Altri Mondi - Intervista allo youtuber Cely McFarland


L'ho scoperto per caso navigando su youtube e dopo aver visto un suo video sono rimasto piacevolmente colpito tanto da voler vedere tutti gli altri, decidendo alla fine di dedicare alcuni post della rubrica Intervallo de Il mondo espanso del cinema gay.  Dopo l'ho contattato e gli ho chiesto se voleva rispondere ad alcune domande e, ricevuto il suo sì, è nata l'intervista che leggerete a breve. Lui è Cely McFarland un nuovo youtuber che con i suoi video cerca di dare una mano affinché il tabù omosessualità cada definitivamente.


I pride si avvicinano, meglio andarci vestiti come si deve...

I'm pride and you?

 
  


Intervista allo youtuber
Cely McFarland

Come hai deciso di aprire il tuo canale YouTube?
Era circa da un anno che pensavo di aprire un canale su YouTube in cui dar sfogo ai miei pensieri. Ero e sono ancora un grande ammiratore sia di WillWoosh che di Cicciasan, la quale parla spesso dell’universo femminile e delle donne. Quindi, quando si è trattato di scegliere il mio tema, mi è sembrato naturale parlare di omosessualità. Decido così di mettermi all’opera e, nei ritagli di tempo, ho iniziato a prendere appunti su quelle che poi sarebbero diventate  “Le 10 categorie di omosessuali”.
Il video in sé poi è stato girato in condizioni bizzarre: sono un nottambulo e quella domenica mattina ero reduce da una notte insonne con ancora addosso i vestiti del sabato precedente. Ormai avevo raccolto tutto il materiale necessario per il primo video e, facendomi coraggio, ho acceso la webcam e ho iniziato a parlare. Devo dire che è stato traumatico: la prima volta ti senti stupido, in realtà ancora oggi mi capita di sentirmici, nonostante siano trascorsi otto mesi da quando ho iniziato. Hai paura che il tuo video passi inosservato o peggio che gli utenti ti attacchino perché non sono d’accordo. Ma fortunatamente il riscontro con la rete è stato abbastanza positivo.

E come hai reagito quando hai ricevuto il primo commento al video?
Ricordo di aver reagito bene perché i primi furono tutti commenti positivi in cui gli utenti dicevano di adorarmi e che ero il loro nuovo idolo. Lì per lì non ci credevo, mi sembrava troppo strano leggere frasi come “sono un tuo fan”; è una cosa a cui non mi abituerò mai, mi suscita piacere ed imbarazzo allo stesso tempo. Non hanno tardato ad arrivare anche i commenti negativi, ma il più delle volte mi sono fatto una risata, anche perché prima di essere uno YouTuber sarò sempre uno spettatore e so bene cosa si prova a stare dall’altra parte.

Nei tuoi video affronti questioni legate alla cultura LGBT in maniera spiritosa e a tratti irriverenti. Perché hai scelto questa maniera, leggera se vuoi, per parlare di omosessualità?
Perché nella vita sono così: un ragazzo dispettoso che ama far ridere gli altri. Soprattutto in questi tempi di crisi credo che le risate siano un ottimo strumento per estraniarsi dai problemi. Da spettatore mi ero reso conto che gli YouTuber che preferivo erano proprio quelli che mi facevano ridere per non pensare ad altro. Quindi ho scelto questa formula, cercando allo stesso tempo di inviare un messaggio e fare informazione, soprattutto nei confronti del pubblico eterosessuale. Penso che la risata sia una risorsa molto potente per arrivare a un pubblico più eterogeneo possibile. Il mio intento è rendere partecipi gli eterosessuali di quale sia la nostra quotidianità, senza però annoiare o scendere nella tragedia. E magari chissà, allargare anche le menti più chiuse, ma quello forse è un sogno.

