Un nuovo mondo - Ventisettesima Puntata

Nelle puntate precedenti

Fabrizio e Andrea hanno sostenuto il test d’ammissione all’università, ma solo Fabrizio è riuscito ad entrare nel corso di laurea. La sera parlandone con Luca, questo propone ad Andrea di fare un colloquio presso il negozio in cui lavora. Finita la cena i due fidanzati tornano a casa, ma Fabrizio avverte che in Andrea qualcosa non va.

La mattina del colloquio Luca va da Andrea facendogli notare il suo atteggiamento sbagliato nei confronti di Fabrizio. Arrivati al negozio Luca e Andrea parlano con Matteo, il responsabile del negozio, che lo assume subito e il ragazzo così inizia a lavorare dovendo restare anche dopo la chiusura per pulire il negozio.

Intanto Fabrizio riceve la visita inaspettata di Daniel, suo ex compagno di squadra, che gli comunica di esser entrato pure lui nella facoltà di psicologia e gli propone di andare a seguire le lezioni assieme. Continuando a parlare Daniel gli rivela che durante la sua estate ha avuto il suo primo rapporto sessuale con un ragazzo di cui ha perso le tracce e a cui non riesce a non pensare e Fabrizio gli racconta tutta la sua verità le sue recenti preoccupazioni.

Il primo giorno di lezione, dopo che sono stati avvisati che la lezione è stata posticipata di un’ora, vanno al bar. Qui Fabrizio tenta di chiamare Andrea, ma non ci riesce. Tornato in aula incontra un ragazzo che si rivela essere il suo insegnate e quando anche Daniel ritorna in classe riconosce nel professore Manu, il ragazzo conosciuto quella sera d’estate.

- Ah Daniel ti presento il …

- Manu

- 4 bianchi?

Un nuovo mondo


Locandina realizzata da Giovanni Trapani. Tutti i diritti riservati



Ventisettesima Puntata

Daniel

Da quando sono rientrato dalle vacanze non riesco a togliermi dalla testa quella serata che mi ha fatto prendere coscienza della mia omosessualità e che mi ha fatto perdere la testa per quel ragazzo. In più ogni volta che ci penso mi ripeto di essere stato un cretino a non chiedergli il numero di telefono. Ė vero sono ritornato il giorno dopo a cercarlo, ma quando il suo amico mi ha detto che era dovuto partire all’improvviso tutte le mie speranze di rivederlo, erano svanite nel nulla. Avendo solo il suo nome come unico dato, non mi è stato facile rintracciarlo. Su facebook non è così semplice reperire qualcuno scrivendo solo Manu. Mi sono apparsi migliaia di persone, ma nessuna di loro era lui. La mia angoscia ormai aveva preso il sopravvento su di me. Solo quando ne parlai con Fabrizio, mi sentii un po’ più sollevato. Le sue parole “Vedrai Daniel se è destino vi ritroverete”, mi hanno ridato una sorte di speranza, anche perché dentro di me, sapevo che lui era il mio destino. Lo so può sembrare strano considerando come è avvenuto il nostro incontro, ma non tutte le favole iniziano con il “c’era una volta”.

E adesso dopo tutto questo malessere me lo sono ritrovato di fronte a me, così all’improvviso e non sapevo cosa fare o dire.

- Manu sei tu? Cosa ci fai qui? Segui pure tu questo corso?

- Beh, veramente … sono il titolare della cattedra!

- Cosa? Non è possibile?

- Perché mai?

- No, no, non mi fraintendere. Non voglio mettere in dubbio le tue competenze, dicevo solo …

- Bene, allora non aggiunga altro e vada a posto con il suo amico. La lezione sta per iniziare.

- Cosa?

- Ha problemi di comprendonio, o ha ancora qualche residuo di 4 bianchi in corpo?

- No, no, ho capito bene. Mi scusi, ma non posso restare a seguire la sua lezione oggi. Non mi sento bene

- Faccia come crede. Le ricordo che all’esame si arriva solo tramite il 75% di presenza a lezione.

- Sì! Grazie per avermelo detto professore, ora mi scusi devo andare, mi scusi ancora. Mi scusi – e detto questo ho lasciato l’aula correndo fuori.

- Daniel aspetta, ti prego non correre così forte. - Sentendo la voce di Fabrizio mi sono fermato.

- Non dovevi lasciare l’aula, è importante che tu segua la lezione

- Ė stato il professore a mandarmi da te e mi ha detto che ritarderà ancora di dieci minuti l’inizio della spiegazione per darti il modo di riprenderti.

- Come faccio a rientrare in classe Fabri’? Ti rendi conto che lui è Manu. Il ragazzo con cui ho fatto sesso e di cui mi sono innamorato?

- Lo so deve essere difficile

- No! Ė molto più che difficile … e poi il tono con cui mi ha parlato, l’hai sentito? Era quasi infastidito dalla mia presenza.

