L'angolo di P: Il corteo del buio! – una bionda per la vita



Il corteo del buio! – una bionda per la vita




Il periodo da dove iniziano i miei ricordi più nitidi sicuramente parte dai miei sedici anni! Da quell’età inizia il percorso più strano e controverso della mia vita! Ho iniziato in questo periodo ad incrementare la mia dose vitale di pessimismo e fastidio interiore! Anni “bui” si prospettavano davanti a me e questo buio mi avrebbe portato solo un’inerzia nel vivere gli anni che sarebbero dovuti essere gli anni più belli e intensi della mia vita. Convinto comunque che non è mai troppo tardi per recuperare(ovviamente è una consapevolezza nata con il senno di poi) oggi vi parlerò del primo anno della mia vera e tormentata adolescenza!

I miei sedici anni hanno rappresentato una svolta importante nella mia vita da ragazzo di città. Era finalmente arrivato il momento di buttarsi nel mondo dei grandi, un mondo che vivevo attraverso quello che percepivo della vita di mio fratello. Come qualsiasi adolescente sognavo l’idea di poter andare in un pub con gli amici; di poter assaggiare quei cocktail tanto declamati dalle persone un po’ più grandi di me che si apprestavano a fare questa esperienza alcolica; di poter rientrare più tardi rispetto al normale orario controllato dai genitori. Era finalmente arrivato il momento di poter vivere tutto ciò, di poter fare un passo in più verso l’agognata crescita. Era questo l’obiettivo che mi ero posto il giorno del mio compleanno, finalmente avrei salito un altro gradino verso la maggiore età o età adulta dove credevo si stesse meglio!

I miei sedici anni hanno visto anche una svolta dal punto di vista amicale; avevo già detto che frequentavo la combriccola di mio cugino Alfredo, ma al contempo passavo il resto del mio tempo libero con alcuni amici che abitavano nel mio stesso palazzo e spesso mi riunivo con loro nel parcheggio privato dello stabile per scherzare, parlare e giocare a pallavolo. Tra questi vi era soprattutto un’amica che mi è stata accanto fin dall’infanzia e con cui condividevo quasi tutto tranne il mio segreto represso. Matilde ha sempre condiviso con me sogni e speranze di una vita in cerca dell’amore perfetto, dell’amore misto a sogno e si parlava spesso di quanto sarebbe stato bello vivere un amore come quelli abituati a vedere fiorire nelle favole. Con lei ho sempre avuto un rapporto conflittuale, i nostri periodi di totale coesione si alternavano a giorni di litigio sfrenato. Molto più simpatico invece si stava dimostrando il mio iniziale rapporto di amicizia con la sorellina più piccola; Lucrezia. Lei tre anni più piccola di me si affacciava proprio in quel periodo al mondo delle medie e quindi ad un mondo meno ovattato del periodo delle elementari. Quindi il mio tempo libero nel resto dei giorni della settimana che non fossero i giorni del week end li passavo in loro compagnia e in compagnia di altri ragazzini sempre abitanti lo stesso palazzo in cui io risiedevo. L’estate immediatamente seguente al giorno del mio sedicesimo compleanno avrebbe però cambiato un po’ l’assetto della mia vita sotto tanti punti di vista.

Primo fra tutti il mio mondo sociale formato da tanti micro-mondi sarebbe cambiato. Mio cugino Alfredo aveva già conosciuto in diverse occasioni Lucrezia e Matilde, e visto che quello era l’anno in cui ci si spostava finalmente con gli scooter avevamo deciso di andarle a trovare nella casa di campagna in cui trascorrevano le loro vacanze che sapevo essere vicino la nostra. Quindi con i nostri amici del complesso residenziale estivo dove villeggiavamo io e mio cugino avevamo deciso di ampliare le nostre conoscenze andando a trovare queste due mie amiche. L’estate era trascorsa in loro compagnia, si erano venuti a creare legami forti fino a quando alla fine dell’estate, per l’esattezza il 9 agosto, mio cugino Alfredo e Lucrezia decidono di iniziare una storia.

Su questa vicenda e sui suoi sviluppi non mi soffermo molto attualmente perché in questa occasione vi parlo della mia prima vera storia d’amore, quella che tutt’ora mi vivo in maniera tormentata e che mi ha procurato non pochi problemi lungo il cammino intrapreso con lei. Nello stesso giorno in cui mio cugino scoccò il primo bacio a Lucrezia io decisi invece di legarmi definitivamente ad una bionda che frequentavo sporadicamente e con molta superficialità nelle estati trascorse precedentemente; avevo deciso di intraprendere una relazione più salda con lei perché in quel periodo in cui Alfredo iniziava a fremere per Lucrezia, io venivo di conseguenza tartassato da lui e dalla mia famiglia a vedere sotto tutt’altro aspetto Matilde. Mi si voleva incitare ad approcciarmi a lei in un altro modo, a lei come ad altre ragazze, facendomi sempre più domande sul perché io non fossi cosi sfrontato con le ragazze o sul perché non cercassi di dimagrire per attirare le attenzioni del sesso femminile. Le aspettative erano davvero frustranti per me che non ne volevo sapere di uscire dal mio guscio un po’ come Calimero, e men che meno uscirne per giocare sentimentalmente con il sesso opposto al mio. Avevo mio malgrado e contro la mia volontà altri pensieri, che venivano oscurati dal puro e innocente divertimento e dal puro e innocente stimolo a conoscere amici nuovi o saldare sempre più l’amicizia con i vecchi compagni di giochi. Del resto anche io mi vedevo brutto da fare paura e sapevo che non avrei attirato lo sguardo di nessun essere umano e se questo da una parte mi confortava perché mi permetteva di non dover scoprire le mie carte dall’altra mi dava enorme disagio perché vedevo anche che facilitava lo scherno da parte delle persone che incontravo per la mia strada. Fu per questo che decisi in quell’estate e nel giorno stesso in cui mio cugino si mise con la mia amichetta che era arrivato il momento che la mia relazione con la bionda diventasse definitiva.

Fu cosi che diedi in quell’occasione il mio primo vero bacio a… la sigaretta!

Del resto cosa vi aspettavate?? Eheh sì proprio di lei parlo quando mi riferisco alla mia bionda per la vita. Nelle estati precedenti a questa di cui parlo con mio cugino avevamo già avuto esperienze di fumo prelevando segretamente le sigarette a mia madre e a mia zia di nascosto e fumandole; io però in quelle occasioni non avevo mai fumato aspirando a pieni polmoni. Mi limitavo semplicemente a tirare la nicotina e il fumo e rilasciarlo senza minimamente farlo scendere nella mia gola. Nell’ estate dei miei sedici anni invece molte situazioni mi avevano creato l’idea, malsana, sbagliata e stupida, che la sigaretta se aspirata avrebbe apportato in me molti benefici. In primis avevo sentito dire ad una mia zia che da quando aveva smesso di fumare aveva preso molti chili in più e il mio cervello, malsano, sbagliato e stupido, aveva elaborato questo concetto al contrario, quindi se io avessi iniziato a fumare probabilmente sarei naturalmente dimagrito. Tra l’altro vivendo con una madre che dopo aver perso il marito con due figli piccoli da accudire aveva versato sulla sigaretta tutto il suo vivere e l’avesse proclamata come sua unica valvola di sfogo non potevo che essere condizionato dall’idea che forse tutti i miei pensieri più intimi avrebbero potuto essere relegati ancora più in fondo di dove cercavo di tenerli, lasciandomi una sensazione di sana leggerezza mentale. Per ultimo posso dire che i disagi che provavo nell’affrontare la società che non conoscevo secondo il mio pensiero malato sarebbero scomparsi perché la sigaretta mi faceva più grande, mi dava “tono” e non sarei stato più visto come il grasso timido elefante occhialuto quale ero. Quindi proprio nel giorno in cui mio cugino si apprestava a vivere la sua prima vera storia d’amore, io mi apprestavo a vivere la mia prima vera cazzata adolescenziale e fu nella sera del 9 agosto che aprivo i miei polmoni al fumo. Dopo qualche giorno in cui oramai era diventata routine fare sosta al negozio di tabacchi per comprare la mia bionda seppi che gli amici pensavano che io avessi iniziato a fumare perché preso dai nervi per un solo motivo; in realtà si erano fatti l’idea che a me piacesse Lucrezia ma che non avevo mai avuto il coraggio di dirlo e quindi vedendo che sbocciava qualcosa tra lei e Alfredo mi ero cosi demoralizzato e incazzato con me stesso che iniziavo a fumare.