Ma non pensi che affrontare la questione sempre in maniera divertente, faccia sì che certi clichés non vengano abbattuti?
Il rischio purtroppo c’è, infatti me ne sono accorto e nell’ultimo video “I Gay sono malati?? Curiamoli!” ho eliminato i ragazzi gay effemminati, anche perché per esigenze di copione non mi servivano e soprattutto ho cercato di dare un tono molto più serio alla storia, specie nella prima parte del video. Quando l’ho ultimato ero molto preoccupato del risultato, neanche io capivo se volevo far ridere o commuovere in alcuni punti, ottenendo uno strano ibrido di cui ora, a mente fredda, vado molto orgoglioso, specie dopo i consensi ricevuti. Il video è stato accolto molto bene, grandi commenti negativi fin’ora non ne ha riscossi ed ha goduto della crescita numerica più veloce in termini di visualizzazioni, commenti e pollici in su.
In parte mi sento di dar ragione a chi mi ha esposto delle critiche, nel senso che in alcuni video i personaggi bizzarri occorrono e in altri no. E quest’ultimo video ne è stata la dimostrazione. Tuttavia non mi pento di come ho trattato i video precedenti, non cambierei nulla, perché dipende sempre dalla storia che si tratta. Per fare un esempio, quando ho parlato dei gay nel mondo del lavoro, ho volutamente proposto una situazione ai limiti del ridicolo, facendo assumere dalla negoziante il ragazzo gay ignorante anziché l’etero laureato solo per il fatto che fosse gay. Non tutti hanno capito questo messaggio, credendo che io volessi diffondere l’idea che tutti i gay sono ignoranti e superficiali.

Tuttavia, come hai appena detto, questa tua ironia a volte viene fraintesa e criticata anche aspramente. Ricordo qualche commento sotto il video sulla classificazioni delle lesbiche in cui ti si accusava anche di aver usato una serie di luoghi comuni anche offensivi. Cosa rispondi  a queste critiche?
Secondo me alla base c’è il problema che molte persone della comunità LGBT ricercano quasi con ossessione dei modelli da cui sentirsi rappresentati ma che allo stesso tempo ricalchino il più possibile le figure “sobrie” dell’uomo maschile e della donna femminile, che poi se ci pensi si riagganciano proprio ai modelli classici eterosessuali. Perciò nel momento in cui s’imbattono in qualcuno che invece fa ironia sugli stereotipi del gay “checca” e della lesbica “camionista”, devono assolutamente prenderne le distanze e disprezzarlo.  Succede anche in televisione se ci pensi, basti pensare alle solite “macchiette” come Cristiano Malgioglio o i vari concorrenti gay del Grande Fratello verso i quali c’è sempre stato grande astio da parte della comunità LGBT, introducendo frasi del tipo “noi non ci riconosciamo in loro” solo per il fatto che fossero effemminati. Credo che questo sia un problema molto grave, perché è la dimostrazione che l’omofobia esiste anche tra gli stessi gay. Il video sulle lesbiche di cui parli ha avuto più o meno le stesse critiche che ha ricevuto quello dedicato ai gay, con la differenza che mi sono anche permesso di dire che, secondo me, il sesso tra donne non è piacevole quanto quello tra due uomini oppure una coppia eterosessuale. Ho sottolineato nel video stesso che la mia era solo un’opinione personale e che probabilmente mi sbagliavo, ma non è servito e la polemica è nata ugualmente. Che poi mi chiedo perché prendersela tanto dato che la mia opinione non ha fondamenta e attendibilità essendo io un ragazzo gay.

