23 gennaio 2016: tutti in piazza per chiedere i nostri diritti

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Mentre i politici fanno ancora 'a cazzotti' su come snaturale maggiormente il ddl Cirinnà prima della discussione al senato del prossimo 26 gennaio, le associazioni LGBT italiane hanno deciso di scendere in piazza e chiedere a gran voce quei diritti che, non si spiega il perché, ancora non riescono a essere approvati.
Il prossimo 23 gennaio 2016 le associazioni Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit daranno vita a una mobilitazione nazionale che si svolgerà in contemporanea in numerose piazze italiane, mentre dal 26 gennaio presiederanno in pazza delle Cinque Lune, nei pressi del Senato per far capire l'importanza che ha per molte persone una legge che riconosca loro i diritti.
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"Non rispondiamo alla provocazione di chi in queste ore cerca di organizzare il solito schema delle piazze contrapposte: noi ci rivolgiamo al Paese intero." Specificano le associazioni che hanno dato vita alla mobilitazione. "Abbiamo individuato il prossimo 23 gennaio come giornata di mobilitazione nazionale: stiamo lavorando sui territori, coinvolgendo sia le forze della società civile sia il mondo associativo delle realtà LGBT, per costruire le reti necessarie per far esprimere a gran voce la domanda di diritti e di uguaglianza che in questo Paese da troppo tempo rimane inascoltata. Non parleremo di una legge, bensì di un valore, cioè dell'eguaglianza di tutti e tutte, e del diritto di vivere in uno Stato laico."

Con le manifestazione che si avranno in contemporanea su tutto il territorio italiano, si vorrà lanciare sia al Governo che al Parlamento il seguente appello: 

“L’Italia è uno dei pochi paesi europei che non prevede nessun riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso. Le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non godono delle stesse opportunità degli altri cittadini italiani pur pagando le tasse come tutti. Una discriminazione insopportabile, priva di giustificazioni.
Il desiderio di ogni genitore è che i propri figli possano crescere in un Paese in cui tutti abbiano gli stessi diritti e i medesimi doveri.
Chiediamo al Governo e al Parlamento di guardare in faccia la realtà, di legiferare al più presto per fare in modo che non ci siano più discriminazioni e di approvare leggi che riconoscano la piena dignità e i pieni diritti alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, cittadini e cittadine di questo Paese.
La reciproca assistenza in caso di malattia, la possibilità di decidere per il partner in caso di ricovero o di intervento sanitario urgente, il diritto di ereditare i beni del partner, la possibilità di subentrare nei contratti, la reversibilità della pensione, la condivisione degli obblighi e dei diritti del nucleo familiare, il pieno riconoscimento dei diritti per i bambini figli di due mamme o di due papà, sono solo alcuni dei diritti attualmente negati. 
Questioni semplici e pratiche che incidono sulla vita di milioni di persone.
Noi siamo sicuri di una cosa: gli italiani e le italiane vogliono l’uguaglianza di tutte e di tutti.”  

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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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Quindi, il prossimo 23 gennaio, se potete, andate a invocare i vostri diritti o quelli dei vostri amici. Sì, perché l'invito a scendere in piazza è aperto a tutti, anche a quei gay che ogni anno dicono che i pride sono una carnevalata e se ne stanno a casa. Adesso non avete scuse: non ci sono carri, non ci sono boa né lustrini, solo la voglia di metteteci la faccia e chiedere che, almeno questa volta, lo Stato ci riconosca quei diritti che ancora mancano e di cui molti non sono riusciti a godere aspettando un 26 gennaio qualunque.

Fonte: arcigay.it