Fu cosi che iniziò il corteo del buio, come lo chiamo io appunto, una serie di eventi negativi che porteranno sempre più a nascondere a me stesso la mia immagine reale, relegando me e i miei pensieri in un mondo parallelo a quello concreto,il mondo dei sogni, e iniziando anche a “fingere” o meglio non controbattere ciò che gli altri pensavano di me lasciando a loro il compito di giudicare e se era il caso dando solo qualche piccolo indizio per far sì che certe idee non se ne andassero dalle loro teste. Tanto io nel frattempo avevo la mia amata sigaretta a tenermi compagnia, a fare sparire per cinque minuti le mie ansie e a darmi la carica “apparente” per poter affrontare con più energia le mie giornate. In realtà questa a lungo andare mi darà solamente una tremenda dipendenza da essa, irritazioni perenni alla gola, e tanti altri malesseri, nonché attualmente continue pizzicate con il mio attuale ragazzo perché preme che io smetta. A parità di storie deleterie il mio rammarico è che mio cugino Alfredo rispetto me è riuscito a troncare il suo rapporto con Lucrezia, io ancora mi appoggio in tutto e per tutto alla mia “bionda stampella”. Tra l’altro proprio Lucrezia, Matilde e compagnia bella non agevoleranno la mia possibile disintossicazione, e anche il mio modo di pensare la vita da quel momento farà capolino in una zona d’ombra dove il sole splendente della positività non sarà presente a riscaldare il mio cuore e i miei pensieri. Tutto ciò credo sia dovuto anche al fatto che mio cugino fino ad allora solo con i pensieri ha concretizzato o ha cercato di concretizzare il suo modo di viversi le pulsioni giovanili lasciandomi ancora una volta indietro e non potendo più contare su un amico single costringendomi quindi a pensare alle mie di pulsioni e ovviamente vista la mia non accettazione di me stesso a reprimerle dentro di me ancora una volta, lasciando il posto alla spensieratezza. Ci si rende conto che gli altri crescono anche emozionalmente e che tu non lo puoi fare perché dovresti prima di tutto accettare che nel complesso amerai altre persone rispetto a quello che sei abituato a vedere intorno a te, e quindi dovresti lottare contro i tuoi stessi pregiudizi e quelli degli altri. Non ero ancora pronto a questa battaglia interiore e il fatto di aver perso il mio cugino-amico single non mi rallegrava perché mi costringeva ancora più intensamente a fare i conti con il mio vero io; un ragazzo che ama altri ragazzi…(continua)

Alla prossima

Gianni


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Racconti Brevi - Godo e basta

Anteprima
A volte i racconti hanno bisogno di essere raccontati con sinteticità per far rendere meglio la frenesia degli eventi che narrano e Godo e basta è uno di questi. Spero vi piaccia.
Francesco Sansone





Godo e Basta


Ho solo mezz’ora, solo mezz’ora di tempo per fare tutto. Corre il tempo e corro io verso quella piazza. Non riesco ad immaginarmi cosa potrà succedere in questo incontro. Non conosco il ragazzo se non tramite chat e telefono. Ci siamo sentiti per chat poco prima delle 21, ci siamo sentiti per telefono e con un pizzico di follia, ho accettato di vederlo quando me lo ha domandato. Mi sono lavato di fretta e furia, indossato una semplice T – shirt e un paio di jeans e via per strada. Corro perché mi ha fatto lo squillo avvisandomi che è già arrivato al parco vicino casa dove abbiamo fissato l’appuntamento. Mi sembra di intravedere un auto con le luci delle frecce accese. Mi avvicino ancora un po’ e vedo scendere una sagoma. Un ragazzo di 30 anni alto più o meno 1 metro e 78, fisicamente impostato e vestito anche lui alla meglio con una maglietta e un jeans. Si avvicina e dicendomi di non correre mi tende la mano affinché potessi stringerla. “Bono, sei proprio bono” ho detto senza rendermene conto, lui mi sorride e mi tira a se e seccamente mi dice “tu non lo sei da meno”. Saliamo in macchina e una strana chimica quasi ci fa perdere il controllo della situazione. Resistiamo. Saliamo a casa sua e dopo un bicchiere di vino, ci siamo ritrovati a fare quello per cui ci siamo incontrati. Ore e ore stretti in una mossa. In una battaglia in cui non ci sono mai vincitori e vinti, ma solo partecipanti soddisfatti. Sfiniti restiamo abbracciati a letto ed è così strano perché non mi era mai capitato di trovarmi così bene con qualcuno. Non so cosa sarà di noi, mi godo questo momento e come andrà, andrà. Intanto riprendo a fare quello di cui ancora non sono sazio e che lui, come me, desidera. Passione pura nella più totale irrazionalità. Mi perdo nel suo corpo e non mi preoccupo di nulla. Godo e questo è quello che mi importa adesso. Godo e basta.
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Addio Numero Zero , benvenuta Il mio mondo espanso - La rubrica

Prologo: Ultimo Numero Zero
Come sapete negli scorsi giorni ho dato vita ad un sondaggio in cui vi chiedevo di esprimermii o semplicemente indicarmi quale delle rubriche che si affacciano ne Il mio mondo espanso fosse da voi la meno gradita. Benché in molti mi avete detto che non vorrebbero cambiare nulla del blog, dal sondaggio si evince che Numero Zero è la rubrica che proprio non reggete e così oggi vi propongo l’ultimo numero. Benché col tempo, soprattutto dopo le vacanze invernali, la rubrica abbia modificato la sua sostanza accantonando le semplici frasi per lasciarmi lo spazio di parlarvi apertamente del mio quotidiano, non c’è stato nulla da fare per essere da voi apprezzata. Tuttavia voglio continuare questo filo diretto con voi e continuerò a parlarvi di me e della mia quotidianità così come suggerito da SkraM e (In)consapevole, solo per citare due di voi, e raccontarvi un po’ più di me (anche se in un certo modo ho come l’impressione di aver detto già tanto di me o quanto meno del mio passato). Non so cosa verrà fuori perché quando si deve parlare di se’ non si può impaginare il tutto come una rubrica “impersonale”, ma di volta in volta trasformerò in parole le mie giornate, riprendendo un po’ quel genere diaristico che mi è stato tanto caro in passato e che ho accantonato per dedicarmi ad altro. Una cosa so per certo sin da oggi, ossia il titolo di questa nuova rubrica: Il mio mondo espanso – La rubrica. L’idea di usare il titolo del blog per parlarvi di me mi piace perché se con Antri mondi parlo di tutti coloro che con il loro lavoro contribuisco per migliorare la realtà GLBT, il titolo del blog credo renda meglio l’idea che la rubrica parla di me a 360°.

