Perché la Marini viene giustificata e Russo e Vitagliano no?

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
In queste ore si sta parlando molto di quanto sta avvenendo nella casa del Grande Fratello VIP per via dell’atteggiamento di Clemente Russo e Costantino Vitagliano nei confronti di Bosco Cobos, l’attore spagnolo diventato noto in Italia per la sua presenza in studio durante la partecipazione dell’amico Jonas Berami a L’Isola dei famosi.
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Giustamente il web ne chiede l’espulsione dal reality. Certi comportamenti non possono essere né giustificati né perdonati. Eppure, la stessa rete, che chiede la testa del pugile e dell’ex tronista, non è così severa nei confronti di Valeria Marini.
A mio avviso il suo comportamento è discutibile al pari dei due compagni d’avventura, se non peggiore. Se ti vanti di essere un’icona gay, di amare quel pubblico che “è più sensibile e che ha una marcia in più”, non puoi usare, con il sorrisino sulle labbra, i toni offensivi pronunciati con tono derisorio dagli altri. Non puoi dire di avere tanti amici gay e poi essere la prima a chiamarli “ricchione”, “friariello” o dire “è femmina come me” senza pensare che “quella sensibilità gay”, di cui tanto parli, non venga ferita.
Eppure, dicevamo, sul web il suo comportamento della Marini non solo non viene condannato ma viene anche difeso, quasi giustificato, dal suo essere, almeno a suo dire, una “frociarola”. E così mi trovo a leggere commenti di questo tipo:

«Ma quante tragedie!! Dai stanno chiacchierando e scherzando, non vedo cattiveria. Russo è uno stronzo e vabbe’ ma la Marini si vede che lo adora dai.» Anonimo su Il mio mondo espanso 

«La Marini omofoba non ci crede nessuno» Gianni su Facebook
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Ora, lontano da me definire omofoba la Marini, ma non si può dire che il suo atteggiamento non sia discutibile, e quindi mi chiedo: «Perché a lei si perdonano le sue uscite e a Russo e Vitagliano no?» A questo punto o sono omofobi tutti o non lo è nessuno. O si pensa che tutti hanno fatto uno scivolone oppure si eviti di accanirsi con i due e sorvolare su chi ci manda “baci stellari”.
Purtroppo questa è una vecchia storia che si ripete ogni qualvolta che una cosiddetta icona gay si comporta come non dovrebbe. Ne “siamo” tanto ammaliati da non renderci conto che anche il suo modo di fare è discutibile e deprecabile. Mi sembra di rivivere la stessa situazione che si verificò quando scoppiarono il “caso Cuccarini” e il “caso Zanicchi”. La comunità gay, non tutta per fortuna, è scesa a difendere a spada tratta le due signore affermando che erano state fraintese, che si stava facendo una tragedia per nulla, per poi rendersi conto di aver puntato “sul cavallo sbagliato”. 
Si può mandare a fanculo la propria dignità per difendere un’icona, nominata così da non si sa bene chi? Ne vale davvero la pena? Io credo di no. Una canzone trash, un paio di paillettes e delle frasi come quelle citate poco prima non rendono una donna dello spettacolo un’icona. E, soprattutto, questo non può giustificare certi atteggiamenti o certe affermazioni.
Vi assicuro che è possibile ammirare qualcuno senza definirla un’icona gay, lo giuro. Non ce lo ordina nessuno di affibbiare questo titolo alla prima venuta solo perché “ci piace”.

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Pertanto, tornando al punto di partenza, se si condanna, giustamente, il comportamento di Russo e Vitagliano non possiamo non condannare quello della Marini. Se lo si fa, allora, tutto perde di senso e di credibilità. Già per un gay avere un minimo di autorevolezza in questo paese è difficile, ma se ci mettiamo anche noi, poi, non possiamo lamentarci di come vanno le cose. #cosìperdire
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