Racconti d'Estate - Il falò

Prologo
Secondo appuntamento con i racconti d'Estate che questa settimana sarà incentrato su uno dei principali appuntamenti che non può mancare nelle nostre sere estive, il falò, anche se alla fine...
Prima di lasciarvi vi ricordo l'appuntamento di venerdì con lo spin off di Un nuovo mondo, Marte Inverso.
Francesco Sansone



Il falò
Come ogni estate io e i miei amici almeno un paio di volte ci rechiamo in spiaggia per trascorrere una piacevole serata fra musica, birra e canne. Non decidiamo mai in anticipo quando andare, di solito avviene tutto in giornata, soprattutto quando durante le ore diurne il caldo è insopportabile e il sudore gronda da tutte le parti. Era proprio uno di quei giorni quando ho ricevuto la telefonata del mio migliore amico Luca. Ci conosciamo ormai da 15 anni e insieme ne abbiamo fatte e viste di ogni tipo, siamo sempre stati così uniti che tutti pensavano che fra di noi ci fosse qualcosa di più di una semplice amicizia, come se fra gay non si possa essere amici senza finire a letto. Non c’è mai stato alcun tipo di attrazione sessuale fra noi due, anzi l’uno per l’altro siamo il fratello che non abbiamo mai avuto. Quando quel giorno mi ha chiamato, aveva la voce affannata a causa del caldo che aveva sfiorato i 40° gradi all’ombra.
-          Piero, non c’è la faccio più. Fa caldooooooooooooo
-          Luca? Sei tu?
-          E chi dovrebbe essere?
-          Non lo so… e che la tua voce è così… così…
-          Accaldata?
-          Eh!
-          Eh! Che dici se stasera andiamo in spiaggia? Se dici di sì ci penso io ad avvisare gli altri – gli altri sono Laura, la sua froci ara, Paola, la mia, i  fidanzati delle due e, ancora, Giuseppe e Mattia, nostri cari amici che stanno assieme da 7 anni senza mostrare alcun segnale di crisi del settimo anno, e Maurizio, un ragazzo che è entrato nel gruppo tramite Luca che lo ha conosciuto una sera in discoteca per cui aveva perso la testa, ma quando questi gli fece capire che fra loro si sarebbe potuta essere solo una bella amicizia, il mio amico si mise il cuore in pace e accettò la cosa, consolandosi la sera stessa con due tipi incontrati in un pub (come è labile l’amore).
-          Sì, pensaci tu. Ho ancora un  casino di cose da fare qui a lavoro che non ho neppure tempo di andare a comprare un tea.
-          Ok, a stasera alla stessa ora, allo stesso posto e…
-          Stessa piaggia e stesso mare  - dico sfottendolo
-          Sei un demente, lo sai?
-          Colpa tua. Sei tu che mi fai sto effetto.
-          Già! In questi casi è sempre colpa mia. A stasera.
Chiusa la chiamata, ho continuato il mio lavoro e quando alle 18:00 timbrai il cartellino, sono andato a casa per farmi una doccia per liberarmi dallo strato di sudore accumulato durante tutta la giornata, cambiarmi e prendere un telo mare da portare con me. Ancora con l’asciugamano avvolto nei fianchi, ho notato che sulla segreteria c’erano alcuni messaggi e fra questi uno era di Piero.
“ Ciao Piero. Questa sera le nostre frociare non ci sono e neppure i due piccioncini. Le prime sono a cena con alcune colleghe di lavoro, mentre Giuseppe e Mattia vanno alla festa di compleanno della madre di uno di loro. Insomma saremo solo noi e Maurizio, il quale ha detto che porta un amico. Che decidi di fare? Andiamo  o rimandiamo? Fammi sapere, aspetto una tua chiamata per dare conferma a Maurizio."
Finito di ascoltare il messaggio, sono rimasto indeciso sul da fare perché devo ammettere che Maurizio mi metteva un po’ a disaggio. Ogni volta che lo vedevo, la sua presenza mi imbarazzava, perché mi ritrovavo i suoi occhi addosso. Non mi ha mai detto nulla, però avvertivo che vorrebbe qualcosa in più di una semplice amicizia e non parlo di una storia d’amore. Tuttavia, benché fosse un bel ragazzo con tutti i tratti fisici che mi fanno impazzire (muscoloso, rasato, molto cool e colto), non mi andava di rovinare una pseudo amicizia per una scopata che vuoi o non vuoi compromette sempre i rapporti. Mentre continuavo a riflettere su cosa fare, sentii il citofono di casa suonare.
-          Chi è?
-          Luca!
-          Luca?
-          Eh! Luca.
-          Eh! Che vuoi?
-          Apri
-          Ma che ci fai qui?
-          Ma che ne dici di aprirmi e parlarne in casa?
-          Hai ragione
-          Eh!
-          Eh!
Non ho pensato a rivestirmi, perché con Luca ormai non c'erano più di queste formalità, però quando ho visto che insieme a lui c’era Maurizio, sono diventato rosso.
-          Maurizio ci sei pure tu?
-          Già! Spero non ti dispiaccia
-          No, è che se lo avessi saputo, mi sarei vestito
-          Non ti preoccupare. E poi stai bene con solo un asciugamano addosso – mi ha detto squadrando nel dettaglio i miei pettorali bagnati, mettendomi ancora in imbarazzo, soprattutto quando mi fissò negli occhi e disse – Sai che col viso e i capelli bagnati, fai proprio sangue?
-          … Come?
-          Ah!!! Smettila di fare il provolone Maurizio – è intervenuto Luca – Ascolta Piero, siamo venuti per sapere che fare se andare in spiaggia oppure mangiare qualcosa da qualche parte?
-          Non lo so, voi che cosa vorreste fare?
-          Be’, dato che anche l’amico di Maurizio non viene e siamo solo noi tre che ne dici di mangiare qualcosa in una panineria?
-          Se per voi non ci sono problemi, ci sto. Anche se, dato che sono stanco, vi va se ordiniamo una pizza e la mangiamo qui guardando un bel film?
-          Un porno?
-          No, Luca, di certo non un porno
-          Peccato! Comunque a me sta bene restare qui, mi scoccia guidare troppo
-          Per te Maurizo, va bene?
-          Certo – ha risposto continuando a fissarmi e questa volta l’imbarazzo fu tale che ho dovuto calare lo sguardo.
-          Bene, allora vado a vestirmi e chiamiamo la pizzeria, infondo sono già le otto – e mentre mi recavo in camere, l’asciugamano, si slegò cadendo sul pavimento e lasciandomi completamente nudo di fronte Luca e Maurizio.
-          Fa caldo, vedo? – ha detto Luca
-          Scusatemi, è caduto da solo
-          Sicuro che non vuoi che ci spogliamo pure noi?
-          Maurizio smettila adesso! – abbiamo detto in coro io e Piero
-          Ok, ok. Peccato però – ha risposto un po’ deluso dalle nostre reazioni.
Dopo aver cenato ci siamo messi a guardare un film, ma proprio durante i titoli di testa a Luca arrivò una telefonata.
-          Ehi, dove sei? Come? Adesso? Ma… Ok, arrivo. A tra poco. Ciao
-          E dove vai adesso? – ho domandato
-          Vi ricordate il figone della palestra di cui vi parlavo?
-          Quello per cui ti sei segato sotto la doccia degli spogliatoi?
-          Esatto!
-          Eh! Allora?
-          Ci siamo parlati stamattina mentre ci allenavamo e ad un tratto mi ha detto se mi avrebbe fatto piacere uscire una di queste sere. Io ho detto di sì e lui ha deciso di vederci stasera.
-          Ma non puoi andartene così.
-          Dai Piero non puoi farmi perdere questa scopata.
-          Sì, però…
-          Dai lo vediamo un altro giorno il film. Per favore – mi ha detto con gli occhi da gatto innamorato, o meglio voglioso.
-          Va bene. Maurizio mi spiace, sarà per la prossima volta
-          Ma veramente…
-          No è meglio che vai.
-          Sei sicuro?
-          Sicurissimo.
-          Peccato!- ha detto alzandosi e dandomi un bacio sull’angolo della bocca. Quel gesto mi fece riscaldare e lui lo vide benissimo.

