Un nuovo mondo - Nuova stagione. 4^ Puntata


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Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
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-          Fabrizio, voglio parlare con te, ma non come amico, ma come collega che è tenuto a tenere il segreto professionale. Si tratta di un mio paziente.  Ha solo 17 anni e lo seguo da quasi un anno.  A scuola veniva deriso per i suoi modi… voleva farla finita.  Una settimana fa, i suoi compagni di classe gli hanno fatto uno scherzo e lo hanno ripreso in un video che hanno caricato sul web facendolo diventare lo zimbello di internet. I suoi genitori lo hanno scoperto e lo hanno aggredito verbalmente dicendogli che era meglio per lui se tornava a essere etero se non voleva ritrovarsi fuori casa –

-          Hai paura che possa davvero compiere il gesto di togliersi la vita? –

-          Sì. Lo conosco e so che potrebbe farlo. –

-          Allora dobbiamo trovare una soluzione, non possiamo rischiare che … - ma mentre parlo, il telefono di Daniel squilla.

-          È lui. – Mi dice allarmato. Risponde e in meno di trenta secondi, si alza gridando. -  Sto arrivando.



     



4^ Puntata

Daniel

Ascolto quello che mi dice Fabrizio, quando il telefono squilla. La chiamata proviene da Sandro. Rispondo subito perché ho una brutta sensazione.

-          Pronto? –

-          Daniel, sei tu? – Chiede una voce tremante dall’altro capo del telefono.

-          Sandro, che cosa succede? –

-          Credo di aver fatto una cazzata… –

-          Di che cosa si tratta? Che cosa hai fatto? – Domando alzando il tono della voce.

-          Ho  ingerito delle pasticche. A dire il vero tutte quelle che ho trovato in casa. Ho fatto una cazzata, non voglio morire. –

-          Non avere paura. I tuoi sono in casa?

-          No, non c’è nessuno.

-          Arrivo subito. – E dicendolo mi alzo dalla sedia.

-          Che cosa è successo? – Domanda preoccupato Fabrizio.

-          Sandro… ha tentato il suicidio. Chiama un’ambulanza e dille di andare a questo indirizzo – dico passandogli la scheda di Sandro. – Vado da lui, non permetterò che anche lui muoia. –

-          Vengo con te. –

Quando arrivo a casa di Sandro, l’ambulanza è già sul posto. Il paramedico dice che non risponde nessuno e che aspettano che arrivino i pompieri. La sirena dell’autobotte si avvicina. I pompieri corrono sul pianerottolo di Sandro. Forzano la porta. Lui è disteso sul letto. Non da alcun segnale. Lo chiamo. Non risponde. Gli controllo il polso. Debole, ma c’è. Il paramedico lo soccorre. Viene posizionato sulla barella. L’ambulanza riparte a tutta velocità.

-          Dottore, lei che ci fa qua? – Mi domanda la madre di Sandro.

-          Suo figlio ha tentato il suicidio. –

-          Cosa?

-          Non faccia quella faccia. La colpa è anche sua e di suo marito che invece di appoggiarlo, lo avete assalito e minacciato di cacciarlo da casa. Vi dovete vergognare! Siete dei pessimi… -

-          Daniel, basta! – Mi zittisce Fabrizio. Mi sono lasciato prendere dalla rabbia e non mi sono reso conto che stavo aggredendo una madre spaventata.

-          Mi scusi… Sono un po’ scosso.  Venga con noi, la portiamo in ospedale. –

La donna non dice nemmeno una parola. Sale in auto piangendo. Arrivati all’ospedale, mi avvicino all’accettazione e mi qualifico. L’infermiera di turno mi comunica che il ragazzo sta subendo una lavanda gastrica. Torno dalla madre e le dico quanto ho saputo.

-          Una lavanda gastrica? Di cosa si tratta? – Domanda senza nemmeno guardarmi in viso.

-          In questo momento a Sandro stanno asportando piccole quantità di liquido dallo stomaco per mezzo di un tubo inserito tramite la bocca o il naso. L'asportazione è generalmente accompagnata da una somministrazione di acqua calda o soluzione salina. La lavanda si protrae fino a quando i liquidi asportati non risultano disintossicati. –

-          Dio mio… il mio bambino. –

-          Poteva pensarci prima invece che spingerlo a questo gesto. –

-          Ma cosa crede, che per me sia facile? Crede che sapere che tuo figlio sia un diverso sia facile da accettare. –

-          No, non lo credo, ma questo non giustifica le minacce che ha dovuto subire da lei e suo marito. Già a scuola e sulla rete viveva un inferno e voleva trovare pace almeno fra le sue mura domestiche. Invece ha trovato ancora più odio. Non è facile, ma nemmeno difficile capire che il proprio figlio ha bisogno dell’affetto da coloro che lo hanno messo al mondo. –

-          Chi è lei per giudicarci? –

-          Nessuno, solo l’unico amico di suo figlio. –

-          Scusate, lei è la madre di Sandro? – Dice un ragazzo appena arrivato. Il suo viso non mi è nuovo. Lo guardo attentamente e riconosco il compagno di classe artefice dello scherzo che circola in rete.

-          Sì, sono io. Tu chi sei? – Domanda la donna.

-          Lui è l’artefice dello scherzo ai danni di suo figlio. –

-          Come hai potuto fare questo al mio piccolo… -

-          Non volevo che arrivasse a tanto. –

-          Vai via, via da qua. La colpa è tua e dei tuoi amici se mio figlio sta rischiando di morire. – Il ragazzo si allontana senza dire una parola. Lo guardo attentamente. Sembra davvero preoccupato e non per le conseguenze che potrebbero coinvolgerlo, ma per lo stato di salute di Sandro.

-          Vai da quel ragazzo. – Chiedo a Fabrizio. – Credo che abbia qualcosa da dire e che noi non sappiamo. –

-          Vado subito, ma tu cerca di calmarti. – risponde il mio amico.

Il medico del pronto soccorso si avvicina a me e alla madre. Sandro sta bene. Il collega mi dice di seguirlo. Mi indica la strada e lascio la madre da sola. So che mi sono fatto trasportare da questa storia e che ho travalicato l’etica professionale, ma a Sandro sono molto legato e non potevo accettare l’idea che potesse morire.

Continua…