- Non dire sciocchezze. Quando ti ha chiamato “4 bianchi” il suo tono era piacevolmente sorpreso.

- Sì però poi hai sentito come mi ha parlato?

- Forse perché siamo qui, all’università, e lui è un insegnate.

- Dici?

- Altrimenti perché mi avrebbe mandato da te?

- Forse hai ragione

- Questo non lo so, ma di certo so che dobbiamo rientrare in classe. – E con queste parole di Fabrizio, mi sono fatto coraggio e sono rientrato in classe. Nel rincontrarlo l’ho fissato negli occhi e ho avuto l’impressione che pure lui mi stava fissando e con uno sguardo contento.

- Bene Signori, siamo tutti? Vi chiedo scusa se ho dovuto rimandare la vostra prima lezione di un’ora, ma ho avuto un po’ di problemi recentemente che ancora mi occupano del tempo. Sta di fatto però che non si verificheranno più di questi disguidi. Nel caso in cui dovessero esserci dei problemi ve lo comunicherò in tempo in maniera di trovare un giusto compromesso fra i nostri reciproci impegni. Detto questo vi do il benvenuto al corso di psicologia della salute e vi dico subito che seppure mi ronzerete attorno come mosche offrendomi la qualsiasi o facendo un’ottima tecnica di “lecchinaggio” queste non vi daranno agevolazioni all’esame a cui si arriverà solo avendo assistito al 75% delle lezioni. Infatti ogni volta dovrete firmare questo foglio che vedete alla cattedra sia all’entrata che all’uscita.
Perfetto, ho detto tutte le cose importanti che vi dovevo dire, ora possiamo passare a darvi una prima infarinatura sulla materia. – e dicendo questo si è avvicinato a me con il foglio in mano – Lo firmi e poi lo faccia passare. L’ultimo che avrà firmato, me lo porti in cattedra. – Passandomelo le nostre mani entrarono in contatto e ho sentito un brivido lungo la schiena. Lui l’ha tirata via subito e ho notato un certo imbarazzo, anche se in viso c’era la stessa aria che avevo notato quando sono rientrato.



Finita la lezione ho chiesto a Fabrizio di alzarci per ultimi in maniera tale da firmare il foglio alla fine e così quando tutti erano già fuori ci siamo avvicinati alla cattedra.

- Io ho fatto, ti aspetto al bar e intanto cerco di parlare con Andrea.

- Ok, io arrivo subito.

- D’accordo

- Professore?

- Sì? – mi ha risposto alzando la testa

- Ecco il foglio con le firme.

- Lo lasci pure lì e vada pure

- Io però …

- Cosa vuole? Ha dei dubbi sulla spiegazione di oggi?

- No, è che ..

- Allora se è così vada pure. Ho delle cose da fare.

- Capisco, mi scusi allora.

- Non si preoccupi

- Arrivederci – e mi sono avviato verso la porta.

- Ha fatto bene a rientrare oggi. Ricordi che ci sono delle priorità nella vita e niente e nessuno deve ostacolarle. Ricordi, niente e nessuno.

- Che cosa vuole dire?

- Che forse deve dimenticare tutti i pensieri o possibili ricordi quando entra in classe e concentrarsi solo sulla lezione.

- Ma le sembra così facile? Forse per lei sì, ma per me non lo è. – e mi avvicinai a lui – Forse per te sono stato una delle tue scopate estive, ma per me sei stato il primo con cui ho fatto sesso e il primo di cui mi sono innamorato. Non ho fatto altro che pensarti e sognarti e ora che ti ho di fronte tu mi dici ‘ste cazzate? Che scemo che sono. – e senza aggiungere altro, mi sono girato e ho lasciato la stanza

- Allora che succede? . mi ha chiesto Fabrizio

- Succede che sono un coglione.

- Non dire così – e dicendolo mi ha abbracciato. Ė sempre stato dolce con me in questi giorni benché sia passando un periodaccio, sono davvero felice di averlo ritrovato.

- E tu sei riuscito a parlare con Andrea?

- No, ma uscito dall’aula, ho accesso il telefono è ho ricevuto un suo sms in cui mi diceva che neppure oggi ci vedremo, ha troppo lavoro e il capo non gli lascia un minuto di respiro.

- Mi spiace.

- Non ti preoccupare.. dai ti offro un caffè, così ci riprendiamo un po’

- E sì, ci vuole proprio

Al bar rincontriamo Manu, il quale si gira quando sente qualcuno che lo chiama. Era il suo amico Ale, il quale, dopo aver ascoltato qualcosa farfugliatogli, mi ha guardato per poi bisbigliare qualcosa anche lui. Dopo di che se ne sono andati via.

- E quello chi è?

- Il suo amico

- Lo conosci?

- Sì, era pure lì quella sera

Continua…