Ornella Vanoni contro i pride 'carnevaleschi': "Conciati così sarà difficile far valere i vostri diritti, già difficili da ottenere"

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
"Conciati così sarà difficile far valere i vostri diritti, già difficili da ottenere. È da tanto tempo che vi
consiglio: provate a sfilare con giacca e cravatta e fate vedere che siete persone normali, visto che è la normalità che cercate. Quando vi vedo conciati così ritengo che vi auto mortificate e questo mi da un grande dolore. Avrete sicuramente visto tutti quel meraviglioso film "Pride". Il piccolo gruppo di gay uomini e donne vanno in soccorso dei minatori. Non erano vestiti da Priscilla! Non era una commedia musicale: hanno dimostrato di essere coraggiosi, generosi, alleati e meravigliosi." Con queste parole scritte sul suo account Facebook, Ornella Vanoni ha voluto lanciare un appello alla comunità LGBT che da sempre appoggia e da cui lei stessa è sostenuta.
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Il contenuto del messaggio, postato assieme a una foto di tre uomini a un pride vestiti come i tre protagonisti del film musical 'Priscilla', non è di certo un volta faccia agli omosessuali, ma si tratta più che altro un'esortazione a scendere in piazza con sobrietà, senza maschere e costumi, insomma senza dar vita a un carnevale. Un discorso, questo, espresso e condiviso anche da molti LGBT italiani e che può piacere o meno agli altri.
Io personalmente penso che proprio in quella giornata, in quelle ore, in cui, per un giorno, una persona LGBT può camminare per strada senza nascondere la propria identità e senza paura di essere aggredito, possa e debba sentirsi libero di parteciparvi come meglio crede. Chi frequenta i pride sa bene che il 'folklore' - se così vogliamo chiamarlo - è costituito solo dall' l'1% dei partecipanti, e che appare maggiore per volontà dei media che cercano la trasgressione da mostrare nell'edizione delle venti dei tg o nelle prime pagine dei quotidiani web e cartacei. 
Aggrapparsi a chi veste in maniera eccentrica durante i pride per giustificare il mancato riconoscimento dei diritti civili, mi sembra un po' ingiusto e soprattutto un modo per togliere la responsabilità a chi ha davvero la colpa di tale situazione: i politici.
Ovviamente le parole della cantante hanno suscitato diverse reazioni sulla sua pagina e fra chi l'ha criticata e chi l'ha appoggiata, si è letto davvero di tutto. C'è chi le ha fatto notare che quella foto non è di un pride italiano, chi che sabato 23 nessuno era vestito così, chi le ha detto che non si può generalizzare se poi in piazza non si scende per rendersi conto di ciò che è davvero un pride. Questa serie di reazioni, ha portato tre ore fa la Vanoni a scrivere un nuovo post con cui ha chiarito alcuni punti:

"È vero, in piazza non c'ero. So bene che la foto che ho scelto non è stata scattata sabato (siamo in inverno e lì la gente è senza maniche) ma l'ho scelta perché aiuta a esprimere il mio punto di vista sul modo di manifestare, tipico del gay pride. Insisto da anni sulla sobrietà. Nella vostra vita privata vestitevi come volete, ma quando manifestate toglietevi le piume. Quella di sabato l'ho vista sui giornali: una manifestazione degna del suo nome. Perché insisto sulla sobrietà? Perché quelli che non vogliono riconoscere i vostri diritti almeno non criticheranno volgarmente i vostri atteggiamenti. Forse vestiti più sobri anche i più bacchettoni vi ascolteranno. Leggete i miei post precedenti: sono sempre stata al vostro fianco. Vi sostengo e mi esprimo sempre in vostro favore. Ma quando mi è capitato e mi capita di vedere manifestazioni di quest'altro genere mi dispiaccio perché invece di fare passi avanti fate passi indietro nell'opinione pubblica. Le finalità sono giuste e le condivido, è il modo che non mi sembra efficace. Dovete vincerla questa battaglia perché è importante che tutti abbiano gli stessi diritti, che possiate andare a trovare il vostro compagno/a malato in ospedale, che possiate ereditare ciò che avete costruito in una vita insieme. Ecco cosa penso. 
P.s. Anni fa ho cantato all'arcigay di Bologna e non mi sono mai divertita tanto!"
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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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A proposito di messaggi pubblicati precedentemente, Ornella Vanoni ne ha scritto uno anche in merito  ai matrimoni gay e alla fecondazione assistita:

"Assolutamente l'Italia deve legalizzare i matrimoni civili tra persone dello stesso stesso. Basta che non si sposino con il velo in testa come ha fatto Elton John che era ridicolissimo. Due persone che dividono la vita hanno il diritto di farsi riconoscere come coppia.
Se c'è una cosa che io rifiuto è quando una coppia - che sia omosessuale o eterosessuale - affitta un utero per avere un bambino. 
Torno adesso dall'Africa: è pieno di bambini da adottare. Io ne ho adottati due. Ovviamente la mia è un'adozione a distanza. Anche in Italia ci sono gli orfanotrofi. I bambini sono di chi li ama, non solo di chi li fa."