Tornando a parlare di Numero Zero e di questo ultimo numero, vi anticipo che oggi non sarà una semplice frase che darà corpo alla rubrica, ma sarà una riflessione su un po’ di cose che mi sono successe in questi mesi.

Se vi va, dopo la locandina ci sarà l’ultimo atto, diversamente vi auguro una buona giornata a tutti e vi do appuntamento a domani

Francesco Sansone




Addio Numero Zero, Benvenuta Il mio mondo espanso - La rubrica

Nei mesi scorsi vi ho parlato di me, di come sono e delle vicende che mi sono capitate e che hanno segnato la fine di un’epoca. Oggi, però, voglio parlarvi della mia quotidianità. Non so se vi capita mai di sentirvi insoddisfatti dalla vita, beh! A me spesso, e questo è uno di quei periodi. Come sapete uno dei motivi che mi spinge ad essere insoddisfatto è il ritrovarmi un limbo che mi impedisce di cercare un modo per uscirne. Come sapete, sarei dovuto partire con l’inizio di Gennaio verso un nuovo lido, ma per alcune avversità del destino mi ritrovo ancora qui aspettando che gli impedimenti svaniscano (non vorrei parlare tanto, però ormai sembra che la mia attesa e quella di Giovy stia per terminare e francamente non vedo l’ora di cominciare di nuovo da zero). Mi capita spesso il desiderio di mollare tutto quando mi sento avvinto dagli impedimenti della vita o quando un senso di frustrazione mi opprime. Infatti, dato che mi è stato impossibile farlo realmente, ho riversato questo desiderio su Un nuovo mondo con Daniel (tranquilli non faccio spoiler ^_^).

Sento la necessità di lasciarmi tutto alle spalle, di dimenticare il malessere, lo strato di oppressione, il senso di nullità che quasi mi toglie il respiro. Non sono mai rimasto con le mani in mano per troppo tempo, ho sempre studiato e lavorato oppure solo una delle cose, ma mi sono sempre svegliato la mattina con l’intento di uscire di casa e tornare, stanco morto, la sera. Ho sempre preferito stancarmi per l’aver fatto 1.000 cose in un giorno che arrivare a fine giornata e sentirmi sfinito dalla noia. Non è da me e penso che non lo sarà mai. Per questo non vedo l’oro di andare via da Palermo, città che amo ma che a tratti detesto per come tratta i propri giovani e non solo i giovani, e iniziare quel progetto di vita insieme a Giovy che riuscirà a gratificarci e a far conciliare tutte le nostre passioni in un unico modo (non ve ne parlo per scaramanzia, anche se sapete che mi è quasi impossibile tenervi nascoste le cose, ma giuro che presto vi dirò tutto).

Quindi per ora mi trovo in un limbo vi dicevo. Da un lato l’impaziente voglia di andare via che mi fa respirare sapori nuovi, felicità da scoprire che non riesco più ad attendere, dall’altro lato la frustrazione di vedere come non è sempre è facile andare via. Come se ci fosse una forza più forte della propria volontà che mi costringe, contro voglia, a non spiccare il volo e farmi dire, con grandi singhiozzi, fra le braccia di Giovy in una delle tante notti che sto vivendo da gennaio a oggi, Io non ho sorte. La voglia di reagire e di essere positivi quasi viene compressa da una sorta di depressione che mi spinge anche a non uscire di casa perché non riuscirei a godermi una serata di ilarità come vorrei.

So che passerà ed è questione di tempo, però a volte di fronte alla vita, anche il più positivo degli essere umani (e io non sono certo uno di questi) potrebbe lasciare da parte il sorriso sul proprio viso.

Oggi chiude Numero Zero e inizia Il mio mondo espanso - La rubrica, forse questo non è solo qualcosa di figurato, ma non so perché penso che anche nella mia vita lo zero è destinato a diventare un mondo espanso pieno di numeri crescenti. Sono pronto a trasformare questo zero in un numero 1, destinato a crescere di volta in volta, e questa volta so che il nuovo inizio sarà espanso e sarò felice di condividerlo con tutti voi sempre che voi lo vogliate.

Scusate se mi sono sfogato con voi, ma come più volte detto, per me ormai questo mondo è una bella famiglia di cui io mi sento parte e dove so che in ogni momento, posso trovare il conforto di tutti voi.

Con affetto

Fra’


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Un Mondo di Notizie - Settimana dal 21 al 25 Marzo 2011




Settimana dal 21 al 26 marzo

 Lunedì 21 Marzo 2011

S’è conclusa finalmente a gennaio una delle pagine più brutte che hanno colpito la comunità omosessuale italiana (anche se da questo è partita una vera e propria ondata omofoba nel paese) negli ultimi anni e che ha come protagonista Dino il ragazzo colpito gravemente da colui che è meglio noto come Svastichella nell’agosto 2009, ma solo oggi viene resa nota il testo della sentenza dove si legge che l’aggressione è stata effettuata con lo scopo di uccidere le due vittime e solo per puro caso questa non è avvenuta.

"L'azione aggressiva è stata diretta avverso una zona corporea della vittima sede di importanti organi vitali e, dopo averne parzialmente lesionato uno (diaframma), ne trapassò un altro (il fegato) cagionando una rilevante perdita ematica che avrebbe comportato 'senza ombra di dubbio' (come rilevato dal perito) un esito letale (per dissanguamento) se non vi fosse stato il tempestivo intervento di persone presenti, l'immediato trasporto in ospedale e l'intervento chirurgico durante il quale vennero suturate le lesioni interne e così arrestata l'emorragia in atto".

Queste dunque le parole dei giudici della prima sezione penale della Corte d’Appello di Roma pronunciate lo scorso 14 gennaio. Tuttavia dei 7 anni previsti dalla pena, l’uomo passerà in carcere, essendosi avvalso del rito abbreviato, solo 4 anni e 4 mesi.



 Martedì 22 Marzo 2011

Sono state presentate le nomination per il Pesago d’Oro per il 2011. Per chi non lo sapesse il Pegaso d'oro è un riconoscimento che l’Arcigay offre ogni anno a un personaggio noto che tramite azioni, dichiarazioni o altre manifestazioni, si è prodigata a sostegno della comunità GLBTQ nel nostro paese. Quest’anno in lista ci sono:



Questi quindi i nomi di coloro che potrebbero aggiudicarsi il Pegaso d’Oro, ma vediamo adesso chi è in lista per aggiudicarsi invece il Pegaso Nero, riconoscimento dato a quei personaggi che si sono sprecati nel dire o fare tutto e di più per non “passare per gay” o quanto meno “frienly”.
Quest’anno in lista per il Pegaso Nero ci sono:



Se anche voi volete votare il vostro personaggio preferito, potete farlo collegandovi al sito arcigay e rispondere al sondaggio on – line. Il premio verrà consegnato il 17 maggio in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia.



 Mercoledì 23 Marzo 2011

“Con il sesso orale guarirete dall’omosessualità: io pregherò per voi”, sembra paradossale, ma è quello che diceva il trentunenne sacerdote Brent Girouex, quando molestava i ragazzi della sua parrocchia evangelica Victory Fellowship Church, nello Stato dell’Iowa. Gli abusi sono stati fatti almeno su 6 ragazzini e quando la polizia ha interrogato il sacerdote, questi non ha potuto fare altro che confessare. Rilasciato su cauzione, adesso Girouex rischia la condanna a 5 anni di prigione per ogni singola vittima abusats, quindi rischia un totale di 30’anni di carcere.

