La solitudine dei ragazzi gay. Come evitarla? Le opinioni della gente "comune"

Seppur è passata una settimana dalla morte di Simone, il ragazzo di 21 anni che ha deciso di uccidersi per viadell’omofobia, l'eco di questa notizia ancora non è cessata. Si sono sentiti i pareri di tutti sia di chi lavora affinché questo non avvenga più sia di quelli che dovrebbero fare qualcosa e invece non fanno nulla, però nessuno ha voluto chiedere l’opinione alla gente "comune", ai ragazzi che quotidianamente vivono il disagio, le battutine, gli insulti, l’omofobia insomma, per capire cosa spinge un ragazzo a togliersi la vita. Ho voluto chiedere anche cosa secondo loro dovrebbero fare le associazioni e le risposte, credetemi, mi hanno stupito. Quasi nessuno di coloro che mi hanno detto la propria opinione crede in queste o crede che il lavoro svolto sia sufficiente.…


"Premettendo che non ho mai pensato al suicidio e non ho neanche intenzione di pensarci a volte mi è capitato di provare a mettermi nei panni di persone che lo hanno fatto (anche perché è successo ad un mio ex compagno di scuola che si è suicidato, non perché fosse gay ma per altri motivi) e penso che per compiere un gesto così estremo e che richiede una grande convinzione chi lo compie deve sentirsi molto solo, abbandonato e senza riuscire a vedere delle prospettive future. Infatti in un paese come il nostro dove i gay non vengono tutelati dalla legge, dove è facile avere a che fare con persone di mentalità ancora chiusa per non dire omofoba, (dai genitori agli amici ai colleghi di lavoro) penso sia più facile sentirsi soli, abbandonati e lasciare crescere dentro di se un vuoto, una condizione di inadeguatezza e disperazione tali da dire che le cose non potranno migliorare o evolversi in positivo e che quindi l'unico modo di non soffrire è togliersi la vita. Una legge contro l'omofobia sarebbe un passo importante e un segno che anche alla politica sta a "cuore" il mondo gay, poi cercare anche attraverso i media di sensibilizzare meglio le persone sul tema con film fiction dibattiti televisivi, interviste insomma un po’ di tutto cercando di far emergere che i gay non sono persone diverse da emarginare, che non sono sbagliati e quindi da punire o altro, ma fanno parte della società e devono essere accettate e rispettate come tutti. Inoltre anche le amministrazioni locali delle varie città dovrebbero cercare di incentivare attività di incontro per gay ma non solo anche per le famiglie, specialmente nei piccoli paesi lontani dalle grandi città che ancora sono legati a idee sul tema molto vecchie e sbagliate, e anche nelle scuole intensificare l'attività formativa sul tema dell'omosessualità."
Maurizio

"L'odio altrui. Quello che senti appartenerti, solo perché gli altri dicono che essere in un modo è merda. Spesso anche la solitudine, il sentirsi senza tutela, il cominciare a credere che forse è vero, essere gay equivale a essere sbagliati. Le associazioni e le istituzioni potrebbero fare tanto. Educare alla diversità le nuove generazioni, ma non la diversità fine a se stessa, quanto al concetto che tutti noi siamo diversi e non ha importanza proprio per questo. Far accedere i cittadini agli stessi diritti e non creare discriminazioni o trattamenti diversi. Investire nel concetto culturale di diversità e di educazione al rispetto di tutti. Norme severe, matrimoni egualitari, manifestazioni, conoscenza. Ancora oggi un bacio gay viene censurato perché offenderebbe la sensibilità dei più giovani. Dare strumenti ai giovani e alle famiglie per una sana gestione dell'omosessualità."
Francesco

"La morte di quel ragazzo è la fine della forza della guerra che vorresti combattere e sai benissimo di combattere contro il giusto. Questo giusto creato da chi pensa di sapere tutto e magari di poter anche imporre questa sua idea. Se la società non si domanda mai com'è la realtà che ci circonda, le persone che s'incontrano e le emozioni che hai vissuto. Viviamo una realtà cieca, sorda e paralizzata, ma che per molti diventa una difesa contro il "diverso" in genere. Quando realizzi che sono tanti i mostri con cui devi combattere alla fine hai paura anche di te stesso e forse alla fine ti auto-rifiuti. Una vittoria del <<buio>> purtroppo."

Simone

"Prima di arrivare a decidere di morire, probabilmente si entra in depressione, si mandano segnali a chi vorremmo li notasse, ci si aspetta che qualcuno ci prenda per mano e ci porti in disparte e usi quel paio di parole che ci potrebbero far sentire speciali. Purtroppo nella realtà questo succede raramente, il malessere cresce e anche il buio dentro, non si riesce a vedere più nulla di buono nella propria vita e anche la propria immagine diventa distorta, fino a diventare incompatibile con la vita. Fino a decidere che non vale più la pena vivere. Cosa potrebbero fare le associazioni? Purtroppo non ho la risposta, non lo so."
Chiara

"La solitudine, vedere che tutti intorno a te sono contrari, sapere che mai nessuno ti accetterà. Sentirsi incapaci di agire per sbloccare questa situazione, perché non si può cambiare la mentalità bigotta delle persone. La paura di avvicinarsi al mondo gay, alle associazioni, o anche soltanto di incontrare un ragazzo. Ci si sente soli e si ha paura perché è tutto sconosciuto e rifiutato dagli altri... anche a volerci provare sai che è sbagliato. Io ho represso me stesso per 6 anni... a 18 anni mi sono messo a cercare su internet delle spiegazioni, delle persone, dei contatti. Non uscivo mai di casa, non avevo fiducia in nessuno e per questi motivi non potevo incontrare nessuno... non potevo uscire senza dare spiegazioni a mia madre. Per fortuna io ne sono uscito presto, ma situazioni analoghe possono essere più pesanti e lunghe. Più tempo passa più si perde sicurezza, fiducia negli altri... in certi momenti manca la speranza e si comincia a pensare al suicidio. Ed è solo l'inizio perché ancora non si è fatto nessun tentativo. Fino a pensare al suicidio ci sono arrivato anch'io... per la solitudine... ma non centra niente l'omosessualità in questo caso. Ma il meccanismo è sempre quello. Ci si rifiuta di convivere con questi problemi. Immagino che quando la situazione diventa veramente insopportabile si comincia a fare qualche tentativo. Probabilmente il non riuscire ad uccidersi è un'aggravante della situazione, ci vuole veramente molto coraggio. Non posso immaginare proprio come ci si possa sentire sul cornicione di un palazzo alto. Per fortuna non lo so! Cosa potrebbero fare le associazioni? Non ne ho idea... io ancora non riesco ad avvicinarmi a nessuna associazione, non ci sono mai stato. Forse bisognerebbe cambiare anche noi stessi, in modo che tutti possano dare una mano dove c'è bisogno. Non solo gli attivisti… che quelli non sono onnipresenti. Ci ho parlato con alcuni, ma sono troppo impegnati con le attività delle associazioni. A questo punto penso che le associazioni non sono poi così aperte... saranno dei circoli per gente che si conosce. Cosa possono fare le associazioni? Cambiare."
Manuel


 Dopo tutto questo, credo che ognuno di noi, dovrebbe fermarsi a pensare seriamente a questa situazione che non provoca altro che vittime innocenti.

Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani

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