"Non ho progetti, a parte quello di trovare la mia felicità."- Maicol Berti si racconta a Il mio mondo espanso. E sul trono gay dice...

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Nel 2010 Maicol Berti è stato uno dei protagonisti della decima edizione del Grande Fratello,
diventandone subito protagonista e il vincitore morale dell’edizione.  Una volta uscito dalla casa più spiata d’Italia è stato ospite in diverse trasmissioni e ha partecipato ad altri programmi come Uman – Take del control.
Criticato da una parte della comunità LGBT che non si sentiva rappresentato da lui, ha sempre detto che tutto ciò che ha fatto lo ha fatto per se stesso e non per rappresentare qualcuno.
Da quel 2010 sono passati sei anni e i riflettori si sono riaccesi su di lui per una dichiarazione in merito alla partecipazione a Uomini e Donne come tronista del prossimo trono gay.
Il mio mondo espanso lo ha contattato per chiedergli se si tratta solo di una voce oppure c’è qualcosa in più di una semplice dichiarazione. Inoltre ne abbiamo approfittato per parlare con lui di tv, omosessualità e amore. Ecco cosa ci ha detto…
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D. Era il 2010 quando entravi nel Grande Fratello diventando, di fatto, il primo concorrente gay di sesso maschile nella storia del reality. Che ricordi hai di quella esperienza?
R. Del Grande Fratello, ho un ricordo meraviglioso. Io dico sempre che è stato il "viaggio" più bello della mia vita. Un'esperienza così unica e viscerale, difficilmente puoi dimenticarla.  Una persona un giorno mi disse: "puoi eliminare un concorrente dal GF, ma non il GF da un concorrente" ed aveva pienamente ragione!

D. La rifaresti?
R. Rifarei quell'esperienza altre 1000 volte se solo potessi. Sono onorato di aver partecipato all'edizione numero 10, una delle più seguite, delle più amate e più vissute con il cuore che con le strategie. 

D. In questi sei anni in cosa sei cambiato?
R. In questi anni sono cambiate molte cose; a partire dal mio aspetto estetico... Sono cresciuto (allora ero veramente un bambino), avevo dei capelli (che ora non ho più. Ride n.d.b.), non avevo questa barba folta a coprirmi metà del viso...ero più ingenuo, più sognatore e più puro. Ora sono diventato più cinico, più "impermeabile" e più duro, sia con me stesso che con gli altri.

D. Ti rivedi ancora in quel ragazzo?
R. Certo che mi rivedo in quel ragazzo, anche se a volte mi picchierei da solo.

D. Perché?
R. Perché  quella parte insicura, quella voglia di trovare la mia felicità, c'è ancora. In fondo sono sempre io, quelle emozioni VERE le ho vissute sulla mia pelle, se non ci fosse stato "quel Maicol" adesso non sarei così. 

D. Da quel 2010 pensi che la tv abbia cambiato il modo di trattare l’omosessualità, o ne parla ancora puntando sulla spettacolarizzazione?
R. Penso che dal 2010 a oggi, si siano fatti tanti passi avanti, ma se i primi siamo proprio noi a ghettizzarci e a pensare che l'omosessualità in TV sia spettacolarizzata, come potrebbero non pensarlo gli altri?

D. IvanCattaneo, qualche tempo, ha affermato che i vari personaggi gay che affollano la tv sono delle sorte di maschere utili a rassicurare l’etero a casa. Per l’esattezza ha detto: “L’etero vede l’omosessuale in maniera folcloristica. Ha bisogno di vedere un omosessuale che può dominare, non all’Aldo Busi, ma un omosessuale accomodante. Quello che io chiamo il 'frocio formato famiglia'.” Cosa ti senti di rispondere a queste parole?
R. È un'opinione del sig. Cattaneo. Però, per quanti anni, lui stesso, ha cavalcato l'onda del gay folcloristico? La TV non ha bisogno di persone false o costruite. Ecco tutto. Che sia folcloristico oppure dominante l'importante è che sia se stesso.