Secondo le ricostruzioni delle indagini un ragazzo sarebbe stato vittima delle “pratiche di guarigione” del parroco dall’età di 14 anni, ma la cosa che più sconcerta è che ancora adesso il prete pedofilo continua a sostenere che queste pratiche avevano l’unico scopo di salvaguardare i ragazzi dall’omosessualità: “Quando eiaculano, scompaiono anche i cattivi pensieri dalla loro mente”.

Sempre secondo le indagini il prete avrebbe cercato di curare anche un ragazzo di 20 anni che rivoltosi a lui per parlare dei suoi problemi sessuali con la sua ragazza, s’è visto calare i pantaloni e palpeggiare nelle parti intime per essere purificato.



 Giovedì 24 Marzo 2011

Dagli uomini di chiesa ormai ci si aspetta di tutto (vedi sopra), ma ogni volta che aprono la bocca riescono a stupire tutti o forse è meglio dire che riescono a sconcertare tutti. Dopo affermazioni del tipo “Non è giusto picchiare donne e gay, ma sia gli uni, che le altre, talvolta provocano” e “L'omosessualità è senza etica così si arriva anche ad incesto e pedofilia”, è la volta di sentire dire che le vere vittime sono gli omofobi. Queste le parole dell’arcivescovo Silvano M. Tomasi durante il suo intervento alla sessione del consiglio sui diritti umani dedicato all’orientamento sessuale.

“Ci sono persone che vengono attaccate perché prendono posizioni che non sostengono i comportamenti sessuali tra individui dello stesso sesso. Quando esprimono le loro convinzioni morali o le loro idee circa la natura umana, le quali potrebbero anche essere espressione delle loro credenze religiose, o quando esprimono la loro opinione su talune affermazioni della scienza, esse vengono stigmatizzate, o peggio diffamate e perseguitate. Questi attacchi contraddicono i principi fondamentali enunciati in tre risoluzioni approvate dal Consiglio in questa sessione. La verità è che questi attacchi costituiscono violazioni dei diritti umani fondamentali, e non possono in nessun caso essere giustificati.”

E dopo questo che si può dire? Ma soprattutto cosa ci aspetterà ancora? Staremo a vedere



 Venerdì 25 Marzo 2011  

Si sono svolti i funerali di Liz Taylor, l’ultima grande diva di Hollywood morta il 23 Marzo,e una delle più grandi icone (non solo a parole) gay. Innumerevoli i suoi film, ma anche le sue battaglia per combattere l’AIDS iniziata negli anni ottanta dopo la morte del carissimo amico Rock Hudson, fondando l’American Foundation for AIDS Research con cui ha raccolto fino al 1999 circa 50.000.000 dollari. Non voglio parlavi delle stupide contestazioni da parte di qualche stupido omofobo che ha protestato in questo giorno di lutto per il cinema e non solo e neppure che Liz Taylor abbia lasciato tutto al suo agente gay perché è inutile, ma voglio ricordarla con voi tramite quello che ha regalato nelle interpretazioni dei suoi film.



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Un nuovo mondo - Quarantaquattresima Puntata

Prologo
Finisce come sempre con Un nuovo mondo anche questa settimana insieme. Venerdì scorso abbiamo scoperto come s'è risolta la storia fra Daniel e Manu e abbiamo lasciato in sospeso Fabrizio che, arrivato sotto il portone di casa, s'è sentito chiamato da qualcuno. Chi sarà? Non vi resta che leggere.
Buon fine settimana
Francesco Sansone


Nelle puntate precedenti

Sono passati diversi mesi dalla sera in cui Andrea ha confessato di aver tradito Fabrizio, ma quest’ultimo non riesce a dimenticarlo, lo ama ancora. Intanto ha deciso di dedicarsi completamente al primo esame all’università. L’esame in questione è quello di Psicologia della salute, la materia insegnata da Manu che continua ad essere il principale motivo del malessere di Daniel.

Fabrizio incontra Simone e quest’ultimo lo invita a passare la sera dal suo pub e dopo un po’ di titubanza, accetta. Qui Simone risulta essere un po’ pesante nell’atteggiamento, tanto da spingere Fabrizio ad andarsene, ma bloccato da Simone scoppia tirando fuori tutto il suo dolore.

La mattina dopo i Fabrizio e Daniel si all’università e in aula Manu fa un discorso a tutti gli studenti che si sono assentati, anche se era rivolto nelle intenzioni a Daniel. Finita la lezione, i due amici vanno a prendere un caffè e incontrano Manu e il suo amico Ale. Qui nasce una discussione generata da una battuta dei due insegnati e quando i ragazzi si avviano all’uscita, vengono fermati da Manu che chiede a Daniel due minuti per parlare. L’insegnate si scusa con il ragazzo e gli confessa nuovamente il suo amore chiedendogli di aspettare fino al giorno dell’esame per poter così stare finalmente assieme, ma Daniel prende in malo modo le parole di Manu e va via, lasciando il ragazzo in asso. Questi torna a sedere accanto ad Ale, i lquale si scusa per l’accaduto e gli propone di uscire assieme dato che nel pomeriggio sarebbero arrivati gli amici Carlo e Giorgio. La sera Fabrizio convince Daniel ad uscire e insieme vanno al pub di Simone e una volta arrivati Pedro corteggia Daniel,il quale sembra intenzionato a tutti i costi a dimenticare gli ultimi mesi e così, dopo esser andato via e aver lasciato Fabrizio a casa, torna al locale e passa la notte con Pedro, ma se ne pente subito dopo, inoltre non sa che Manu l’ho visto. Infatti il professore e i suoi amici erano al pub di Simone, per cui sembra avere un debole Ale, ma vedendolo arrivare Manu supplica gli amici di andare a via e vanno a ballare, ma quando la serata finisce, il professore passa di nuovo dal pub vedendo Daniel salire sulla moto di Pedro.

Passano alcuni giorni e arriva puntuale il giorno dell’esame che va bene e alla fine Manu chiede due minuti per parlare con il ragazzo di cui è innamorato, ma l’incontro non ha l’esito desiderato

- Non mi sono comportato bene con te, anzi diciamo la verità sono stato un verme, un vigliacco

- Basta, non continuare… SONO ANDATO A LETTO CON UN ALTRO!

- Lo so! Ti ho visto. Se hai fatto un gesto del genere è perché io in qualche modo ti ci ho portato.

- Ä– tardi non lo capisci? Questi ultimi mesi sono stati davvero difficili. Io ti amo, ma adesso è troppo tardi. Mi sono accorto l’altra sera di aver toccato il fondo e per colpa tua.

- Daniel ti prego… Non voglio perderti e farò di tutto per riconquistarti

Uscito dall’aula, Daniel confessa a Fabrizio di voler partire il più presto possibile per qualche giorno, l’amico capisce il suo volere e lo appoggia. Arrivato sotto casa i due si salutano e quando Fabrizio sta per entrare nel portone si sente chiamare

- Fabrizio.

- E tu cosa ci fai qui?





Quarantaquattresima Puntata

Fabrizio

- Sapevo che avevi l’esame oggi e volevo sapere come fosse andato.

- E chi te lo ha detto?

- Un uccellino

- E quale, quello di Matteo?

- Colpito e affondato al primo colpo.

- Andrea davvero, cosa vuoi?

- Voglio sapere come è andato il tuo primo esame

- 30 e lode.

