Altri mondi: Torino Pride - Intervista a Barbara Bologna



Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
In questo nuovo appuntamento con Altri mondi si continua a fare il giro delle città in vista dei prossimi gay pride. Se nelle settimane scorse abbiamo saputo qualcosa sul ventennale romano e sulla parata palermitana, oggi conosceremo come si sta preparando Torino. 
Anche il capoluogo piemontese scenderà in strada il prossimo 28 giugno, data ufficiale dell'iniziativa Onda pride, e a parlarci di quanto accadrà quel giorno è una delle organizzatrici, Barbara Bologna.




Barbara, anche Torino ha deciso di scendere in piazza il 28 giugno, aderendo all’onda pride. Come hai appreso questa decisione e come hai visto la scelta di rinunciare a un pride nazionale preferendo una data unica nella quale far sfilare i cortei italiani? 
Nella foto: Barbara Bologna
Ho appreso la notizia dal Presidente di Arcigay Torino durante una riunione del Coordinamento Torino Pride, ma me lo aspettavo. Avendo partecipato all’Assemblea Nazionale delle Associazioni LGBT Italiane che si è tenuta a Torino l’8 e il 9 febbraio del corrente anno. Il clima era molto sereno tra tutte le associazioni partecipanti. Quindi la notizia non mi ha colpito. Ho subito pensato: “Finalmente!”. Infatti, finalmente si è deciso di essere uniti. 

Ti stai occupando dell’organizzazione del prossimo Torino pride, ci vuoi anticipare cosa accadrà quel giorno per le strade del capoluogo piemontese? 
Carri. Carri. E ancora carri. Persone che sfilano e che non rinunciano, ma che si appropriano, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dal sesso, dall’etnia, di un giorno di visibilità pieno. Perché il Pride è questo: non solo “orgoglio”, come vuole la traduzione dall’inglese e il significato stesso della parola, ma, soprattutto, visibilità. 

Da anni le polemiche legate alle parate non si contano, fra detrattori e membri della comunità LGBTQ, non c’è pride che non sia criticato e definito un carnevale privo di utilità. Tu di che avviso sei e che cosa ti senti di rispondere a chi li critica limitandosi a osservare le immagini trasmesse in tv che non mostrano la natura di questo evento?
Il diritto alla visibilità non va criticato e non può essere negato. Se c’è chi alla sfilata decide di usufruire, di sfruttare quel diritto, venendo vestito e sfilando in abiti per così dire appariscenti, perché criticarlo? E perché, come di solito fanno i media quando fanno vedere le immagini scattate durante il corteo, fare di tutta l’erba un fascio? 

Da un punto di vista politico, vediamo il totale disinteressare nei confronti delle tematiche lgbtq da parte dei nostri governanti. Credi che il risultato ottenuto alle urne la scorsa domenica, dove s’è votato per eleggere i parlamentari europei, possa essere un segnale positivo, oppure il PD, anche questa volta, continuerà a promettere senza mai mantenere? 
In Italia la presenza della Chiesa Apostolica Cattolica Romana blocca i governanti, quasi come se stesse ancora esercitando un potere temporale più che quello spirituale. Politica e Chiesa vanno ancora a braccetto in questo Paese e ho i miei dubbi che non scenderanno a “compromessi”, in materia di diritti, quando ci si accorgerà che non si può continuare a essere così arretrati. A un certo punto sarà proprio l’Europa a chiedercelo. E a quel punto il Vaticano... 

Tornando a parlare del prossimo Torino pride, quale è il messaggio che vorrà lanciare a tutti quanti? 
Beh, lo slogan politico di quest’anno parla chiaro, a mio avviso più dell’anno scorso: “La diversità è un diritto. L’uguaglianza è un dovere”. 

Per concludere, cosa speri rimanga a tutti coloro che parteciperanno alla parata del 28 giugno? 
Gioia. E la speranza che ben presto le cose cambieranno, ma bisogna ancora lottare tanto ed essere più uniti che mai.


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