INTERVISTA: Lo youtuber Isterix si racconta: «Mi sono ritrovato a schernire un mio amico omosessuale per distogliere l'attenzione su di me»

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Ha aperto da poco un canale su Youtube per far sentire la sua voce contro l’omofobia. Lui si chiama Flavio, ma tutti lo conoscono come Isterix, ha 36 anni e con i suoi video affronta argomenti legati al mondo omosessuale per dimostrare che nell’essere gay non c’è nulla di male.
Con l'intervista che segue abbiamo avuto modo di conoscere un ragazzo maturo che non ha paura di ammettere gli sbagli compiuti quando ancora non accettava la sua omosessualità. Un percorso di crescita difficile ma che gli ha permesso di imparare dai propri errori, spingendolo a metterci la faccia al fine di aiutare quei ragazzi alle prese con le paure legate all'accettazione di se stessi.

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D. Cosa ti ha spinto a entrare sul web e affrontare le questioni gay?
R. È merito soprattutto della legge su le unioni civili: sentivo il bisogno di contribuire in qualche modo, di far sentire la mia voce, di controbattere alle cazzate che troppo spesso venivano dette.

D. Perché hai scelto Youtube?
R. Youtube è un mezzo comunicativo imponente. Volevo dare il mio contributo per far capire che essere gay non mi ha mai reso diverso da nessun’altra persona. Da quando ho creato il canale, ho sempre avuto la speranza di poter aiutare chi ancora non accetta la propria sessualità… Se con il tempo sarò riuscito a far capire a qualcuno (fosse anche una persona sola) che essere gay non è sbagliato, ne sarà valsa la pena.

D. C’è qualche youtuber che ti ha motivato a metterti in gioco?
R. Seguivo, e seguo tuttora, il mio youtuber preferito, issima91, e ho pensato che avesse avuto coraggio nell’essersi esposto così pubblicamente. Seguendo il suo esempio, ho voluto anch’io raccontare parte della mia esistenza. Forse, è stato l’unico gesto di vero coraggio in tutta la mia vita. (ride, ndb)
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D. E il nome Isterix da cosa nasce?
R. È colpa di un collega che a lavoro mi chiamava così a causa della mia isteria. (sorride, ndb)

D. In che senso?
R. Dai video non si percepisce ma sono una persona piuttosto ansiosa, incapace talvolta di affrontare razionalmente i problemi. Sono un isterico che strilla e urla. Se non strillo mi lascio sopraffare dal pianto. È la mia unica valvola di sfogo. Forse, sono un po’ bipolare. (ride, ndb)

D. Dato questo tuo carattere “isterico”, come hai vissuto l’adolescenza da ragazzo gay?
R. La mia è stata un adolescenza chiusa, in cui l’omosessualità era un demone da debellare. In quegli anni non s’immaginava, né si pensava, che si potesse arrivare alle unioni civili. Non si poneva neppure l’ipotesi. Sapevo di essere gay ma non lo volevo ammettere a me stesso. Continuavo a giustificare i miei comportamenti cercando di oscurare ogni mia possibile movenza. Mi iscrissi in palestra (senza risultati tra l’ altro) sperando di mettere su un po’ di massa muscolare, pensando, ingenuamente, di sembrare più “etero”.  Sono stato innamorato anche di una ragazza, con cui non c’è mai stato niente di fisico, che poi è diventata la mia migliore amica. In quello stesso periodo, tuttavia, provavo un’attrazione per un mio compagno di classe, segnale che la mia vera natura pretendeva di uscire fuori, anche se il processo di accettazione è avvenuto in tarda età.

D. C’è qualche episodio che ti ha segnato?
R. Sì, ma non è qualcosa capitato a me, ma di cui mi sono reso protagonista. Mi sono ritrovato nella condizione di schernire un mio amico omosessuale per distogliere l’attenzione su di me. Ancora adesso, a ripensarci, me ne vergogno.

