Non permettiamo all’ignoranza di togliere la dignità


Rubrica: Francesco Sansone/Gianni
Grafica: Giovanni Trapani
Video: Youtube
Come sapete in questi giorni ricorre la commemorazione per quanto accaduto durante la seconda guerra mondiale a uomini e donne che erano solo colpevoli di essere ebrei, omosessuali, prostitute, zingari, portatori di handicap. Tuttavia non sempre la storia ha ridato la stessa dignità a tutte le vittime di quegli anni e questo ha fatto sì che si ascoltino ancora adesso discorsi vuoti, come quello di Carlo Giovanardi durante un’intervista di un  anno fa.





Ora, io capisco che per Giovanardi non deve essere facile essere ricordato più per le sue assurde affermazioni che per il lavoro svolto da politico, ma di certo lui non fa nulla per cambiare lo stato delle cose. Inoltre, io credo che un uomo che ricopre un ruolo istituzionale ha il diritto e il dovere di istruirsi prima di parlare e togliere la dignità anche alla morte di persone che non hanno alcuna colpa se non quella di amare coloro dello stesso sesso.
Dato che a me fa un po’pena vederlo annaspare nella sua stessa ignoranza, intesa come non conoscenza sia ben chiaro, voglio fargli conoscere alcuni dati, riportati in questo stesso blog da Gianni nella sua rubrica di qualche anno fa:
"I perseguitati omosessuali (uomini, perché le lesbiche erano rapportate al pari delle prostitute) erano riconosciuti perché gli era stato cucito all’altezza del petto un triangolo rosa rivolto verso il basso nei loro abiti da carcerati e si evince dalle varie documentazioni emerse in tempo recente che subivano al pari degli altri le stesse torture ma che erano anche utilizzati dal Terzo Reich per gli esperimenti scientifici e clinici umani.
Si racconta, da documenti, che un medico nazista Carl Vaernet, voleva guarire gli omosessuali portati negli ospedali dei lager immettendo nel loro corpo una ghiandola sessuale caricata di così tanto testosterone da uccidere la povera cavia che si sottoponeva alla sue cure.
Tra l’altro nei campi di concentramento si praticava per gli omosessuali la castrazione, e chi si sottoponeva a questa pratica poteva essere considerato libero poiché con la volontà di attuare questo abominio sulla propria persona la sua immagine veniva rivalutata agli occhi dei nazisti come individuo che ha la volontà di voler “guarire”.
Gli omosessuali, inoltre, negli stessi campi di concentramento erano isolati dal resto dei detenuti anche perché chi si accompagnava a loro poteva essere incriminato anche di questo “reato” e dentro i lager sapevano cosa succedeva ai gay.
Per l’omosessualità femminile il discorso era diverso seppur lo stesso orrendo. Le donne erano comunque considerate pur sempre strumento di procreazione con o senza la sua volontà(e già questo di per sé è terribile) anche per questo la loro persecuzione non era così esplicita. Venivano reputate depravate e in quanto tali perseguitate al pari delle prostitute tanto che molte di esse finivano per lavorare nei bordelli dei lager.
Prima ancora del triangolo rosa, che poi divenne il simbolo della lotta ai diritti dei gay proprio per il significato che si portava dietro, ai deportati omosessuali veniva attaccato al braccio un nastro giallo con su scritto in tedesco “sodomita” e seguito successivamente dal numero 175. Questo numero era il numero dell’articolo del codice penale tedesco che sanzionava la pratica omosessuale tra uomini e uomini e animali ma che nel periodo in cui Hitler venne al potere fu allargato alle dimostrazioni di affetto tra uomini come baci, abbracci e anche “fantasie sessuali su persone dello stesso sesso”.
In Italia la questione omosessuale era molto meno infuocata (o forse è meglio dire che era molto più occultata) anche perché con l’attività delle squadre di polizia fascista e il predominio della chiesa cattolica nel territorio, queste manifestazioni venivano represse sul nascere.
Non si calcola ancora e forse non si arriverà mai al numero definito di omosessuali deportati ma pare che il numero sia stato davvero elevato. Prima della dittatura si conta fossero stati incarcerati circa 60.000 uomini per l’articolo 175."
Il mio mondo espanso, Venerdì 27 gennaio 2012

Ecco, spero che queste parole siano d’aiuto ai vari Giovanardi per capire che, per portare avanti un personale rifiuto delle alterità sessuali, non è giusto togliere dignità a un crimine come questo, dicendo che non sia esistito.
Dire che l’omocausto sia una finzione, è dire il falso. Già in vita si fanno distinzioni fra persone di serie A e serie B, non facciamo lo stesso di fronte alla morte. Non ci sono morti di diversa importanza, ma ci sono uguali vittime della follia di un pazzo e dei suoi seguaci.
Non permettiamo all’ignoranza di togliere la dignità: non è giusto, non è corretto, non è umano.