L'Isis uccide altri due ragazzi gay

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Foto d'archivio
Purtroppo non c’è mese in cui non si deve riportare una notizia del genere. L’Isis continua a mietere vittime fra le persone gay della Siria. Dopo i casi di cui Il mio mondo espanso vi ha informato nei mesi precedenti, arriva una nuova notizia che riporta l’uccisione di altri due ragazzi gay. Le vittime, come nelle precedenti esecuzioni, sono state lanciate dal tetto di un palazzo e poi prese a sassate dalla folla. A raccontare l’accaduto è stato Omar, un ragazzo di Palmira una volta esser scappato dalla città.
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L’episodio si è svolto nel mese di luglio, quando un giudice mascherato dell’Isis ha letto la sentenza contro
Hawass Mallah, 32 anni, e Mohammed Salameh, 21 anni, con cui si dichiarava che sarebbe stati lanciati dal tetto dell’hotel Wael nella città di Palmira come pena per il reato di sodomia.
Quello che ha dello sconcertante in questo episodio è il fatto che il giudice abbia chiesto ai due uomini se fossero soddisfatti dalla condanna. Mallah, consapevole che non avrebbe avuto modo di salvarsi, ha risposto che avrebbe preferito essere ucciso con un colpo di pistola, mente il ventunenne Salameh ha implorato di essere salvato, giurando che non avrebbe più avuto rapporti sessuali con un altro uomo. Le richieste dei due, però, non sono state ascoltate e i due ragazzi sono stati portati a forza sul tetto dell’hotel per essere giustiziati secondo sentenza.
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Insieme a questa notizia, arriva anche la testimonianza di Daniel Halaby (nome fittizio), un ragazzo siriano di 26 anni che nel 2013 riuscì a mettersi in salvo dopo che un amico d’infanzio, unendosi all’Isis,  lo denunciò: “Sapeva tutto di me, che ero laico e gay... Sono sicuro che è stato lui che ha dato il mio nome al Daesh".  Oggi il ragazzo vive in Turchia e non ha più rapporti con i suoi genitori che si rifiutano di parlargli.
Fonte: Ansa.it