- Sei un genio! Lo sapevo che saresti andato alla grande

- Grazie, ora dato che hai saputo cosa ti interessava, te ne puoi andare.

- Dimmi cosa posso fare per farmi perdonare.

- Non lo so Andrea. Pure a me piacerebbe che tutto fosse come prima. Mi sento vuoto senza di te, senza la tua presenza, il tuo amore, le tue braccia, ma soprattutto senza la tua amicizia, ma le cose adesso sono cambiate e non si può fare nulla per tornare indietro.

- Perché non ci riproviamo?

- Perché come ti ho già detto, non ce la farei. Non sono così forte da poter far finta di nulla.

- Io ti amo.

- Anch’io ti amo e non riesco a stare senza di te. Forse è meglio se la chiudiamo qui Andrea, perché altrimenti…

- Altrimenti cosa?

- Meglio che lasciamo stare

- E invece no! Ci amiamo ancora e lo sappiamo tutti e due

- Devo andare. Ciao Рed entro nel portone, ma lui questa volta mi ha seguito, mi ha preso per un braccio e spingendomi al muro, mi bacia. Il suo bacio mi ̬ mancato tanto. Ogni volta che la sua forza e la sua passione si mescolano in questo gesto, mi fanno sentire vivo.

- Che fai?

- Faccio quello che vogliamo entrambi, quindi non dire nulla e baciami – e di nuovo le nostre bocche si fondono nella passione del bacio.

- Vieni con me

- Dove?

- A casa mia non c’è nessuno e potremo fare l’amore

- Non so..

- Ti prego, lasciati andare – e così montiamo in moto e in meno di mezz’ora siamo a casa sua. La complicità è quella di sempre, la passione e il sentimento invece è nuovo, ritrovato, desiderato.

- Ti amo Fabrizio. Non lasciarmi più, stammi accanto e amami come solo tu sai fare – le sue parole sussurratemi all’orecchio, mi inebriano come mai. I nostri corpi si desiderano da troppo e io non aspettavo altro che battermi in questa battaglia fatta di odori, sudori, graffi e sospiri.

Quando tocchiamo l’apice della passione, ci lasciamo cadere sul letto, l’uno accanto a l’altro, e in meno di niente Andrea si addormenta. Io sto lì che lo guardo come facevo sempre quando stavamo assieme. Mi è sempre piaciuto osservarlo e guardare l’espressione pacifica del suo volto addormentato, perché solo in questi momenti mostra la dolcezza che di solito quando è sveglio maschera con la sua aria da uomo maturo che non ha bisogno di nessuno. Sto per chiudere occhio pure io, quando sento squillare il suo cellulare e, quasi senza rendermene conto, mi alzo e lo prendo in mano. Il nome sul display è quello di Matteo e spinto da una strana forza, prendo la chiamata

- Bel maschione dove sei? Io ti sto aspettando. Pronto ma mi senti? Andrea ci sei? – Aggancio e in fretta e furia mi rivesto e lascio casa di Andrea. Per strada prendo il telefono e tento di chiamare Alberto, ma non risponde. Provo a contattare pure Daniel ma niente, neppure lui risponde.

- Fabrizio?

- Luca?

- Ero al negozio e ti ho visto passare. Tutto bene?

- Beh… veramente…

- Luca, ma che è successo?

- Tutto a posto, entra pure.

- Non dirmi cosa fare, ricorda chi è il capo qui

- Tu sei Matteo?

- Sì e tu chi sei dolcezza?

- Fabrizio – e dicendolo gli do un pugno – Piacere di conoscerti!

Continua…



 
 
Beefcake

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L'Angolo di P - Geppetto mi fa una…pippa…con la sega O_O

Prologo
Dopo il blocco dovuto dal mio gestore telefonico (vergonoso!!!!), si ritorna e si riparte con L'angolo di P , una delle rubriche che più amate, che come potrete immaginare leggendo il titolo, parlerà di qualcosa che non ha bisogno di spiegazioni. ^_^
Ci vediamo (salvo complicazioni) e buona lettura.
Francesco Sansone






Geppetto mi fa una…pippa…con la sega O_O




Tutto ciò che la mia mente partoriva nel contesto solitario cercavo sempre di eliminarlo dai miei pensieri se ero in compagnia di qualcuno. Si innescava una sorta di meccanismo di autodifesa, si ergeva un muro tra i miei pensieri e il mondo attorno a me. Le trasformazioni sulle idee, che si manifestavano nel periodo dei primi anni del liceo e il loro successivo soffocamento negli angoli più celati del mio essere, mi accompagneranno per molti altri anni. Ma in questo periodo iniziai anche a scoprire la gioia dell’intimità personale. A questo nuovo mondo di piacere mi sono accompagnato da solo ma non del tutto; dietro questi primi passi mi ci condusse sempre mio cugino Alfredo. È proprio grazie a lui che conobbi i piaceri che regalava l’autoerotismo. Con mio cugino ci siamo sempre confrontati in tantissimi campi, e anche in quello sessuale non siamo “venuti” meno. Quando ci si vedeva poteva capitare che si parlasse di ragazze che ci piacevano e del modo in cui questo piacere si poteva manifestare in vibrazioni reali del corpo e in estasi dei sensi. Più che altro però parlava lui delle sue sensazioni. Quando passavamo le domeniche insieme mentre i nostri genitori giocavano dall’altra zia al piano di sotto noi rimanevamo soli a casa sua e in quelle occasioni poteva capitare che uscisse una videocassetta erotica prestatagli da qualche suo amico. In quelle occasioni avvertivo sensazioni di disagio e piacere. Da una parte non potevo non esprimere i miei apprezzamenti, terribilmente costruiti sugli attributi femminili che ci si ponevano davanti, dall’altra parte guardavo con estrema curiosità per tutto ciò invece che concerneva l’immagine maschile di riferimento ma a cui non potevo dare sfogo sia perché in presenza di mio cugino sia perché intollerante anche verso questa stessa curiosità che mi allontanava volente o nolente dalla “normalità” a cui mi ero approcciato. Anche in questo contesto mio cugino sembrava molto più spregiudicato e avanti a me. Capitava spesso che lui consapevole che ci fossimo solo noi due non fosse per niente imbarazzato e se gli andava, si abbassava tranquillamente i pantaloni e si sparava una sega davanti a me senza farsi alcuno scrupolo. Non ho mai provato attrazione per mio cugino in tal senso ma devo dargli atto che provavo una certa invidia nei suoi confronti poiché dotato di un membro molto grande per la media che ci si poteva aspettare a quell’età. Io diversamente da lui non riuscivo ad essere cosi disinibito e non ho mai giocato con il mio gioiello di famiglia in sua presenza. Semmai arrivavo a casa e con la scusa di dover andare al bagno davo sfogo ai miei impulsi repressi fino a quel momento. Giocavo con la fantasia in quei contesti cercando di ricordare scene del film visti o creando scenari nuovi per nuove emozionanti esperienze. Il piacere finale che ne scaturiva era misto ad un retrogusto amaro poiché la scena finale che lasciava libere le redini del piacere era pur sempre un fermo immagine del corpo maschile. Non ho mai abusato delle mie mani per provocarmi piacere, andavo molto a periodi, ci sono stati periodi in cui almeno una volta al giorno dovevo dedicarmi al mio piacere personale e ci sono stati periodi in cui non avvertivo minimamente la necessità di questo sfogo, potevo stare settimane intere senza l’esigenza di coccolarmi e coccolare l’asta che si trovava in mezzo alle mie gambe. Quando ancora l’intolleranza a ciò che pensavo era forte, quindi nel periodo successivo alla scoperta dell’autoerotismo, trovai confortante costringermi a rivivere le scene dei film che vedevo con mio cugino obbligandomi a focalizzare la mia fantasia sulla ragazza che ricordavo del film. Potete immaginare lo stress che ne conseguiva; la sega si prolungava per un tempo assurdo e anche se arrivavo all’apice del piacere ci arrivavo quasi stremato anche se i miei sensi di colpa si facevano sentire di meno. È pure vero che a quel punto di massimo piacere ci arrivavo comunque con un fotogramma maschile. Capii col tempo che la fantasia a ben poco poteva servirmi per farmi cambiare idea, gira e rigira il mio orgasmo veniva provocato dall’idea di una bella mazza maschile(per dirla in termine schietti). Ricordo ancora quando mio cugino mi disse che riuscì ad eiaculare. Era l’inizio dell’estate. Eravamo nella casa di campagna in cui passavamo le vacanze estive (perché le vacanze estive le passavamo pure insieme). Siamo saliti nel terrazzo della casa e lui era entusiasta del fatto che smanettando il suo pene riuscì a procurarsi un piacere immenso secernendo dal suo membro un liquido di colore biancastro. Sapevamo benissimo che aveva prodotto il suo primo sperma e con esso un piacere ancora più intenso di quello che eravamo abituati a provare. Mi domandai in quell’occasione se in me ci fosse anche qualcosa che non andava a livello fisico. Perché io, che ero più grande di lui, ancora non riuscivo ad eiaculare? Per fortuna dopo poco tempo anche io ammazzai i miei primi semi di vita gettandoli nel water di casa, e ovviamente mi apprestai in primis a condividere questa gioia con mio cugino per ricambiargli amabilmente il favore della sua confessione precedente.