D. Ora, come ti spieghi quel comportamento?
R. Probabilmente come una sorta di autodifesa. Non accettavo me stesso e ripudiavo con ogni forza la mia natura e agire in quel modo mi sembrava, appunto, un modo per distogliere l’attenzione su di me.
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D. Pensi che sia più facile accettare la propria omosessualità per i giovani di oggi?
R. Penso che facile non lo sia mai.  La società, purtroppo, è ancora troppo ottusa per vedere e capire che essere gay non è un peccato e che siamo persone come tutte le altre. Penso che adesso sia più semplice per via dei media (dai libri alle trasmissioni tv, ai film). Un tempo il messaggio che passava delle persone omosessuali era che fossero ricoperti di piume, quando in realtà il nostro mondo è molto più variopinto. Ci sono tantissime differenze tra una persona e l’altra, proprio come nel “mondo eterosessuale”.

D. Il web è da vedere come un aiuto?
R. Il web è uno strumento. Può essere usato per ottenere del bene ma anche per fare del male, dipende da come viene usato. Mi è capitato spesso di vedere video dove l’omosessualità veniva schernita pesantemente, dove si ricoprivano di insulti o dove si vomitavano assurdità spacciandole per verità, e ogni volta, nonostante i miei 36 anni, ammetto che riescono a turbarmi. Non penso che riuscirò mai ad abituarmi alla cattiveria delle persone.

D. Uno dei video che hai pubblicato vede protagonista anche tua madre. Quando hai capito che era arrivato il momento di aprirti con i tuoi genitori?
R. Quando ero arrivato a essere saturo delle bugie e delle mezze verità. Volevo iniziare a vivere la mia vita liberamente. Con mio padre, invece, volevo cercare quasi uno scontro,  ero convinto che avrebbe reagito malissimo. Speravo che mi buttasse fuori casa (lo spiego nel video i miei primi coming out), perché avevo un rapporto molto conflittuale con lui.

D. Perché?
R.  Probabilmente, il tutto nasceva dal fatto che non mi accettassi. Questo mi ha spinto, automaticamente, a pensare che anche lui non avrebbe accettato un figlio omosessuale. Oggi il rapporto con mio padre e mia madre è stupendo,molto più bello di quando vivevo nella menzogna.

D. Cosa ti spaventava fino a quel momento?
R. Mi spaventava il vedere mutare il rapporto con la mia famiglia. Inoltre, mi spaventava terribilmente anche la reazione di parenti e amici ma fortunatamente è andato tutto bene. (sorride, ndb)
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D. Tua madre Manila potrebbe essere vista come un esempio per quei genitori che non riescono ad accettare l’omosessualità dei figli. Visto che hai dedicato un video in cui parli digenitori che picchiano i figli quando fanno coming out, sbaglio nel pensare che il tuo scopo fosse questo?
R. Assolutamente no! Mia madre non è perfetta (come non lo è nessuno) però ha sempre mostrato un amore incondizionato per me e mia sorella. Mi è sempre stata vicina per tutta la mia adolescenza. Diciamo che mi ha trasmesso dei bellissimi valori. E se l’isterix di oggi è così, lo devo a lei.

D. Cosa speri di lasciare in chi guarda i tuoi video?
R. Spero di “destrutturare” la figura dell’immaginario collettivo per quanto riguarda le persone di diverso orientamento sessuale. Voglio far vedere che non è “tutta merda”, che ci sono coppie gay fedeli come in quelle eterosessuali, che una famiglia è famiglia a prescindere dal sesso. Che l’amore muove il mondo.

Sicuramente lascerò anche un senso di disgusto e disapprovazione in molte persone ma ho imparato che, molte volte, quella gente pensa o agisce in maniera sbagliata solo per una questione di ignoranza o perché non si è mai rapportata a una situazione che uscisse dagli schemi preimpostati di una società retrograda e fondamentalmente chiusa. Conto, comunque, di far cambiare anche a loro idea. Se non fosse così, pazienza.  Noi restiamo comunque una realtà che nessuno può negare. (sorride, ndb)