Le gioventù omosessuali 3^ Parte: Gli anni 2000



Con questo incontro si conclude il nostro viaggio nel passato per cercare di capire come vivevano gli omosessuali che ci hanno preceduto. Dopo gli ’60/’70 e gli ‘80/’90, oggi affrontiamo gli anni 2000. Per l’occasione ci racconterà la sua esperienza una vecchia conoscenza di Shortbus e de Il mondo espanso dei romanzi gay ossia il blogger e scrittore Diarionudo, autore del romanzo Mi fermo a guardare le luci, che ci farà capire come è stato prendere coscienza di se’ durante i primi ann del 2000.

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Le Gioventà omosessuali3^ Parte
Gli anni 2000

Ambra Angiolini al World Gay Pride 2000
Lo scorso mese ci siamo salutati parlando dell’arrivo degli anni 2000 e del primo gay pride italiano. In realtà anche prima di questa data c’erano stati alcuni tentativi di prides, il primo per l’esattezza fu a Sanremo nel 1972 quando la comunità gay scese in piazza contro il "Congresso internazionale sulle devianze sessuali". Però non possiamo certo parlare di mobilitazione di massa come quella che ci fu nel 2000  al World Gay Pride, evento organizzato dal Circolo Mario Mieli,  che vide nelle strade della capitale ben mezzo milione di persone. All’evento presero parte anche diverse le personalità dello spettacolo, fra tutti Ambra Angiolini, madrina della parata, Gloria Gaynor, Village People e Geri Halliwell.


Tutto sembra prendere una nuova direzione che porta a credere che le cose in Italia stanno cambiando. Però questa percezione “nazionale” di cambiamento non viene vissuta dai tutti gli omosessuali, in particolar modo da chi vive nella piccola provincia, e a darci un’idea di questo è proprio il nostro amico Darionudo che dice: 


Foto: diarionudo.com
“Purtroppo non sentivo quel cambiamento. Vivevo in un paese di poche migliaia di abitanti e posso assicurarti che in ambienti come questi i cambiamenti sono sempre in ritardo. Quando ho sentito il mio vero essere premere per uscire allo scoperto mi sono cucito addosso una veste di "normalità" per riuscire a sopravvivere. Ma più gli anni passavano più la veste tendeva a lacerarsi e io dovevo bloccarla. Ho fatto cose orribili in quel periodo: sono arrivato a convincermi di essere innamorato di una ragazza la cui funzione era solo quella di copertura. In paese iniziavano a girare voci sulla mia presunta omosessualità e non ero pronto per essere messo a nudo. Mia madre era molto interessata a quello che diceva la gente e sapevo che in paese non ci sarebbe stato spazio per il mio vero essere.”


Insomma anche i ragazzi dei primi 2000 vivono le stesse problematiche di una volta. Inoltre un altro aspetto che appare da quanto dice l’autore del romanzo Mi fermo a guardare le luci è il senso di solitudine e l’impossibilità di aprirsi con chi ci sta accanto. Infatti Darionudo continua: 


“Nessuno sapeva niente, ho tenuto nascosto il mio segreto negli strati più intimi della mia mente. Niente doveva trasparire all'esterno e anche nelle chat gay, dove avrei potuto dichiararmi per quello che ero, mi definivo bisex. Mentivo a me stesso prima che agli altri. Mi sono sempre rifiutato di incontrare qualcuno fino ai 21 anni. Ero esausto: la negazione del piacere é faticosa, ti succhia tutte le energie. Più cercavo di nascondermi più emergevano i particolari della mia natura. Negavo l'evidenza anche a me stesso. Ero solo contro tutti e pensavo che nascondermi dietro un'eterosessualità fittizia fosse decisamente più semplice ma il meccanismo si stava rompendo. Guardavo con diffidenza i miei amici e cercavo di evitare i loro sguardi. Nel 2003 la svolta: ho conosciuto la persona con la quale convivo ancora oggi. Mi ha dato la forza di lasciare tutto e tutti per poter vivere appieno la mia vita. Lui sostiene che non sia scappato per lui ma che abbia fatto di lui la mia via di fuga. Questa cosa, durante i primi tempi, mi faceva incazzare ma oggi posso dire che aveva ragione e penso che sia anche normale. Per la prima volta mi sentivo fiancheggiato da qualcuno e non solo, una persona mi accettava per quello che ero davvero: mi sentivo imbattibile!


Ecco, quindi, che quella solitudine di cui tanto abbiamo parlato torna a colpire ancora segnando profondamente la vita di un ragazzo gay che arriva a privarsi della propria identità e ad auto convincersi di essere bisessuale pur di ammettere la propria omosessualità. Ma la cosa non deve sorprendere più di tanto anche perché usciamo da poco dagli anni ’90 e benché nel corso del primo decennio del 2000 arrivano novità in fatto di diritti civili dagli altri paesi europei, l’Italia sembra ancora addormentata. 


Barbara Pollastrini e Rosy Bindi
Tuttavia nel 2006 si assiste ad una vera e propria ventata di aria fresca quando il governo Prodi annuncia l’intenzione di dare vita ai DICO - DIritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi, un disegno di legge redatto da Barbara Pollastrini e Rosy Bindi, che avrebbe finalmente riconosciuto i diritti delle coppie conviventi eterosessuali e omosessuali, ma purtroppo si trattò solo tanto fumo e niente arrosto e il disegno non divenne mai legge. 


Dino, ragazzo colpito da Svastichella
Da questo episodio a oggi niente è cambiato e la situazione degli omosessuali italiani se vogliamo ha subito di nuovo una sorta di regressione. Infatti proprio negli ultimi anni sono tanti i casi di omosessuali attaccati, fra questi ricordiamo Dino, colpito con una bottiglia da colui che è diventato noto come Svastichella.

Inoltre anche una certa politica ha continuato in questi anni ad alimentare una sorta di odio verso la comunità gay impegnandosi anche a bocciare, tutte le volte, una legge contro l’omofobia. 

Per concludere non possiamo certo non parlare del censimento che si è svolto nel 2011, e proprio su questo voglio riportarvi l’ultimo passaggio di Darionudo che dice:


“Nell'ultimo censimento mi sono inquietato molto. Io e il mio compagno abbiamo ricevuto un unico modulo a suo nome. Ho chiamato in comune per chiedere spiegazioni e mi hanno risposto che era giusto così visto che eravamo nello stato di famiglia. In quel momento mi sono accorto di quanto la burocrazia sia vicina al riconoscimento delle coppie di fatto ma quello che manca è la volontà dei politici.”


Insomma anche dalle parole del nostro amico possiamo renderci conto di quanto poco si sia fatto e quanto ancora molto bisognerà fare affinché anche in Italia i diritti costituzionali possano appartenere a tutti e per non piangere più giovani quindicenni vittime dell’odio.

Ascolta la puntata di Shortbus per intero da qui
 
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
http://ilmiomondoespanso.blogspot.it/p/oltre-levidenza-racconti-di-vita-gay.html