Adinolfi sul caso del sedicenne gay rifiutato dalla scuola: «La discriminazione va sempre stigmatizzata, ma non serve una nuova legge.»

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani

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«Credo che bisogna stare molto attenti e vedere bene cosa è successo. Qui sembra che ci fosse stato un precedente dal contenuto molto controverso. Insomma, bisogna capire bene. Come al solito sui media sono una sola campana. Io però faccio un appello ai responsabili scolastici affinché parlino e spieghino la loro versione.» risponde così il direttore de “La Croce” quando gli viene chiesto cosa ne pensa dell’episodio.
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Nel caso le indagini confermassero che si è trattato di un caso di discriminazione, Adinolfi non crede ci sia bisogno di dare vita a una legge contro l’omofobia che fermi certi:
«Se ‘è discriminazione va sempre stigmatizzata. Ma è un problema di cultura, non servono leggi o aggravanti strane, c’è già l’aggravante dei futili motivi che è prevista dal nostro codice.»

Quindi, secondo lui, non c’è bisogno di una legge contro l’omofobia, che vi ricordiamo è ferma al Senato da 3 anni e due giorni - era il 20 settembre2013 quando il ddl è arrivato alla  – perché:
«Si tratta di una proposta di legge ideologica, che mira solo a mettere il bavaglio a certe opinioni, e che non a caso è parcheggiata in Parlamento perché anche la maggioranza sa che è improponibile.»
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Sarà improponibile, ma lo è anche la violenza fisica e psicologia a cui migliaia di persone sono costrette a subire ogni giorno in ogni ambiente. Punire chi fa del male a qualcuno perché mal sopporta il suo essere gay non è un’ideologia, ma un valido motivo di permettere alle persone LGBT di non aver paura di andare a scuola, in un pub, in una piazza o in qualsiasi altro luogo. Troppo facile fare i froci con il culo degli altri, vero Mario?

Tuttavia, è arrivato il retro front da parte dell'istituto cattolico che ha deciso, o si è visto costretto a farlo per via del polverone nato sul web, di riammettere lo studente fra i suoi banchi, permettendogogli di frequentare il terzo anno. 
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