Racconti d'Estate - Alejandro

Prologo
Ritornano oggi i Racconti d'Estate. Storie di passioni calde come lo è la bella stagione. Incontri fortuiti che si concludono subito dopo l'essersi consumati, piccoli momenti di piacere che rendono l'estate la stagione del divertimento per eccellenza. Ogni mercoledì fino alla fine di Luglio vi troverete a leggere di incontri,passioni, divertimenti e molto altro ancora all'insegna del piacere puramente fisico. 
   Prima di lasciarvi, permettetemi di ringraziare Giovy per la realizzazione delle nuove locandine.
Buona lettura.

Francesco Sansone


Alejandro

Ero in discoteca per festeggiare l’entrata dell’estate quando, mentre mi dimenavo sulle note della canzone di Lady Gaga, ho visto un ragazzo bellissimo. Il suo corpo non aveva neppure un muscolo non sviluppato, un’abbronzatura compatta dal capo, dove i capelli erano rasati, alla vita. Era senza maglietta e l’abbronzatura delineava le sfumature che il movimento dei suoi muscoli creavano. Non aveva neppure le scarpe, l’unico indumento che indossava era un paio di pantaloni bianchi aderenti che risultavano essere una sorta di seconda pelle. Vedendolo non  ho potuto resistere e mi sono avvicinato a lui per attaccare bottone, certo comunque che neppure la mia bellezza non era meno della sua in fatto di lasciare gli altri senza fiato. Più alto di lui di qualche centimetro, più definito che pompato rispetto a lui e capelli curati e tagliati alla moda, mi sono avvicinato a lui facendo modo che la mia camicia bianca sbottonato fino alla croce dei miei pettorali, li mostrasse camminando.
-          Ciao come ti chiami?
-          Alejandro
-          Alejandro?
-          Come?
-          Ti chiami Alejandro?
-          E tu chi saresti, Lady Gaga?
-          Scusa?
-          Ah… lascia perdere! Sto ballando e non campisco nulla.
Appena mi sono sentito dare questa risposta, mi sono reso conto che era un tipo superficiale e andando verso il bar, inizio a pensare che forse non mi aveva sentito e che Alejandro non fosse il suo nome, ma che stava semplicemente cantando la canzone che stava andando e che lui ballava come un pazzo su quel cubo. Mi sono sentito sprofondare e quando ho avuto in mano il mio wodka alla pesca e red bull, l’ho buttato tutto giù di un colpo cercando di dimenticare la figuraccia di poco prima.
-          Lady Gaga?
-          Come? – mi giro e ho visto che accanto a me c’era colui che mi aveva colpito e che ho pensato si chiamasse Alejandro.
-          Ciao Alejandro. – e sentendomelo dire ha fatto un sorriso.
-          Non volevo sembrarti scortese prima.
-          No figurati…
-          Invece ho avuto l’impressione che ci fossi rimasto male.
-          Be’… forse un po’…       
-          Mi spiace. Di solito non sono superficiale, ma non ti avevo sentito e non ti riuscivo ad ascoltare.
-          Posso offrirti qualcosa?
-          Sì! Prendo quello che hai preso tu e che hai buttato giù in un sol sorso.
-          Subito.

***

-          Vieni sediamoci su quel divanetto fuori – mi dice sorridendomi. Una volta seduti mi fissa con uno sguardo che fece risvegliare ogni singola parte del mio corpo. – Sai che sei bello?
-          E tu lo sai che tu non sei da meno?
-          Be’ in effetti è vero – mi ha detto continuandomi a fissare con quello sguardo magnetico che vedevo avvicinarsi sempre più fino a quando non ho sentito la sua lingua dentro la mia bocca. Mi stava baciando e lo faceva benissimo. Le sue mani, intanto, si facevano spazio sotto la mia camicia, mentre io con le mie, toccavo ogni singolo muscolo del suo corpo. – Vieni – mi ha sussurrato all’orecchio  e prendendomi per mano, ci siamo diretti verso il giardino che di solito ospita tutti coloro che non riescono a tenere a freno i propri ormoni proprio come noi in quel momento. Arrivati in un posto abbastanza coperto, lui si chinò di fronte a me prendendo in se’ quella parte di me ormai turgida, ormai vogliosa. Io tirai indietro la testa sentendo vibrare ogni parte del mio corpo. Mi girò e in poco tempo fu dentro di me. Non dicevo nulla, lasciavo che il piacere parlasse per me tramite i gemiti di piacere. Si muoveva in me con violenta dolcezza. Ogni movimento era per me motivo di godimento tanto che al suo “vengo” io non resistetti più e quando fu fuori da me appoggiandosi con le spalle sul mio petto per far uscire il suo seme, quell’ulteriore contatto mi fece venire insieme a lui.
Restammo silenti a fissare il liquido uscito dai nostri corpi e respirando affannosamente per riprenderci da quel sesso improvviso.
-          Ci vediamo la prossima volta – mi disse dopo esserci ricomposti e avermi dato un bacio
-          Sì, però mi dici come ti chiami?
-          Alejandro, Lady Gaga. Mi chiamo Alejandro – mi rispose strizzandomi l’occhio e andando via per tornare a ballare.



Rubrica a cura di Francesco Sansone