Altri Mondi - Arcigay Palermo. Intervista a Daniela Tomasino

Prologo
Questo martedì lo spazio di Altri Mondi è dedicato alla sede palermitana dell'Arcigay. Tramite le parole della vice presidente Daniela Tomasino, scopriremo tutto ciò che l'associazione svolge nel capoluogo siciliano.
Salutandovi ci tengo a ringraziare Daniela Tomasino per la sua disponibilità e per il lavoro che svolge, insieme a tutto il suo team, per la città di Palermo.
Francesco Sansone


Arcigay Palermo: Intervista a Daniela Tomasino

Arcigay Palermo è stata la prima sede di genere a nascere in Italia nel 1980 anche se solo a livello regionale. Solo nel 1985, infatti, diviene un vero è proprio movimento nazionale. Tuttavia è dal 2009 che la sede di Palermo ha lasciato un’improntata nella città e nei cittadini. Cosa è successo in questi anni? Perché nel capoluogo siciliano l’arcigay ha faticato a prendere vita?
   Credo che l’impronta in città Arcigay l’abbia lasciata proprio a partire dal 1980. I militanti del Fuori! E poi di Arci-gay (allora si chiamava così) hanno fatto uno splendido lavoro di mobilitazione ed hanno scosso le coscienze. È grazie a loro che esistiamo, ed è sui loro passi che cerchiamo di camminare. È vero invece che forse oggi noi ci troviamo ad operare in un contesto più facile: un’associazione nazionale forte, un facile accesso ai social network ed al web, un contesto cittadino che, appunto grazie a chi ci ha preceduto ed ancora oggi è attivo è pieno di realtà associative e culturali con cui costruire percorsi comuni.


Dal 2009 a oggi, che sono passati quasi due anni dal vostro “ritorno”, che tipo di attività avete fornito a gay, lesbiche e trans della città?
   In primo luogo forniamo assistenza legale e supporto psicologico a chi dovesse averne bisogno. Per l’assistenza legale basta contattarci: abbiamo un avvocato volontario, che collabora con Rete Lenford, e con il nostro sportello legale nazionale. Per lo sportello di counseling psicologico basta inviare una mail alla nostra psicologa volontaria: liliana_help_arcigay@hotmail.it. Lei provvederà a fissare un appuntamento o a indirizzare al servizio eventualmente occorrente. Oltre a questo abbiamo lavorato con le istituzioni per promuovere i diritti delle persone LGBT e per realizzare azioni contro l’omofobia. Questo lavoro, che ha coinvolto anche il coordinamento Stop Omofobia, ha portato a risultati importanti come la mozione anti-omofobia e il ddl regionale contro le discriminazioni per le coppie di fatto: sono risultati parziali, ma che possono costituire un buon punto di partenza per realizzare una parità effettiva. Con noi lavora un gruppo di LGBT sordi (la cui responsabile, Monica Catalano, è diventata da pochi giorni responsabile nazionale arcigay LGBT sordi): stiamo cercando di imparare a integrare le persone che sono a rischio di discriminazione multipla, come appunto i sordi omosessuali. Non è una cosa scontata: occorre cambiare prospettiva e trovare gli strumenti adatti. Abbiamo avviato due corsi di introduzione al LIS (Lingua Italiana dei Segni) e cerchiamo di disporre per gli eventi più importanti di interpreti LIS volontari. Ma è solo l’inizio: ci piacerebbe ad esempio riuscire ad aiutare i migranti LGBT presenti nelle provincie di Palermo e Trapani.
   Grazie ai progetti della struttura nazionale di Arcigay, abbiamo offerto ai volontari numerose occasioni di formazione ed opportunità di crescita. Abbiamo cercato di realizzare anche eventi culturali, quali presentazioni di libri e mostre: proprio nell’ambito dell’arte contemporanea abbiamo in serbo un progetto a cui stiamo lavorando per la città di Palermo… ma per il momento è ancora in fase di elaborazione. Un’altra delle attività dell’associazione è quella di ricordare e commemorare gli appuntamenti nazionali ed internazionali: la giornata della memoria, quella contro l’omofobia e la transfobia, la giornata del dialogo tra omosessualità e religioni, la giornata contro l’AIDS. È un vero e proprio calendario di eventi, per tenere viva l’attenzione e sensibilizzare su temi importanti per la comunità LGBT.
   Last, but not least: la socializzazione. Cerchiamo di fornire occasioni di incontro e di confronto per la comunità. A Palermo in realtà esistono delle belle realtà “commerciali” che riescono ad aggregare molto bene gay, lesbiche, bisessuali e persone trans. A Trapani forse invece potremmo fare la differenza.