A parte i gusti sessuali c’è sempre stato un voler scambiarci idee, opinioni ed esperienze con Alfredo. Era il mio compagno di esperienze, il mio amico e appoggio pur se poco più piccolo di me. Con lui ho fumato la mia prima sigaretta, ho visto i miei primi porno, e ho scoperto il piacere del sesso. Quando siamo stati più grandicelli vista la mia spiccata fantasia ci capitava che io gli raccontassi storie erotiche tra uomo e donna mentre lui si masturbava senza pudore davanti i miei occhi. Ricordo che in uno di questi episodi fummo scoperti da mia zia che poi lo rimproverò perché certe cose vanno fatte da soli(che figura di merda!!! =) ).

Oggi con mio cugino ci si vede davvero poco. Abbiamo preso strade diverse anche perché lui ancora non sa, credo, della mia omosessualità. È sempre una festa quando ci si vede e ogni tanto si esce anche insieme, ma non riuscirei più ad avere un rapporto cosi complice come lo avevamo negli ultimi anni delle medie e nei primi anni delle superiori. Il fatto di essermi esternato a parte del mondo e a me stesso in primis mi ha portato a vivere le mie uscite sociali con un gruppo sì misto, ma che sa chi sono e che non giudica. Con lui e il suo gruppo dovrei indossare una maschera che non sono più abituato a portare, anche se non mi fregio del mio essere “gay” il fatto di dover rispondere ipocritamente a certe domande comunque ora mi pesa più di quanto mi pesava il mio non accettarmi.

Nel frattempo rendendomi conto che la mia sessualità virava carnalmente alla contemplazione del membro che io stesso avevo in mezzo alle gambe, mi rifugiavo nello sfogo personale del piacere per placare anche le mie attrazioni. E più passavano gli anni meno sentivo i sensi di colpa anche se non riuscivo a giocare a carte scoperte nella società. Riuscivo ad essere esplicitamente gay solo nel bagno di casa mia, tramite le mie fantasie, sfrenate, spinte e a volte assurde e la mia libertà in quegli anni finiva quando il rumore dell’acqua mi avvertiva di aver ucciso un altro gruppo di spermatozoi usciti dal mio membro ancora eretto e vibrante di piacere… l’autoerotismo è stato lo sfogo reale alla mia frustrazione interna!

Alla prossima

Gianni



Speciale Telefilm
Le cose che restano









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Ci vediamo a mezzanotte

Da Mezzanotte ritorna Il mio mondo espanso, dopo la pausa forzata dovuta a Tele - Tu che per un ritardo di 20 giorni dal pagamento di una fattura, la cui scadenza era il 27 febbraio 2011, ha avuto la felice idea di staccarmi linea telefonica e ADSL.
Quindi se vi va, ci si vede a mezzanotte.
Francesco Sansone
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Un mondo di notizie - settimana dal 13 al 20 Marzo 2011 - e uno sguardo alla guerra in Libia

Prologo
Torna questa settimana la versione classica di Un mondo di notizie e lo fa dedicando anche uno sguardo a quello che sta succedendo nel mondo, inclusa la nostra Italia. Avendo scritto per più di un anno e mezzo per un giornale per me era impossibile non dedicare l’attenzione verso quella che di fatto è una guerra dal carattere mondiale e che per alcune regioni del nostro paese è più vicina di quanto sembri da quello che si dice in tv.
Francesco Sansone






Settimana dal 13 al 20 Marzo 2011 –
e uno sguardo alla guerra in Libia


 Domenica 13 marzo 2011
“Insegnano ai loro alunni di sperimentare diversi modi di fare sesso, in particolar modo difendendo l’aborto e l’omosessualità, inserendo le loro lezioni in una cornice di politicamente corretto. Nelle scuole i posti sono assegnati ai docenti di sinistra, perché essi influenzino con il loro lavoro gli studenti”, queste le parole con cui Chuck Norris, l’attore americano che per anni è stato il protagonista del telefilm Walker: Texas Renger - serie che ancora oggi viene propinata in tv ogni giorno su rete4-, ha espresso la sua opinione nell’editoriale del World Net Daily. Ora per carità ognuno è libero di pensarla come meglio crede, però non si può interpretare un ruolo, come quello del texas renger, che è il simbolo di giustizia e uguaglianza per anni, se poi si pensano queste cose. Qui la coerenza dove sta?


 Lunedì 14 Marzo 2011
Che nel PD ormai vige una vera e propria incapacità di ascoltare le esigenze dei loro votanti è già chiaro da tempo, però ogni giorno questa realtà ci viene sbattuta in faccia dagli stessi esponenti del partito. In questo caso abbiamo da un lato Rosy Bindi, che Vendola vedrebbe bene come leader del PD nell’eventualità di elezioni, e dall’altra parte Anna Paola Concia. Le due deputate erano riunite in una seduta della Commissione Diritti del PD, ma ad un certo punto le cose so degenerate, motivo? Il riconoscimento delle coppie gay. La Concia aveva presentato un’idea in cui era presente un modello simile a quello adottato in Francia e in Germania, lasciando da parte il modello dei DICO (proposto nella vecchia registratura dalla Bindi), ma questa idea non deve essere piaciuta alla presidente della commissione che irritandosi, dopo un’accesa discussione con la collega, le ha detto di essere una rompicoglioni estremista, e che dovrebbe farsi vedere da uno psicologo. La Concia subito ha preteso le scuse dalla presidente e nella sua pagina Facebook ha comunicato l’accaduto, suscitando a chi s’è trovato a leggere un certo disgusto. Alla fine, come sempre avviene nel nostro Paese, tutto s’è risolto a tarallucci e vino e le due si sono scusate a vicenda e, sempre dalla pagina Facebook, la Concia informa gli italiani che i lavori continuano.

