Racconti d'Estate - Buon Compleanno


Prologo
Un altro mercoledì è arrivato e un altro Racconto d'Estate è pronto a tenervi compagnia in queste giornate estive. Ieri è entrata ufficialmente l'estate e il caldo finalmente si fa sentire e forse finalmente potremo andare al mare (almeno si spera). Vi lascio a questo racconto sperando che vi piaccia.
A presto
Francesco Sansone






Buon Compleanno

Non vedo l’ora che arrivi stasera. Oggi è il mio compleanno e lo festeggerò con una mega festa in una discoteca che ho affittato per l’occasione. Fra i tanti invitati ci sarà pure Vittorio, il ragazzo più bello della scuola. Stravedo per lui sin dal primo anno di scuola, 5 anni fa, anche se lui non lo sa e forse non lo saprà mai. Vittorio è il ragazzo più popolare della scuola, quello per cui ha un senso alzarsi la mattina con la voglia di recarsi in quel posto addetto all’istruzione. Ogni volta che lo vedo è sempre circondato da un fila di ragazze e secondo le voci che girano nei corridoi almeno il 50% sono andate a letto con lui. Ho avuto modo di parlargli per la prima volta nella sala d’attesa del preside, il quale ci aveva fatto chiamare per scoprire se sapevamo qualcosa riguardo ad un litigio avvenuto fra un mio compagno e uno di Vittorio. Quando mi vide, mi disse che non capiva il motivo del perché chiamò proprio lui che durante il litigio era altrove, e per l’esattezza nei bagni a scopare con una ragazza e mentre lo diceva mi guardava con lo sguardo di chi sa che suscita invidia negli altri ragazzi. In  realtà io provavo invidia per quello che diceva, ma solo perché speravo di stare io con lui nei bagni. Durante quella mezz’ora di attesa parlammo del più e del meno e notai ogni singolo tratto del suo corpo. Era bello e con il passare del tempo quella bellezza acerba è diventata ancora più sensuale. Ogni singolo gesto suscitava voglia di fare sesso, del sesso selvaggio per esser onesti. Comunque da quel giorno dal preside, diventammo amici, ci vedevamo spesso e spesso capitava che ci si ritrovava in casa di uno o dell'altro a masturbarci di fronte a un video porno, ma di più niente, anche se tornato a casa mi chiedevo in camera e tornavo a smanettarmi pensando a lui che godeva masturbandosi.





***

A mezzanotte in discoteca non ci si può più muovere. La gente balla e beve e si lascia andare ai piaceri, ma di Vittorio ancora non c’è ombra e la disperazione di non averlo accanto, mi demoralizza e vado a bere.

-          Ehi festeggiato, auguri!!! Scusa per il ritardo.

-          Vittorio sei arrivat… ma sei completamente ubriaco.

-          No… Beh, forse solo un pochino.

-          Dove sei stato, come mai hai fatto così tardi?

-          A dire il vero… - e ride come solo una persona ubriaca sa fare quando gli fanno una domanda – meglio non pensarci - e mi da una pacca sulla schiena che lentamente scivola fino al sedere. Questo gesto mi fa sobbalzare e lo guardo negli occhi e noto uno sguardo, quello sguardo che fa arrossire tutte quante e che ha sempre fatto arrossire pure me e che mi fa godere nei miei solitari momenti di piacere.

-          Vittorio stai bene?

-          Mai stato meglio, amico mio – e si butta sulle mie labbra, infilandoci la lingua.


“Adesso che faccio, voglio continuare a baciarlo, voglio continuare a sentire la sua lingua a contatto con la mia, voglio afferrarlo e possederlo, ma come faccio, se lo facessi adesso, tutti se ne accorgerebbero. Devo trovare un posto dove appartarci, ma dove? Ah! Sì. Il guardaroba, nessuna potrebbe vederci. Però Vittorio è ubriaco e non si renderebbe conto di quello che sta facendo, e poi come potrei giustificarlo domani? Come potrei spiegargli cosa è successo? Potrei perderlo e non vorrei rischiare di vederlo uscire dalla mia vita, la sua sola presenza per me è motivo di piacere.”


-          A cosa stai pensando Luca – mi chiede vedendomi perso nei miei pensieri.

-          Cosa?

-          A cosa stai pensando? Non era forse il regalo che più desideravi?


“Come mai mi dice queste cose? Possibile che abbia sempre saputo dei miei sentimenti per lui? Ma se così fosse, perché non mi ha mai dato modo di pensare che sapesse tutto? O forse lo faceva quando ci segavamo assieme?”


-          Luca, allora, ci sei?

-          Sì, scusa è che…

-          Sai a cosa pensavo?

-          No, a c-cosa?

-          Che potremmo andare ad aprire il mio pacco regalo nel guardaroba.



“CHE COOOOSA?  HA PROPRIO DETTO QUELLO CHE HO SENTITO OPPURE NON STO CAPENDO UN CAZZO PER VIA DEL DRINK CHE HO BEVUTO? CHE FACCIOOOOOOOOOO… AIUTOOOOOOOOOO!!!!”


-          Dato che non mi rispondi, lo prendo per un sì – e mi prende per mano e mi trascina in quella stanza occupata da poche giacche e tante borse. – Qui non ci vedrà nessuno. – e inizia a baciarmi con ardore.

Quei baci tanto immaginati, adesso sono veri e Vittorio non si limita a semplici bacetti. Mi divora letteralmente. Mi priva e si priva della maglietta e con la testa si cala all’altezza dei capezzoli che fa suoi. È un vulcano in piena attività, si cala ancora un altro poco e mi ritrovo ad vere i bottoni dei pantaloni bianchi sbottonati e il mio membro sulla sua bocca. Non capisco più nulla, il piacere mi assale. Mi appoggio al muro, distendo le gambe e lascio che lui faccia del mio fallo quello che vuole. Mentre mi fa suo, mi guarda con gli occhi e il suo sguardo è sempre ipnotico. Si libera la bocca e mi dice, senza giri di parole, “fottimi”. Non me lo faccio dire due volte e, dopo aver indossato un preservativo, e averlo inumidito, entro in lui con un po’ di difficoltà iniziali, ma quando sono in lui, tutto è come nelle mie fantasie. Il suo piacere giunge alle mie orecchie come fosse una musica dolce. Lui continua a ripetere il mio nome e questo mi fa impazzire. Lui continua ad essere un fiume in piena, non si ferma, mi chiede di essere più focoso e io lo accontento. Mentre continuo a spingere, sento che il mio piede viene bagnato da un getto diretto, proveniente dal suo membro. Questo tocco, mi fa raggiungere l’apice e in un niente, e così mi ritrovo a riempire il profilattico del mio seme. Appoggio la testa al muro, mentre lui si solleva e si appoggia anch’egli al muro.

-          Spero che questo regalo ti sia piaciuto e che lo ricorderai per tutta la vita. E non pensare che l’ho fatto perché sono ubriaco, perché non è così. Ho fatto solo finta per darti una smossa. Se aspettavo te, non avrei potuto darti il mio regalo. Ero sicuro che fossi così, l’ho sempre immaginato quando ti guardavo segare accanto a me.


“Cosa? Pure lui mi guardava mentre ci segavamo assieme? E io che pensavo che…”


-          Adesso andiamo, tra poco devi spegnere le candeline.

-          Ma più tardi posso giocare di nuovo con il mio regalo?

-          Sei tu il festeggiato. Hai diritto di giocarci quando vuoi. Buon compleanno, caro Luca.

-          Grazie Vittorio.


Rubrica a cura di Francesco Sansone
Locandina a cura di Giovanni Trapani