azienda in cui lavoro e nelle altre che ne seguiranno l'esempio.

Leonardo, state assieme da 9 anni e adesso, dopo l’istituzione dei registri delle unioni civili nella capitale, avrete modo di “legalizzare” il vostro amore. Cosa vi ha spinto a farlo?
Bisogna essere molto chiari. Il Registro delle Unioni Civili istituito a Roma è molto importante, un passo storico, e riconosce nell'ambito locale alcuni diritti alle coppie sia omosessuali sia eterosessuali non sposate. È il massimo che un Comune potesse realizzare, ma non deve essere confuso in alcun modo con il matrimonio egualitario né rappresenta una vera equiparazione della nostra unione a quella delle persone sposate. Non potremo mai dirci soddisfatti finché non verrà raggiunta la piena parità a livello nazionale. Detto questo, la scelta di Roma rappresenta un'ulteriore spinta per il Parlamento ed è importante che i politici si rendano conto di quante persone soffrono per l'ordinamento discriminatorio di questo paese. Anche per questo non abbiamo avuto dubbi a scegliere di iscriverci al Registro. È una scelta simbolicamente importante per il nostro amore, ma soprattutto è un modo per dire che ci siamo e che non ci fermeremo finché i nostri diritti non saranno riconosciuti e rispettati.

Dal punto di vista giuridico, cosa vi è stato riconosciuto?
Il Registro delle Unioni Civili di Roma equipara le coppie iscritte a quelle sposate per quanto riguarda l'accesso ai servizi e alle agevolazioni anche fiscali di competenza strettamente comunale.

E nella vostra vita di tutti i giorni che cosa cambierà? Vi andrebbe di raccontarci una vostra giornata tipo per dimostrare che nella vita di una coppia gay non c’è nulla di anormale?
Nulla è cambiato, viviamo insieme ormai da 9 anni condividendo gioie e dolori, alti e bassi come qualsiasi altra coppia. Non so che cosa significhi esattamente parlare di normalità o anormalità, credo che ogni persona sia unica e unici siano i rapporti di coppia. Tutte e tutti certo affrontiamo ogni giorno le problematiche della vita quotidiana e quelle sono davvero le stesse per qualsiasi coppia. Anche per questo tutte le coppie dovrebbe essere messe nelle condizioni di esercitare gli stessi diritti, ma dire che la parità e il rispetto debbano passare per una valutazione di quanto siamo "normali" sarebbe un messaggio fuorviante. Ogni persona va rispettata nella sua irripetibile specificità.

A proposito della vita di tutti i giorni, come è nata la vostra relazione e che ricordi avete del vostro primo incontro?
Nel modo più banale che si possa immaginare. Ci siamo conosciuti in un locale, abbiamo iniziato a frequentarci e dopo poco abbiamo capito che volevamo condividere molto di più e costruire insieme un vero progetto di vita. Ci battiamo per essere tutelati nel nostro diritto di costruirlo alla pari con chiunque altro.

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Tornando alla vostra unione civile, come state vivendo l'attesa? Che emozioni provate?
Noi ci siamo già iscritti al registro del Municipio IX. Fu un momento molto speciale perché ricevemmo dimostrazioni di affetto e stima da tante persone, tra cui il Presidente del Municipio e la Consigliera prima sostenitrice dell'istituzione del Registro. Ci fu una sorta di "cerimonia" nell'aula consiliare e fu molto emozionante. L'iscrizione al registro comunale che avverrà in maggio rappresenta un ulteriore passo verso quello a cui davvero aspiriamo, il matrimonio egualitario.

E nei quindici giorni di permesso concessi a Fabio dall’ATAC, che cosa farete?
Come dicevamo ci sono ancora alcuni nodi tecnici da sciogliere. Come abbiamo già dichiarato, il nostro desiderio sarebbe andare a visitare i campi di Auschwitz-Birkenau, un viaggio della memoria in omaggio alle tante persone omosessuali imprigionate e uccise dal regime nazista e a tutte quelle che ancora oggi vengono perseguitate solo per il loro amore.

Passiamo un attimo a parlare della situazione dei diritti civili per le persone omosessuali: credete che le azioni dei vari comuni che hanno riconosciuto i registri possano smuovere le azioni parlamentari oppure credete che l’ostilità di Alfano e co. possano bloccare tutto se non addirittura far cancellare le decisioni prese dai sindaci?
Crediamo che a molti parlamentari sia ormai chiara l'urgenza di occuparsi seriamente dei diritti civili, non solo quelli delle persone omosessuali. L'Italia è in ritardo di almeno 15 anni rispetto ai principali altri paesi dell'Europa occidentale, il che è assolutamente intollerabile. Purtroppo, alcune realtà politiche alzano assurdi ostacoli ideologici al raggiungimento della piena parità e nella complicata situazione politica e istuzionale italiana questo rende tutto più difficile. Anche il DDL Cirinnà che dovrebbe a breve approdare alla discussione in aula è un compromesso insufficiente, ma è importante se lo consideriamo il primo passo di un percorso che anche l'Italia deve compiere per restituire giustizia a milioni di persone e colmare il divario con gli altri paesi.

Per concludere, perché secondo voi le coppie gay che ne hanno la possibilità dovrebbero seguire il vostro esempio?

Perché la visibilità è fondamentale. Se non affermiamo la nostra esistenza, se non testimoniamo l'effettiva realtà delle nostre vite e delle nostre relazioni sarà difficile ottenere il rispetto e il riconoscimento che ci spettano. Veniamo da secoli di soppressione sociale e culturale delle persone omosessuali ed è arrivato il momento di superare i pregiudizi e le discriminazioni e non accettare più di essere relegati all'invisibilità.