Ma è mai possibile che ogni volta che nel PD si parla della questione sui diritti gay, si debba arrivare a questi scontri? Come ho scritto sotto il post della Concia, in queste condizione, oggi come oggi, nessuno dei due schieramenti politici merita la fiducia dei cittadini. Sbaglierò? Forse, ma credo che il voto uno debba darlo quando approva in toto un programma elettorale e per ora nessuno sembra potermelo fornire.


 Martedì 15 Marzo 2011
Torna nelle cronache l’isola di Santa Lucia, questa volta non per parlare di case e casini, ma perché è stata lo scenario di un’aggressione ai danni di tre gay americani.
I tre turisti, raccontano, che sono stati sorpresi all’interno del cottage, affittato per le loro vacanze, da dei banditi mascherati che li hanno picchiati e poi legati, rubando un bottino di circa 1.800 dollari. Inoltre questi li hanno minacciati di ucciderli se avessero deciso di rimanere nell’isola. Il sindaco s’è scusato con i tre malcapitati, mentre la polizia ha fermato i due ladri.


 Mercoledì 16 Marzo 2011
Ci risiamo dopo le passate e inutili polemiche suscitate dalla Lega su alcuni prodotti televisivi della Rai, adesso è il momento di ascoltarne un’altra. Partendo dalla richiesta (condivisa) di abbassare i toni sui casi di cronaca e smettere l’accanimento su alcune notizie cui protagoniste sono ragazzine private della loro esistenza, la Lega, tramite l’intervento alla Camera di Massimo Polledri, ha voluto dire basta ai baci gay e etero in tv. "Credo che noi dobbiamo ribadire, come genitori e come parlamentari, un punto solo: basta con lo sciacallaggio dei minori e dei bambini. Basta con lo sciacallaggio informatico dei bambini e dei minori, ci vuole anche in parte una parola 'terribile': 'decenza. Io invoco decenza dalle 8.30 alle 21.30, quando ci sediamo a tavola, nei programmi televisivi. È forse pudore? Non lo so, ma non mi sembra che scene esplicite, trasmesse alle 20 o alle 21, di sesso eterosessuale o anche omosessuali siano una dimostrazione di decenza. E' così! E faccio un esempio: baci esagerati in quell'orario li abbiamo visti e ricordo Santoro che introdusse, in una bella trasmissione delle 20.30, un bel bacio prolungato tra due uomini. Non sarebbe andato bene tra un uomo e una donna e non va bene tra due uomini, in quell'orario. Dobbiamo rispettare i minori, dobbiamo rispettare e tutelare anche un minimo di senso del pudore, proponiamo, accogliamo e ragioniamo - sia opposizione, sia maggioranza - non già il ritorno alla censura più becera, ma il ritorno a un minimo di decenza" in "difesa dei nostri figli".

Dopo queste parole, nessuno potrebbe e dovrebbe dire nulla, però dato io sono un nessuno, mi permetto di dire che sentire certe affermazioni da un membro che fa parte di un partito legato ad una maggioranza a cui fa capo un capo del governo padrone di una delle maggiori tv italiane che fra tette e culi ci ha fatto la sua fortuna, mi sembra, non dico ridicolo, ma semplicemente una maniera edulcorata per attaccare l’omosessualità in tv prendendola alla larga e se poi si prende l’esempio del bacio gay trasmesso da Santoro, ne sono ancora più convinto.


 Giovedì 17 Marzo 2011
Festa per i 150 dell’Italia. La giornata ha visto diverse iniziative organizzate dalle associazioni gay del paese e di cui vi ho già parlato lunedì scorso.




 Venerdì 18 Marzo 2011
Per la prima votla la maggior parte degli statunitensi si dice favorevole al riconoscimento dei matrimoni fra persone omosessuali. A dichiararlo è un sondaggio della ABC NEWS e del Washington Post cheh a visto vincere con il 53% il sì, un aumento del 21% rispetto il sondaggio indetto nel 2004.


 Sabato 19 Marzo 2011
Ä– iniziata ieri alle 17:45, ora italiana, quella che a tutti gli effetti è una guerra contro la Libia. Benché nelle tv generaliste la notizia è stata quasi del tutto snobbata, la realtà continuava ad entrare nella vita degli italiani coscienti che quello che stava succedendo era qualcosa di più importante di qualche dilettante allo sbaraglio o di un ballo con la stella del momento. I primi missili sono stati lanciati dagli aerei francesi, seguiti da quelli americani che, a loro volta, sono stati seguiti da quelli inglesi. L’Italia, che pur fa parte delle forze alleate contro la terra di Gheddafi, per tutto il primo giorno di guerriglia ha precisato che non attaccherà con aerei italiani i territori libici. Intanto sui cieli della Sicilia, della Puglia, della Campania e della Sardegna, i primi aerei si vedono volare. Ero fuori dalla finestra per riprendere la luna, che ieri appariva ai nostri occhi più grande per via del perigeo lunale, quando sono stato sopraffatto dal rumore di un elicottero militare che volava a bassa quota nei cieli di Palermo. Vi confesso che aver visto tutto ciò mi ha impaurito perché, benché durante tutto il giorno guardassi le immagini di Rai News24, ancora non avevo presente come il nostro paese  fosse così dentro a questo inferno. Nella notte, per l’esattezza alle 2 di notte italiane, gli inglesi bombardano, mentre gli aerei spagnoli arrivano in Sardegna e la tv libica continua a trasmettere a ripetizione il messaggio audio di Gheddafi che minaccia l’occidente. Poco dopo le 2 e mezza tutto tace, giunge la notte.


 Domenica 20 Marzo 2011
A Napoli arrivano gli aerei pronti per partire verso la Libia. L’Italia decide di entrare in guerra alla pari dei suoi alleati e di attaccare. Su Trapani non circolano più voli civili, che vengono indirizzati verso nuovi scali. Secondo giorno di battaglia. Noi ci siamo completamente dentro.



I Corti - Passeggero



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Un nuovo mondo - Quarantatreesima Puntata

Prologo
Mai mi sarei aspettato, viste le visite e visti i commenti, che la cosa che vi piace meno nel blog attualmente, secondo il sondaggio che resta aperto ancora per 7 giorni, fosse proprio Un nuovo mondo. Che questa debba essere l'ultima stagione del racconto a puntate? E pensare che avevo iniziato a scrivere già le puntate di settembre...
Cmq intanto oggi c'è la 43^ puntata di questa serie che FINALMENTE vi farà scoprire cosa si sono detti Daniel e Manuel dopo l'esame e le reazioni che ne sono seguite, senza dimenticare Fabrizio che...
Buona lettura a tutti (?) ^_^
Fra'

Nelle puntate precedenti

Sono passati diversi mesi dalla sera in cui Andrea ha confessato di aver tradito Fabrizio, ma quest’ultimo non riesce a dimenticarlo, lo ama ancora. Intanto ha deciso di dedicarsi completamente al primo esame all’università. L’esame in questione è quello di Psicologia della salute, la materia insegnata da Manu che continua ad essere il principale motivo del malessere di Daniel.

Fabrizio incontra Simone e quest’ultimo lo invita a passare la sera dal suo pub e dopo un po’ di titubanza, accetta. Qui Simone risulta essere un po’ pesante nell’atteggiamento, tanto da spingere Fabrizio ad andarsene, ma bloccato da Simone scoppia tirando fuori tutto il suo dolore.