Non pensi che invece la comunità LGBT sia stanca di vedersi rappresentare solo in un determinato modo che alla fine porta i “benpensanti” a definire carnevalate i gay pride?
Sì e ti dico che io sono il primo a non essere d’accordo su alcuni elementi che si presentano al gay pride. Non smetterò mai di andarci perché comunque mi piace, ma alcuni atti di esibizionismo dovrebbero rimanere tra le mura domestiche. Parlo ovviamente di chi, a parte le scarpe e un po’ di vernice sul corpo, non ha alcun indumento addosso, oppure di chi si concia sadomaso. Il gay pride non è l’occasione adatta per presentarsi in un determinato modo, va bene divertirsi e coprirsi di paillettes, ma allo stesso tempo un minimo di pudore è necessario, anche nel rispetto dei tanti bambini che partecipano alla manifestazione, oltre che per mantenere credibilità, specie nel nostro paese dove non abbiamo alcun tipo di diritto.
Per quanto riguarda i miei video vorrei puntualizzare una cosa: io non sono un attore, non ho mai studiato recitazione e quindi mi risulta molto difficile interpretare un ragazzo mascolino senza farne una caricata. Infatti questo va bene per gli etero omofobi, ma per i ragazzi gay non è la stessa cosa dato che sono effemminato e non riesco a controllare più di tanto i miei modi senza sembrare innaturale. In tutta onestà non mi sento proprio a mio agio e non mi diverto quando interpreto un ragazzo gay sobrio, infatti sono le parti che devo ripetere più volte per ottenere un risultato accettabile. Alcuni utenti mi hanno detto a chiare lettere che io invece di aiutare la comunità LGBT non faccio che ridicolizzarla e screditarla. Sinceramente non è questo il mio intento e sono felice che la maggior parte delle persone che mi segue l’abbia capito. La cosa che mi fa sorridere è che sono sempre stato attaccato per l’utilizzo dei personaggi gay stupidi e superficiali, quando insieme a questi negli stessi video c’erano anche i gay più controllati. C’è una coppia di ragazzi che infatti ho utilizzato spesso nei miei video, ma tra i due il ragazzo gay più contenuto negli atteggiamenti non viene neanche notato dagli utenti o apprezzato, proprio perché poco caratterizzato e per niente di spessore. Sostanzialmente sono personaggi che non funzionano in prodotti del genere e restano troppo di sfondo, ma che comunque servono per lo svolgimento della storia.
Forse mi sto giustificando, ma ti dico che per esigenze artistiche dovute ai miei limiti di “attore amatoriale”, la situazione al momento resterà la medesima, perché non sono proprio in grado di riuscire a fare di meglio. Ho troppi pochi minuti a disposizione per introdurre un personaggio dall’aspetto più sobrio, che a differenza di un altro più bizzarro ha bisogno di più tempo a disposizione per prendere piede all’interno di un qualsiasi prodotto e catturare le simpatie del pubblico. YouTube non è fatto per cortometraggi troppo lunghi, gli utenti tendono ad evitare i video di durata maggiore ai dieci minuti; più sono brevi e più sono popolari, un esempio ne è proprio WillWoosh i cui video durano una media tra i due e i cinque minuti. A differenza del cinema e della televisione vigono delle regole e dei formati troppo diversi ai quali l’autore deve sottostare. E tutto questo influenza anche il mio modo di lavorare.
Ho scelto di recitare nei panni dei ragazzi effemminati solo perché era più facile fare ironia ed entrare nella parte. Ma lo stesso è accaduto anche con i personaggi eterosessuali, praticamente tutti i maschi che ho interpretato sono degli omofobi e la maggior parte delle donne si rivelano delle stupide oche. Tutto questo solo per esigenze di copione, più il personaggio è eccentrico e più è facile interpretarlo e far divertire il pubblico, ma la cosa che un po’ m’infastidisce è che nessuno si è accanito sul fatto che anche i personaggi eterosessuali fossero ridicoli e stereotipati.
Questo perché le critiche negative, omofobi a parte che neppure considero, sono tutte arrivate da persone della comunità LGBT e non da eterosessuali. Credo che ci sia davvero poca autoironia nel nostro mondo e troppo spesso si è sul piede di guerra e coi fucili puntati. E questo al resto della società non sfugge, tanto che appariamo come delle perenni vittime che si lamentano di quanto la società ci ridicolizzi o tenga poco in considerazione.