D. A proposito di gay e tv, in queste settimane Maria De Filippi ha annunciato che nella prossima edizione di Uomini e Donne inserirà un trono gay. Intervistato da Gay.it hai detto che, in caso, un pensiero ce lo faresti. La possiamo definire un’auto-canditatura come hanno scritto i giornali e i blog, o era una semplice riflessione?
R. A proposito di questo benedetto trono... allora, per prima cosa, continuarlo a chiamare "trono gay" non mi piace. Mi piacerebbe che non ci fossero più distinzioni, chiunque si sedesse su quella benedetta sedia rossa; l'amore non ha sesso.  Seconda cosa, dopo le dichiarazioni della sig.ra De Filippi, un giornalista mi chiamò per chiedere il mio parere sulla notizia e nel caso si fosse fatto, se mi sarebbe piaciuto parteciparvi.  Ho detto che parteciperei solo se fossi sicuro di trovare dei "corteggiatori coraggiosi!" Da lì a dare per certo che sarò un tronista a settembre c'è ne passa... mi piacerebbe, per carità, però non ho ricevuto nessuna chiamata.

D. Perché ti piacerebbe partecipare?
R. Per trovare un uomo con la u maiuscola che avesse le palle di provare ad amare uno come me. Vorrei provare ad abbattere quel muro di paura che ho di innamorarmi, per l'ennesima volta, dell'uomo sbagliato, e poi perché, comunque, credo sia una bellissima esperienza.
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D. Un dating show, secondo te, può davvero aiutare a far trovare l’amore, oppure la gente ci partecipa solo per un resoconto personale?
R. Il fatto che sia un programma televisivo non preclude il fatto che si possa trovare l'amore vero. Se un'esperienza la fai con il cuore, di pancia, e ti fai trasportare dalle emozioni, anziché, solo, dal contesto mediatico che poi si potrebbe venire a creare,  allora l'amore forse lo potresti trovare.

D. Che tipo di tronista pensi che saresti?
R. Sarei un tronista sicuramente impulsivo, forse troppo, di cuore e che agisce di pancia. E forse, per l'ennesima volta, anche incapace di trattenere le mie emozioni. Sarei Maicol.

D. Tornando al tuo percorso televisivo, dopo il Grande Fratello hai partecipato come ospite a diverse trasmissioni. Con quale conduttrice/conduttore ti sei sentito a più a tuo agio e perché?
R. Diciamo che tutti i conduttori (chi più,chi meno) hanno fatto sì che, una volta uscito dalla casa, mi potessi sentire a mio agio in un ambiente che, ovviamente, non era il mio. In primis Alessia Marcuzzi, così carina e dolce. Quando venne a conoscermi in albergo, prima di entrare nella casa, mi tranquillizzò sulle mille paure che avevo. Mi disse che non avrei dovuto preoccuparmi, che dovevo solo essere me stesso. 
Un altro molto gentile fu Paolo Bonolis, per la figuraccia che avevo fatto a "Ciao Darwin" nella prova di coraggio; durante la pubblicità chiesi umilmente scusa, lui mi guardò come un padre fa con un figlio, e mi rassicurò con belle parole.

D. Nel tuo curriculum c’è anche Uman – Take the control…
R. Nel mio curriculum ci sono più di un reality (ride, n.d.b.) e ogni esperienza mi ha lasciato qualcosa.  Uman, penso fosse un bel programma, innovativo, nuovo , fresco e divertente, però pensato male, nonostante nel dietro le quinte lavorassero grandissimi professionisti. Troppo veloce per gli telespettatori, che dovevano votare più televoti in pochi minuti nell'arco della giornata, e troppo duro per noi concorrenti.

D. Per finire, se non dovessi essere scelto per sedere sul trono, hai in mente di partecipare ad altri programmi tv, o ti dedicherai ad altro?
R. Beh, ormai, sono lontano dagli schermi già da un po’, non so se qualcuno mi ridarà la possibilità di rimettermi in "gioco". Non ho progetti, a parte quello di trovare la mia felicità, che non è detto sia per forza in TV.