Che atteggiamento c’è a Palermo nei confronti dei gay?
Palermo è a macchia di leopardo: episodi di violenza e sopraffazione (soprattutto all’interno delle famiglie) convivono con spazi di grande libertà e integrazione. Non è raro vedere due gay o due lesbiche che camminano mano nella mano senza alcun fastidio, ma non mancano i casi in cui un gay viene licenziato o cacciato di casa dalla famiglia. Trovo che sia molto forte, come nel resto d’Italia, la transfobia: per una persona trans è difficile trovare un appartamento in affitto o un lavoro.


Lo scorso 19 Giugno c’è stato per la prima volta a Palermo un gay pride. Un pomeriggio molto importante per tutti i gay e gli eterosessuali che hanno sfilato l’uno accanto all’altro in nome di un riconoscimento che in un paese civile come il nostro ancora manca. Come siete riusciti ad organizzare questo evento?
   Con molta incoscienza. Io, ad esempio, ero contraria: quando Articolo Tre, nell’ambito del Coordinamento Stop Omofobia l’ha proposto, a me è sembrata un’idea azzardata, al di sopra delle nostre possibilità. Invece il coordinamento ha fatto da catalizzatore per moltissime iniziative ed energie: senza la capacità di lavorare insieme non sarebbe mai stato possibile realizzare il pride, ma nemmeno la mozione anti-omofobia del Comune di Palermo o il ddl regionale che affronta parzialmente la discriminazione nei confronti delle coppie di fatto. È stato un evento per l’intera città: 10 giorni di dibattiti, spettacoli, mostre, concerti, iniziative di ogni tipo, che hanno avuto l’acme nella parata del 19 giugno. Hanno contribuito decine e decine di volontari di tutte le associazioni e realtà coinvolte, ed è stato grazie al loro impegno generoso che è stato possibile realizzare il pride: la segreteria organizzativa, il fotografo, il grafico, il webmaster, e tanti altri ancora. Vorrei anche citare il CIG, il comitato Arcigay di Milano, che ci ha dato un contributo nell’ambito del loro bando “Sponsorizzazioni e contributi economici verso associazioni e gruppi terzi”.


Perché eri contraria alla realizzazione del pride? Cosa non ti convinceva o quanto meno ti preoccupava?
Ero contraria per eccesso di prudenza. Come nuova dirigenza locale avevamo pochissima esperienza, e cimentarsi un evento storico come il primo pride in assoluto temevo fosse al di sopra delle nostre possibilità. Inoltre eravamo e continuiamo ad essere un comitato che opera con pochissimi fondi, grazie al lavoro dei volontari ed alla grande disponibilità del Blow up, che ci dà una sede gratuita, e mi domandavo come avremmo fatto a raccogliere i soldi per gli eventi del pride. Invece c'è stata una grande mobilitazione di tutti i membri del coordinamento Stop Omofobia: ognuno ha organizzato eventi per raccogliere fondi, e la città ha risposto in modo eccezionale. Il resto è venuto da donazioni dei privati e da una donazione di Arcigay Milano, che ogni anno fa un bando per le organizzazioni del Terzo Settore.


Durante la notte del 18 Giugno le strade della città sono state imbrattate da scritte omofobe da parte del gruppo “Giovane Italia”. Quando siete venuti a conoscenza del fatto, come avete reagito?
Abbiamo avuto la conferma che il pride sarebbe andato bene, e che avevamo raggiunto uno degli scopi della manifestazione: scuotere le coscienze, e porre la questione dei diritti delle persone LGBT al centro dell’agenda politica e dell’interesse collettivo.
Abbiamo invitato la Giovane Italia (che sull’argomento non è coesa: dal loro interno abbiamo avuto anche pubbliche manifestazioni di supporto) ad un dibattito pubblico o a un incontro su questi temi, ma non abbiamo mai avuto risposta.