Rimasto da solo, pensavo a quanto fossi stato scemo a mandare via Maurizio e cominciai a dirmi di essere un cretino. L’eccitazione mi stava scoppiando da dentro i pantaloni e così, mi liberai dai jeans e dagli slip e iniziai a giocare con il mio membro, mentre avevo messo la tv su un canale di porno. Mi stavo abbandonando al piacere mentre sentii suonare alla porta, tornado in me e con l’eccitaizone ancora più evidente di prima, sono andato a vedere chi fosse. Era Maurizio
-          Scusami ho dimenticato le chiavi sul tavolo – e dicendolo entrò nel salone e vedendo la tv, mi guardò – vedo che ti stai divertendo?
-          Be’… veramente… stavo facendo zapping.
-          E guarda caso sei inceppato su questo porno – mi ha detto calandosi e raccogliendo i miei slip – E questi? Facevano pure loro zapping?
-          E che…
-          Smettila di trovare giustificazioni – e sì buttò su di me iniziandomi a baciare con una forza e con una passione che indicava tutto il suo desiderio.
Tornò a liberarmi dai pantaloni e mi gettò sul divano, facendomi suo. Prima il membro, poi i capezzoli e a poco a poco ogni parte del mio corpo passò sotto la sua bocca e le sue mani, fino a quando non sì stese sul pavimento e mi disse di farlo mio. Persi il controllo di me, dimenticai tutte le mie convinzioni sul non rovinare una pseudo amicizia con il sesso e tutte quelle menate che per una vita intera mi hanno sempre privato di divertirmi come volevo, e entrai in lui che apprezzò la mia foga. Si muoveva sotto la morsa del piacere. Era lui che dirigeva il gioco, era lui che si faceva scopare come voleva e a me la cosa piaceva. Quando la nostra eccitazione arrivò al massimo, insieme liberammo l’orgasmo, cadendo poi distrutti sul pavimento. Guardavo il soffitto mentre lui, ancora a pancia sotto, guardava lo schermo del televisore sul cui ancora c’erano ragazzi che ci davano dentro.
-          Ci voleva così tanto per lasciarti andare? – mi ha domandato dopo una ventina di minuti passati in silenzio
-          E che non volevo rovinare la nostra amicizia
-          E chi ha detto che si rovinerà?
-          Be’ non vorrei che adesso…
-          Stai certo che non pretenderò nulla da te se non l’amicizia e qualche altra serata “falò”, se lo vorrai. – Dicendolo si alzò, andò a farsi la doccia, mentre io restai ancora lì dove ero, per riprendermi i miei odori. Quando usci, tutto bagnato, venne da me, si rivesti.
-  Ci vediamo domani all’aperitivo?
-          Certo come sempre.
-          Infatti, come sempre – e prendendo le chiavi si recò alla porta dicendomi – Ero certo che eri così.
-          Così come?
-          Così! – e chiuse la porta lasciandomi ancora nudo sul divano.

 Rubrica a cura di Francesco Sansone
Locandina a cura di Giovanni Trapani