Per cinque anni giovane vittima di omofobia a lavoro: «Credo che le persone che mi hanno fatto del male non siano consapevoli di aver sbagliato.»

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A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Per cinque anni un ragazzo di Perugia, che ai tempi dell’accaduto aveva 21 anni, ha subito ogni sorta di insulto omofobo dai colleghi con cui condivideva le giornate lavorative. Per cinque anni il ragazzo si è visto preso in giro con quei dispregiativi usati per i gay e con gesti della mano che con cui mimavano movenze femminili. Inoltre, dopo che scoppiò il caso Piero Marrazzo, che vide il giornalista e ex Presidente della Regione Lazio al centro delle cronache per e sue frequentazioni con donne transessuali, si è sentito chiamare Brenda.
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Dopo la conclusione delle indagini per stalking, aperte in seguito alla denuncia sporta dal protagonista, il ragazzo ha risposto a un’intervista a LaNanazione.it, ricordando quel periodo brutto della sua vita.

«Tutte le mattine – ha detto il protagonista della vicenda – sul posto di lavoro venivo deriso per il mio orientamento sessuale. C’era chi mimava movenze effeminate con il corpo, con la mano e con il bacino. E poi mi offendevano con i soliti dispregiativi che si usano purtroppo per gli omosessuali. Dopo il caso Marazzo mi chiava mano Brenda.»

Le uniche persone che hanno preso le difese del giovane sono state due colleghe, ma che non sono riuscite a porre fine a quegli sfottò:
«Solo uno però smise di prendermi in giro, tutti gli altri continuarono a farlo. – ha continuato il ragazzo – Il responsabile era loro complice. Questo è stato un altro motivo del mio silenzio, avevo paura delle ripercussioni. Uno dei miei superiori mi fece anche delle avance sessuali.»

L’ambiente ostile ha provocato nel giovane diversi problemi a livello psicologico e fisico, che hanno compromesso anche la sua attenzione nel lavoro, fino a causarne il licenziamento.
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Il ragazzo ancora adesso continua a stare male e confessa che se si dovesse andare a processo per lui non sarà facile da affrontare, dato che nessuno dei suoi ex colleghi si è mai scusato con lui, anzi:

«Dopo la denuncia c’è stato chi ha negato tutto, perfino le offese verbali. Qualcun altro ha anche iniziato a darmi del matto. Credo che le persone che mi hanno fatto del male non siano consapevoli di aver sbagliato. Non credo che ammetteranno mai nulla, piuttosto cercheranno di difendersi.»
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