L'Angolo di P - Nasce l'idea, sorgono i problemi - A cura di Gianni

Prologo
Ed eccoci arrivati all’ultima sera in cui prendo possesso totale del blog di Fra’, da domani immagino tornerà alle sue vecchie mansioni di ideatore, editore e scrittore di questo spazio virtuale... mi auguro non vi siate annoiati in mia compagnia!! =)

Concludo questa avventura con un altro articolo delle mie due rubriche nello specifico L’Angolo di P, dove il nostro adolescente(io) entra ancora di più nel complesso mondo delle emozioni soprattutto osservando come cambia il mondo dei suoi amici di quell’età. Vi lascio alla lettura di questo nuovo capitolo!

Buona lettura
P l’ex sovversivo( “ex” perché devo comunque tutelare la sopravvivenza delle mie rubriche...)






Nasce l’ idea, sorgono i problemi.

Parallelamente a quello che mi succedeva con Fabio e nell’ambito scolastico, la mia vita sociale andava sviluppandosi però anche in altri sensi. Avevo regolarmente un gruppo di amici che abitavano nel mio stesso palazzo con cui mi vedevo frequentemente nel parcheggio adiacente l’edificio in cui abitavo, e nei week end invece la mia vita di adolescente si svolgeva grazie al contributo di un mio cugino; Alfredo. Con Alfredo c’è sempre stata una sorta di amicizia fraterna, coetanei poiché nati uno a pochi mesi di distanza dall’altro e visto che le nostre madri, che erano sorelle, passavano molto tempo insieme. Come cugini abbiamo condiviso molto tempo insieme sin da bambini. Lui era molto più spavaldo di me anche nella comunicazione con le altre persone, e dove io arrancavo per farmi conoscere lui era spontaneo come spontanea è l’acqua che sgorga da una fonte. Si vedeva che il mio evolvere era più lento del suo anche se anagraficamente sono il più grande e devo dire che il suo tendermi la mano mi è stato di aiuto nei primi approcci sociali. Cosi mi affiancai a lui e al suo gruppo in questi primi anni delle superiori e nei week end visto che mia madre andava a giocare a carte a casa di una mia zia, altra sua sorella, nello stesso palazzo in cui abitava anche mio cugino, mi veniva facile poter frequentare questa allegra combriccola. Con mio cugino e il suo più grande amico nonché compagno delle medie andavamo in giro per il centro della nostra città per raggiungere le case dell’amico o dell’amica che ci ospitava in quel sabato sera da adolescenti e molte volte ci ritrovavamo a casa dello stesso Alfredo a fare un poco di sana confusione giovanile. In questo periodo in cui tutto era divertimento però le cose stavano per cambiare rapidamente. Crescendo si sa i pensieri vanno diventando sempre più complessi e si pensa a cose che prima non ci sfioravano minimamente. Era finito il periodo dei giochi, mi accorgevo sempre più con terrore che stava iniziando il periodo degli amori. Col senno di poi credo che questa fase negli anni precedenti la prendevo solo come una mera emulazione dei pensieri degli altri, ne ero scarsamente interessato ma mi incuriosiva probabilmente questo gioco simpatico tanto da emulare gli altri. Solo con i miei pomeriggi di studio con Fabio iniziai probabilmente a capire che il mondo delle idee si sviluppa in svariati modi e quindi anche l’idea dell’amore prima o poi doveva sbocciare. Iniziavo quindi a sentire discorsi come “quella ragazza è carina”; oppure “guarda questo giornaletto porno rubato a mio fratello”; ancora le prime video cassette hard rubate al padre di qualche amichetto; e poi il relazionarsi in maniera più stuzzicante con le ragazzine rispetto all’approccio a cui ero abituato nelle scuole medie. Le feste fatte in casa servivano anche a questo; davano la possibilità a noi giovani paperotti di approcciarci con le paperelle del gruppo o con le amiche di queste che si aggiungevano sabato dopo sabato. In quel contesto la mia timidezza si trasformava in puro disagio, a guardarlo dall’alto ora riesco anche a capire il perché. Io non ero pronto a quel tipo di gioco, e non lo sarei stato mai, la cosa mi interessava davvero poco se non proprio niente, ma mi pesava il fatto che i miei amichetti dell’epoca potessero accorgersi di questo mio estraniarmi al loro mondo delle idee. Mi sentivo fuori dai giochi che facevano e mi sforzavo a dare risposte consone al loro modo di pensare se mi veniva richiesta una più focosa partecipazione. Dentro di me ribolliva altro che cercavo fortemente di soffocare in quel periodo e i miei pensieri mi davano solo tormento interno. Non ero triste però come ragazzo; il mio sorriso non si spegneva facilmente perché quando si ritornava a parlare di cose che non concernessero le ragazze o il mondo dei sentimenti puerili ritornavo frizzante e vivace. Volevo solo giocare, divertirmi, parlare di tutto tranne che di primi amori, prime cotte, primi baci e quant’altro. Il mio peso, e i miei occhiali giocavano in questo scenario a mio vantaggio. Oggettivamente brutto e trasandato non potevo suscitare altro che simpatia alle persone e questo mi dava un po’ di respiro paradossalmente. Io ero conosciuto come un ragazzo timido all’impatto quindi da me non ci si aspettava nessuna mossa azzardata per approcciarsi ad una ragazza, ne tanto meno ci si aspettava che una ragazza si approcciasse a me perché poco interessante a livello estetico. Sarà per questo che mi sono crogiolato nel mio grasso e nel mio specchio rotto per lungo tempo? È possibile che sia andata proprio cosi anche se alla fine queste caratteristiche giocavano due ruoli distinti a seconda delle situazioni in cui mi ritrovavo a vivere.

Perché io dovevo essere l’unico che non aveva pensieri maliziosi verso il sesso opposto al mio? Perché anzi mi ritrovavo a pensare ad un ragazzo e tanto forti erano questi pensieri quanto sentivo che essi “pulsavano” dentro di me? Perché proprio io? Perché proprio io visto che già non mi potevo ritenere fortunato per come Madre Natura mi aveva schiaffeggiato alla nascita? Erano queste le domande che affollavano la mia mente adolescenziale e non davano pace. Tutto ciò che mi passava per la mente aveva solo il compito di non esplodere al di fuori rendendo partecipi le coscienze degli altri. Non volevo assolutamente anche perché non mi riuscivo a rassegnare all’idea che io dovevo provare pulsioni che non corrispondevano ai gusti dei miei coetanei.

tutto ciò che avevo realizzato in quel periodo si rifletterà anche nella sfera sessuale. Era infatti da poco che avevo scoperto l’autoerotismo e non ero minimamente contento di ciò che pensavo mentre la pulsione erotica accelerava dentro di me.

Però tutto ciò ve lo racconterò la settimana prossima…

Un saluto

Gianni



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