In uno dei tuoi video, Coming out in famiglia, metti in scena una ipotetica confessione con i genitori di un ragazzo gay. Come è stato il tuo coming out? Quanto c’è in quel video della tua esperienza?
Fortunatamente non c’è nulla della mia esperienza! E so di potermi ritenere fortunato. I miei genitori l’hanno presa benissimo, anzi me l’hanno chiesto loro pochi giorni dopo che avevo lasciato casa per vivere da solo. Fin a quel momento non avevano idea della mia omosessualità, nonostante poi io sia un ragazzo abbastanza effemminato, ma sai com’è ai genitori certe cose sfuggono o si rifiutano di vederle. Poi un campanello si è acceso, mi hanno chiesto se sono gay in tutta tranquillità e a quel punto non ho più avutomotiviper negare. Ricordo ancora le parole di mio padre: “L’ultima cosa che m’interessa è quello che potrebbero pensare gli altri del tuo essere gay”. Mi ha colto di sorpresa, li avevo molto sottovalutati. Mia madre in seguito ha avuto una piccola crisi perché ha realizzato che non potrà mai avere dei nipoti essendo io il suo unico figlio, ma l’ho rassicurata dicendole che anche se fossi nato etero non avrei voluto dei bambini e che non sarebbe cambiato nulla.

Nei tuoi video spesso ti travesti per portare in scene dei personaggi, non hai paura che qualcuno ti definisca “la versione gay” di  Willwoosh?
Sinceramente la cosa non mi preoccupa. Primo perché mi sono chiaramente ispirato a WillWoosh e a CicciaSan, come ho detto prima e non ho problemi o vergogna ad ammetterlo. Secondo perché è un dato di fatto che ormai si è creato un genere lanciato soprattutto da WillWoosh, sono tanti gli YouTuber che si mascherano per interpretare tutti i ruoli, potrei farti almeno dieci nomi di ragazzi conosciuti, quindi non vedo perché dovrei preoccuparmene solamente io. L’importante è che non si copi e spero di non sembrare presuntuoso nel dire che non è il mio casodato che loro non parlano di omosessualità. Se poi il web vuole per forza etichettarmi come “la versione gay” di Willwoosh, ben venga, mi sento onorato dato che sono un suo fan!

C’è stato un commento, negativo o positivo, che ti ha colpito e perché?
Sì. Un commento che non saprei definire positivo o negativo. Fu da parte di una ragazza transessuale molto giovane che confermava di non riuscire a trovare lavoro a causa della sua identità di genere. In quel momento mi si è stretto il cuore, perché ho capito che purtroppo era tutto vero ciò che avevo trattato nel video “Discriminazioni sul lavoro nei confronti di persone transessuali”.

Cosa consiglieresti ad un ragazzo o a una ragazza che hanno paura di accettarsi?
Forse sarò scontato, ma mi limiterò a dire che non potete cambiare quello che siete. Potete solo imparare a conviverci o ancora meglio ad amarvi. Non c’è niente di male nell’essere gay, anche in Italia la situazione è migliorata rispetto a solo dieci anni fa. Siamo molto più fortunati della generazione dei nostri genitori da questo punto di vista, quindi cercare di approfittare del fortunato periodo storico in cui viviamo. In altri paesi del mondo l’essere gay viene punito con l’impiccagione o il carcere.Prendete la libertà che avete di poter essere voi stessi come un’occasione che la vita vi offre. Non vi fossilizzatesuciò che potrebbero pensare gli altri. Gli amici che vi abbandoneranno dopoil vostro coming out non saranno degni di far parte della vostra vita. Con i genitori siate più quieti, aspettate un momento in cui non possano limitare la vostra vita. Ne ho sentite troppe di storie di ragazzi gay segregati in casa o mandati a forza da uno psicologo. Se non volete correre il rischio, aspettate di essere indipendenti e poi tirate fuori tutto. Se invece i vostri genitori vi sembrano aperti, allora fate il grande passo: sarà l’occasione che aspettate da una vita per essere anche loro amici oltre che figli.

A quale video stai lavorando adesso?
Da diverso tempo mi sono deciso ad affrontare il tema delle adozioni. Volevo farlo subito dopo il video dedicato ai matrimoni gay, ma mi sono preso del tempo per pianificare tutto perché è un argomento molto delicato da trattare.
Poi ho un progetto molto grande per la testa, ma non dico nulla perché probabilmente è più grande delle mie reali possibilità di riuscita e non voglio creare false aspettative!

Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Prefazione: Paolo Vanacore
Copertina di e con Giovanni Trapani
Casa Editrice: Tempesta editore
Prezzo: 15,00 Euro