Un nuovo mondo - Nuova stagione. 2^ Puntata

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Rubrica: Francesco Sansone
Grafica. Giovanni Trapani
Facciamo il punto…
Prima di lasciarvi alla seconda puntata di questa nuova stagione di Un nuovo mondo, facciamo un attimo il punto della situazione affinché tutti possano seguire la storia senza problemi. 
Fabrizio e Andrea sono compagni di scuola, ma presto si rendono conto di amarsi. Fra alti e bassi i due riescono a stare assieme, decidendo di lasciare la loro città per motivi di lavoro. Torneranno, dopo anni, durante le feste natalizie. Qui troveranno tutti i loro amici. Fra questi Daniel e il fidanzato Manu, un insegnante che Daniel e Fabrizio hanno conosciuto all’università di psicologia, presso la quale studiavano. Inoltre i due protagonisti ritroveranno anche il loro caro amico  Massimo, che proprio a Natale morirà a causa del tumore che da anni combatteva, e Biagio, un ex fiamma di Fabrizio, che è stato lasciato dal fidanzato Samuele. 
Spesso vengono nominati anche Luca e Alberto, due amici dei protagonisti che non ci sono più, ma che erano due punti di riferimento per tutti quanti. 
In questa serie, Fabrizio, Daniel e Biagio hanno terminato gli studi e sono diventati degli psicologi e insieme a Elia, un nuovo personaggio, gestiscono uno studio. Andrea continua a essere il responsabile del negozio in cui ha iniziato la carriera lavorativa, mentre Manuel continua a insegnare all’università. 
Per finire, ritroveremo anche Simone e Ale, amici dei protagonisti, che gestiscono il locale Marte Inverso.


2^ Puntata 
Fabrizio

-          Arrivederci dottore. – Dice l’ultimo paziente della giornata

-          Ci vediamo mercoledì  prossimo alle 16. Non lo dimentichi. – Gli ricordo prima di richiudere la porta.

Mi avvio verso lo studio e camminando mi rendo conto che anche i miei soci hanno finito per oggi.

-          Allora come è andata? Stanco? – Mi domanda Daniel, notandomi sul ciglio della porta.

-          No, tutto abbastanza liscio. A te. –

-          Uguale. Anche gli altri hanno finito? –

-          Credo di sì. Le loro porte sono aperte e non c’è nessuno dentro. –

-          E dove sono andati? –

-          Non chiedermelo perché non saprei che dirti. – Nemmeno il tempo di formulare questa frase che sentiamo chiudersi la porta d’ingresso e le voci di Biagio ed Elia giungono alle nostre orecchie. – Dove siete stati? – Domando incuriosito

-          A prendere qualcosa per festeggiare. Oggi è giusto un mese da quando abbiamo iniziato e bisogna festeggiare. –

-          Voi siete matti. – Afferma seccamente Daniel. Ha un’espressione stanca, quasi avvilita.

-          Dai, socio! Non essere il solito pesantone. Rilassati – Lo rimbecca Elia con un sorriso.

-          Ma sì, hai ragione. Passami un bicchiere e festeggiamo questo traguardo.

-          Così mi piaci! – Gli risponde riempiendogli il calice di plastica comprato al supermercato dietro l’angolo.



Verso le 20 Biagio ed Elia lasciano l’appartamento. Vado nel mio studio a prendere la mia ventiquattro ore per potermene tornare a casa. Passando di nuovo dallo studio di Daniel, lo vedo seduto sulla sua poltrona col capo intento a guardare il soffitto.

-          Un euro per un tuo pensiero. – Gli dico sorridendo.

-          Come? – Mi risponde sorpreso di trovarmi ancora lì. – Pensavo fossi andato via anche tu. –

-          Stavo per uscire. Tutto bene? – Gli domando addentrandomi nella sua stanza. – Mi sembri preoccupato. Di nuovo problemi con Manu? – Domando in fine sedendomi sulla sedia di fronte alla sua.

-          No, tranquillo. Con Manu va tutto bene. –

-          Allora che cosa è che ti agita? –

-          Si nota tanto? –

-          Io l’ho notato. –

-          Già, ma tu mi conosci come nessun altro. –

-          Allora, vuoi confidarti con il tuo vecchio amico? –

-          No! – Disse seccamente.

-          Come vuoi.

-          Voglio parlare con te, ma non come amico, ma come collega che è tenuto a tenere il segreto professionale. -

-          Ok! –

-          Quello che ti sto per dire deve restare fra di noi. –

-          Ok! –

-          Si tratta di un mio paziente. –

-          Ok. –

-          Lo seguo da diverso tempo e ho provato in tutti in modi ad aiutarlo. Credevo di esserci riuscito, ma oggi mi ha detto di sentirsi nuovamente sopraffatto dalla sua ansia, dal suo tormento e mi ha detto che non crede di farcela a vivere in questo modo. Ha detto di volersi uccidere. –

-          Ma è terribile! –

-          Ha solo 17 anni e lo seguo da quasi un anno.  Fra quattro giorni ne compirà 18. Quando è arrivato qui, era sperduto. Non sapeva come affrontare la vita. A scuola veniva deriso per i suoi modi… -

-          È gay?”

-          Sì. Comunque, ti dicevo che pensavo di essere riuscito a fargli capire che essere gay non era qualcosa di male, che non gli avrebbe pregiudicato una vita serena. Sembrava  riuscire a vedere il lato positivo della situazione, ma una settimana fa, i suoi compagni di classe gli hanno fatto uno scherzo e lo hanno ripreso in un video che hanno caricato sul web facendolo diventare lo zimbello di internet. –

-          Di che tipo di scherzo si trattava? –

-          Un suo compagno gli ha fatto credere di avere una cotta per lui. L’ha invitato a casa sua dicendogli che avrebbero fatto l’amore, ma quando è arrivato lì, dopo averlo fatto spogliare, lo ha lasciato un attimo da solo e quando è rientrato era in compagnia di altri compagni che gli gridavano finocchio e intanto lo riprendevano. Lui ha raccolto i suoi abiti ed è scappato via. Tornato a casa, s’è collegato su facebook e ha visto che nei profili dei suoi compagni girava il video accompagnato dalla frase:  Ecco le prove. Sandro è un frocio. –

-          Che figli di puttana… -

-          E non è tutto. I suoi genitori lo hanno scoperto e lo hanno aggredito verbalmente dicendogli che era meglio per lui se tornava a essere etero se non voleva ritrovarsi fuori casa.-

-          Come possono certi individui essere chiamati genitori?

-          Possono essere chiamati tali solo perché sono etero. Per finire oggi sono venuti da me dicendomi di aggiustarglielo e mentre ascoltavo le loro parole, notavo Sandro e i suoi occhi erano tornati a essere spenti come un anno fa. –

-          Hai paura che possa davvero compiere il gesto di togliersi la vita? –

-          Sì. Lo conosco e so che potrebbe farlo. –

-          Allora dobbiamo trovare una soluzione, non possiamo rischiare che … - ma mentre parlo, il telefono di Daniel squilla.

-          È lui. – Mi dice allarmato. Risponde e in meno di trenta secondi, si alza gridando. -  Sto arrivando.

Continua…