L’Arcivescovo Aguer contro i gay che vogliono diventare sacerdoti: «Non ordino a chi non mi dice che gli piacciono le donne.»

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Si sa, chiesa e omosessualità non vanno a braccetto e ogni volta che sono accostate l'una all'altra è per via delle dichiarazioni di qualche sacerdote, di vario ordine e grado, rilasciate qua e là. Anche oggi, quindi, ci troviamo a darvi conto delle dure, e discutibili, parole rilasciate al programma No se puede viver sin amor (Non si può vivere senza amore) dall'Arcivescovo argentino, Héctor Aguer.

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Durante la trasmissione l’uomo di chiesa ha espresso la sua personale visione su diversi argomenti e fra questi non poteva ovviamente mancare l'omosessualità:
«Nessuno (nella chiesa, ndb) è amico o nemico dei gay.  - afferma Agues - C’è una dottrina della chiesa su questo argomento, che è rispettata tanto da Bergoglio quanto da me. E questa dottrina non è cambiata. È così e così resterà.»

La discussione si è poi sposata su chi può o non può diventare prete. Come ricorderete, poco tempo fa, è stato pubblicato  “Il Dono della vocazione presibiterale – Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis”, il documento della congregazione per il Clero che ha aggiornato le norme per accedere al seminario, impedirne l’ingresso alle persone omosessuali. 
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In merito a questo argomento Aguer ha detto: «ai ragazzi che vogliono entrare in seminario gli domando sempre se le piacciono le ragazze. Se mi rispondono di sì, gli dico ‘Ah, bene. Grazie a Dio’. Non ordino a chi mi dice che non gli piacciono le ragazze.»

Infine ha concluso ribadendo l’assurdità che l’omosessualità sia una malattia, oltre che un peccato mortale:
«Se il penitente confessa la sua omosessualità, crede che sia un peccato e si pente, è assorto; ma se non si redime, non può ricevere l’assoluzione.»

Fonte: Shangay
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