Oltre che sul sito internet  e su facebook, dove vi possono trovare i ragazzi?
   Siamo tutte le domeniche al Blow Up ('Piazza Sant'anna 18 - Palermo ndr), per un aperitivo di benvenuto: è l’occasione per incontrarci, informarsi sulle attività, diventare volontari. Organizziamo assemblee pubbliche ed eventi in diversi luoghi della città, in cui è possibile ritrovarsi. Se non dovesse bastare, siamo su Twitter ed abbiamo anche un numero di telefono: 3283282972, ed un’email: palermo@arcigay.it

 
A proposito di Blow up, per quale motivo è stato chiuso qualche mese fa?
   Per motivi burocratici, che non hanno riguardato noi direttamente. Al circolo Arci è stato contestato l’aver fatto entrare delle persone senza tessera. Ma il fatto, anche se fosse vero, non è tanto grave da giustificare la chiusura del Blow Up, che è una vera associazione, e che oltre ad ospitare noi ospita uno sportello per migranti e molte altre iniziative. Per fortuna tutto si è risolto felicemente. Ma certo, adesso quando siamo al Blow Up facciamo ancora più attenzione alle tessere, all’ingresso.


Immagino che in questi anni di storie ne abbiate viste e sentite tante, ce n’è qualcuna che vi ha colpito di più?
   Le storie che colpiscono di più sono quelle dei ragazzi e delle ragazze giovani trans o omosessuali, che vengono cacciati da casa o segregati, o che magari vengono sottoposti a infami “terapie riparative”, ovvero a tentativi di cambiare forzatamente il proprio orientamento sessuale. Possiamo fare ben poco per loro: servirebbe una casa-famiglia o un centro di accoglienza per chi subisce violenza.


Per quale motivo un giovane ragazzo che si scopre gay dovrebbe venire da voi?
   Di recente, ad una formazione arcigay a Napoli ho sentito una bella definizione dell’associazione: un luogo che offre molte possibilità, molti percorsi che si intrecciano. Ognuno può crearsi la propria strada, il proprio percorso di crescita, scegliendo quello che preferisce. C’è chi viene perché vuole conoscere e confrontarsi con gli altri, chi arriva perché ha un talento che vuole mettere a disposizione dell’associazione e della comunità, chi invece ha qualche difficoltà da superare o magari vuole delle informazioni sui propri diritti o sulle malattie sessualmente trasmissibili. Infine c’è a chi piace prendere parte alle nostre feste o agli aperitivi: arcigay è che è una casa per tutti.


Di recente a Palermo è stato raggiunto l’accorto per un ddl che intende dotare la Sicilia di una norma favorevole al riconoscimento delle unioni civili, di un registro regionale delle coppie di fatto e a condanna di “qualsiasi discriminazione legata all’etnia, alla religione e all’orientamento sessuale”, cosa significa questo per la città e quanto ha influito su questa scelta il vostro intervento?
   Si tratta di un percorso che avevamo avviato l'anno scorso con Alessandro Aricò e successivamente con Pino Apprendi, e che era stato rilanciato con forza proprio durante il periodo del pride. Il coordinamento Stop Omofobia stava lavorando, con la collaborazione di Corrada Gianmarinaro e di Guido Galipò. Ma poche settimane fa è stato presentato un ddl diverso da quello che stavamo redigendo. L'approvazione sarebbe sicuramente un passo importante per tutte le persone LGBT siciliane, ma ci auguriamo che possa essere ripresa una collaborazione più serrata tra politica regionale ed associazioni LGBT sui contenuti, articolando la proposta in modo più dettagliato sui diritti che spettano alle coppie di fatto.


Quali impegni vi vedranno coinvolti da adesso, che siamo a Marzo, ai mesi successivi?
   Stiamo cercando di migliorare i servizi che offriamo alla comunità e di aumentarli: una nuova sede per lo sportello di counseling psicologico, più serate ed occasioni per socializzare, seminari ed incontri di formazione sono le prime cose a cui stiamo lavorando. Per maggio stiamo organizzando un incontro con la rabbina Barbara Aiello, e stiamo iniziando a studiare la possibilità di organizzare uno sportello per LGBT migranti. Poi c'è l'appuntamento con il pride di Palermo. Il grande successo dell'anno scorso ha spinto il coordinamento Stop Omofobia a rilanciare la sfida anche per il 2011. Stiamo lavorando agli appuntamenti del pride, ed alla sfilata che sarà il 21 maggio, ed aprirà la stagione italiana dei pride.

F. S.


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