Coppia gay costretta a lasciare casa per le persecuzioni omofobe del condominio

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
A Torino una coppia gay è stata costretta a lasciare il proprio appartamento, comprato con molti sacrifici, a causa delle persecuzioni subite dall’interno condomino e in particolare da un uomo di 63 anni che adesso è stato indagato per stalking.
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I fatti si sono svolti fra il 2013 e il 2014; la coppia si era trasferita in quel palazzo di via Paravi 14, dove contava di vivere a lungo, alla fine del 2012. Sin da subito l’accoglienza degli altri condomini non è stata cordiale, ma la situazione è peggiorata quando i due ragazzi sono stati visti camminare per mano e scambiarsi un bacio sulla guancia.  Da quel momento la coppia non ha avuto più pace.

Minacce, scritte omofobe sull’ascensore con il disegno della svastica e anche furti hanno segnato le giornate della  coppia. Inoltre, il vicino indagato per stalking si lasciava andare a frasi del tipo “scendi giù che ti spacco la faccia”, “bisogna bloccarli quei due su per le scale e massacrarli di botte”, “se ne devono andare, con le buone o con le cattive” sia parlando con loro sia con gli altri condomini.

Oltre al sessantatreenne, anche la figlia di quest’ultimo deve rispondere di rapina e lesioni ai danni della coppia dopo che li ha aggrediti a pochi passi dal palazzo.

Dopo tutto questo, i ragazzi si sono visti costretti a mettere in vendita la casa e andare via. Le minacce e le aggressioni subite hanno causato problemi di salute e relazionali. Infatti, i due hanno iniziato a soffrire di depressione e il loro rapporto a lungo e andare è stato compromesso del tutto, portandoli a lasciarsi.
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“La cosa che mi faceva stare male era quando mi dicevano voi non siete niente, non siete nessuno.” Ha raccontato uno dei due a La Stampa, mentre l’avvocatessa Anna Ronfani, che rappresenta entrambi, ha parlato di “volgare pagina di inciviltà.”

Per il sessantatreenne è stato chiesta una condanna a 8 mesi e un risarcimento alle parti lese di 500 mila euro.