Le cronache di P - Date a Cesare ciò che è di Cesare

Anteprima
Oggi è il primo mercoledì del mese e come ormai sapete è il giorni delle cronache di P che questo mese ci accompagnano alla scoperta di uno dei personaggi storici più famosi di tutti i tempi, ossia Giulio Cesare. Lo conosceremo sotto alcuni aspetti che spesso non vengono affrontati da  chi si occupa del conquistatore.
Francesco Sansone



Date a Cesare ciò che è di Cesare

Ben ritrovati in questo nuovo appuntamento mensile con le storie di alcuni dei personaggi che hanno fatto grande la loro vita con le loro gesta e le loro arti, tramandate fino a noi dalla storia o dalla letteratura. Oggi, tramite il mio girovagare nel web, vi scriverò di un uomo grande tanto quanto l’impero che ha disegnato, grande nelle gesta che ha intrapreso, grande perché ha saputo enfatizzare nella sua vita con alternanza tutte le sue doti positive e anche negative. Nell’accezione cui siamo soliti parlare di queste personalità, oggi dedico questo articolo a Giulio Cesare,un conquistatore di terre e di amanti, uno stratega nell’arte della guerra e anche nella vicende sentimentali, un grande uomo a dire della storia che se ne parli bene o male, ed anche visto che siamo qui a scrivere di lui, un personaggio bisessuale per alcune vicende che sono accadute nella sua vita.
Nasce nell’anno 100 a.C. in una famiglia di origine patrizia ma non tale nel periodo in cui egli visse forse anche per questo la sua ascesa politica fu cosi travagliata; il suo operato si sposa con ideali democratici, ideali che non tradirà a quanto pare mai, scagliandosi con le idee rapaci del Senato romano. Pochi davvero non conoscono il lato di grande condottiero e conquistatore di Cesare e di come abbia saputo portare la gloriosa città di Roma, poi divenuto Impero, a confini inimmaginabili. La sua cultura bellica era stata coltivata dallo zio Gaio Mario che ne ha fatto l’uomo che poi è diventato anche se l’apice della sua ascesa politica vera e propria si avrà alla fine della sua stessa vita. Educato da Marco Antonio Gnifone diventò anche un illustre scrittore e non disdegnava la poesia.

Di Cesare sappiamo che è stato un grande stratega della guerra; anche se molto spesso si ritrovava a combattere in inferiorità numerica le sue campagne per estendere i domini di Roma, è molto spesso riuscito a riportare un numero esiguo di vittime nelle sue truppe a differenza di quelle nemiche che venivano inevitabilmente decimate ed anche in alcune occasioni in cui sembrava dovesse venire sconfitto dagli eventi e dalla forza avversaria, è riuscito più di una volta a spingere l’antagonista a fare le mosse previste per ribaltare la situazione della campagna.

Ma occupiamoci del Cesare innamorato, o quanto meno della sfera sentimentale di questo grande uomo dell’Impero romano. A quanto pare l’imperator ha avuto nel corso della sua vita quattro mogli e si crede non perché i sentimenti nell’animo di questa personalità complessa cambiassero, quanto perché le donne scelte erano collegate a personalità importanti nel contesto utili a Cesare per accumulare potere e riuscire nella scalata che lo porterà ad assumere le cariche massime istituzionali di quell’epoca. E quindi le donne che gli hanno fatto compagnia nell’arco della sua vita hanno tutte ricoperto il ruolo di mogli seppur cornificate; Cossuzia, Cornelia, Pompea e Calpurnia.

Ma oltre queste donne che portavano con se una grande “dote” o degli agganci politici forti, Cesare ebbe anche moltissime amanti. La storia ricorda una tra tutte per importanza; Cleopatra co-reggente dell’impero d’Egitto, donna affascinante e superba conquistò il cuore di Cesare e con lui passò molto tempo quando il condottiero si trovava nelle terre della regina per estendere i confini dell’Urbe anche in quelle zone. Del vizietto del conquistatore a quanto pare ve ne è anche prova da alcuni motivetti cantati dai soldati al ritorno dalle campagne. Era consuetudine che al ritorno da campagne vittoriose soldati e Generale, che stava a capo del corteo, rientravano in città disarmati; dietro il Generale il resto delle truppe intonava motivetti schernitori verso di lui, l’usanza voleva avvenisse ciò per evitare che potesse peccare di presunzione e montarsi la testa. In giro per il web ne ho trovati due a quanto pare i più famosi, uno in cui si elogiavano le doti di amatore di un Cesare però calvo, e proprio perché si parlava della sua calvizia, nascosta meticolosamente dai riporti che usava farsi, questo era un motivetto che Giulio Cesare detestava.

L’altro motivetto invece lo glorificava per aver sottomesso le Gallie tornando a Roma trionfante, paragonandolo alla sottomissione di Cesare nei confronti di Nicomede che però al contrario non ha trionfato per nulla. Su questo motivetto Giulio Cesare non ebbe mai niente da ridere o non si scomponeva più di tanto, ma è proprio questa canzonatura che ha portato ad alcune ipotesi su una probabile storia tra Cesare e Nicomede re di Bitinia. Si narra infatti che all’età di sedici anni Giulio Cesare fosse sotto il comando di Marco Termo e fu spedito in Bitinia per richiedere delle navi che aiutassero i romani nella riconquista dell’isola di Lesbo; arrivato in quelle terre il suo fascino fece breccia nel cuore del re Nicomede che di bei ragazzi era intenditore e se lo prese a corte. In futuro Cesare a quanto pare ritornò dal sovrano con una scusa. Questa storia circolò cosi tanto che gli avversari di Cesare chiamavano questo con l’appellativo di “regina di Bitinia”. Ma di questa diceria(o forse non tanto diceria) Cesare non se ne prese mai cura. Tra l’altro si tramanda anche che al conquistatore piacesse comprare schiavi aitanti e forti, notizia che molti collegano alla bisessualità del dictator. Nell’antica Roma del resto l’omosessualità non era motivo di scandalo o notizia particolarmente rilevante, anzi passava del tutto inosservata. Per il tipo di società che si era venuta ad instaurare solamente chi subiva passivamente l’atto sessuale era ritenuto riprovevole a quel tempo e poteva essere punito con una multa a quanto pare se veniva colto in flagrante. Con un pensiero del genere radicato nella comunità non deve quindi stupire un Cesare che si abbandona tra le braccia di un re o affascinato dalla bellezza maschile; una personalità poliedrica, magnifica e poliedrica anche nei sentimenti(o comunque nelle relazioni).

Al prossimo mese con un altro personaggio da riscoprire

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