La mattina dopo i Fabrizio e Daniel si all’università e in aula Manu fa un discorso a tutti gli studenti che si sono assentati, anche se era rivolto nelle intenzioni a Daniel. Finita la lezione, i due amici vanno a prendere un caffè e incontrano Manu e il suo amico Ale. Qui nasce una discussione generata da una battuta dei due insegnati e quando i ragazzi si avviano all’uscita, vengono fermati da Manu che chiede a Daniel due minuti per parlare. L’insegnate si scusa con il ragazzo e gli confessa nuovamente il suo amore chiedendogli di aspettare fino al giorno dell’esame per poter così stare finalmente assieme, ma Daniel prende in malo modo le parole di Manu e va via, lasciando il ragazzo in asso. Questi torna a sedere accanto ad Ale, i lquale si scusa per l’accaduto e gli propone di uscire assieme dato che nel pomeriggio sarebbero arrivati gli amici Carlo e Giorgio. La sera Fabrizio convince Daniel ad uscire e insieme vanno al pub di Simone e una volta arrivati Pedro corteggia Daniel,il quale sembra intenzionato a tutti i costi a dimenticare gli ultimi mesi e così, dopo esser andato via e aver lasciato Fabrizio a casa, torna al locale e passa la notte con Pedro, ma se ne pente subito dopo, inoltre non sa che Manu l’ho visto. Infatti il professore e i suoi amici erano al pub di Simone, per cui sembra avere un debole Ale, ma vedendolo arrivare Manu supplica gli amici di andare a via e vanno a ballare, ma quando la serata finisce, il professore passa di nuovo dal pub vedendo Daniel salire sulla moto di Pedro.

Passano alcuni giorni e arriva puntuale il giorno dell’esame che va bene e alla fine Manu chiede due minuti per parlare con il ragazzo di cui è innamorato.




Quarantatreesima puntata

Daniel

- Che cos’hai, perché sei così nervoso? – mi chiede Manu non appena rimasti soli.

- Niente, sono ancora incredulo per il voto

- Te lo sei meritato. Sei stato eccellente. Comunque ti ho chiesto di restare due minuti qui, perché ci tengo a passare tutti i miei giorni accanto a te. Da quando sei entrato nella mia quotidianità, hai portato una ventata di gioia, di serenità, di benessere che non provavo da tempo. Solo il pensarti mi fa provare un’energia nel corpo che mi fa sentire vivo.

- Ma… io…

- Lo so, lo so. Non mi sono comportato bene con te, anzi diciamo la verità sono stato un verme, un vigliacco che s’è fatto prendere dal panico e per paura di crearti problemi con l’università, con i colleghi, ha pensato di evitarti, anche se alla fine non ci sono riuscito. Quando ti ho visto in discoteca quella sera non riuscivo a crederci. Eri bellissimo. Avevi la stessa aria smarrita che avevi l’estate scorsa. I tuoi occhi, curiosi di scoprire chissà che cosa, mostravano però una paura dettata dal non conoscere completamente l’ambiente che ti circondava. Avevo bevuto e ho perso il controllo che mi auto impongo solitamente e sono venuto da te. Come quella sera in cui ho scoperto la tua bellezza, il tuo corpo, la tua anima pura e dolce, mi sono lanciato per possederti di nuovo fra le mie braccia. Gridare che ti amavo è stato così naturale e spontaneo perché lo penso davvero. Io ti amo, ti ho sempre amato sin da quella notte d’estate, ma quando la mattina mi sono svegliato e mi sono reso conto di aver perso il controllo. Il cacciarti mi sembrava la cosa giusta da fare. Lo so! Potevo reagire diversamente come tu stesso mi hai detto tempo fa al bar, ma io sono così! Quando mi prende il panico non riesco a ragionare come si dovrebbe. Mi sono sentito morire…

- Basta, non continuare…

- Perché? Ä– giusto che tu sappia che non ho voluto mai prenderti in giro…

- SONO ANDATO A LETTO CON UN ALTRO!

- Lo so!

- Co- cosa?

- Ti ho visto. Quella sera ero pure io lì. Quando sei arrivato al pub con Fabrizio, mi sono fatto prendere dal panico e sono andato via, ma a tarda notte sono passato di nuovo dal pub e ti ho visto salire sulla moto di quel ragazzo e…

- Mi dispiace…

- No, non ti scusare. Se hai fatto un gesto del genere è perché io in qualche modo ti ci ho portato. Ti ho stressato negli ultimi tempi con i miei modi di fare e sfiderei anche il più forte a non farsi prendere dallo sconforto. Non ti scusare, non c’è l’ho con te.

- No, mi hai frainteso. Quello che volevo dire è che…

- So benissimo cosa vuoi dire, non c’è bisogno che continui ad aggiungere altro…

- STAI ZITTO!

- Co-cosa?

- Ė tardi non lo capisci? Questi ultimi mesi sono stati davvero difficili. Ogni giorno venivo a lezione per incontrarti, sperando in un tuo gesto, in un tuo cenno e invece ogni volta tornavo a casa sconfitto più che mai. Poi mi hai detto che mi ami, poi mi hai cacciato, poi di nuovo a giurarmi il tuo amore. Adesso mi dici che mi hai visto mentre andavo a casa di Pedro e te ne prendi le colpe.

- Sì, perché…

- Così non ce la faccio, mi dispiace. Io ti amo, ma adesso è troppo tardi. Mi sono accorto l’altra sera di aver toccato il fondo e per colpa tua. L’amore per me è gioia e serenità. Ä– svegliarsi la mattina e incrociare lo sguardo di chi si ama, con te invece ho imparato che l’amore, così come lo intendevo io, non esiste.

- Invece sì che esiste!

- Se è così, allora ho bisogno di capirlo da me, ma non adesso. Mi dispiace Manu, ma ora è tardi.

- Ma… ma perché?

- Perché credo sia giusto per entrambi capire bene quello che abbiamo fatto e risanare le ferite che ci hanno lacerato dentro. Ora scusami, Fabrizio mi aspetta. Ciao

- Daniel ti prego… Non voglio perderti e farò di tutto per riconquistarti - e sentendo queste sue parole mi avvio in silenzio alla porta, dove ad aspettarmi c’è Fabrizio che vedendo la mia faccia, non chiede nulla. Mi mette un braccio sulla spalla e insieme andiamo verso le scale.

- Voglio andare via.

- E dove vuoi andare? – chiede Fabrizio

- Non lo so, ma lontano… almeno per qualche giorno.

- Credi sia la soluzione giusta?

- Non lo so, ma lo sai, quando sono sotto stress ho bisogno di allontanarmi.

- E come farai con le lezioni? Settimana prossima partono quelle del secondo semestre.

- Se per te non è un problema, potrei usare i tuoi appunti.

- Lo sai che non ci sono problemi. E quando vorresti partire?

- Domani farò tutto e così dopodomani sarà già in viaggio

- Questa è una vera e propria fuga. – e resta in silenzio guardando il pavimento della facoltà. – Comunque dato che parti, domani sera dobbiamo andare a festeggiare questo 30 e lode.

- Su questo ci puoi giurare.

- Bene.


 
Fabrizio

- Ciao Daniel, allora ci sentiamo per domani e cerca di stare tranquillo e chissà se domani non mi faccio prendere dalla follia e parto con te.

- Sarebbe bellissimo.

- Ci penserò. Dai vado, Carla non vede l’ora di strapazzarmi.

- D’accordo. A domani.

- Ciao – e raggiungo il cancello d’entrata.

- Fabrizio.

- E tu cosa ci fai qui?

Continua…


 


Poco più di un anno fa -
Diario di un porno divo







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