Un nuovo mondo - Nona Puntata

N.B. La decima e decisiva puntata vi aspetta mercoledì.

Nona Puntata


- Se me ne sono andato in quella maniera è perché non sapevo che dire. Per la prima volta da quando ti conosco, mi sentivo in imbarazzo con te. Quello che è successo ha cambiato le cose, ha cambiato noi.


- Appunto per questo avrei voluto parlare con te con la stessa semplicità di sempre, con la stessa semplicità in cui ci siamo… avvicinati. – Stavo per dire amati, ma poi improvvisamente mi sono sentito quasi impaurito da quella parola e così, dopo tre secondi di silenzio, cambiai parola.


- Lo so hai ragione, ma non è stato facile per me


- E credi che per me lo sia stato? Cosa credi che è una cosa che faccio tutti i giorni? Anche io ero spaventato. Sono spaventato. Da un momento all’altro si è aperto in me un nuovo mondo che mai avrei immaginato potesse accadere e mentre assaporavo i primi odori di tutto ciò, con una felicità in corpo che non ho mai provato, tu mi hai buttato in un baratro fatto di dubbi e paure. In più, dopo essertene andato, non ti sei fatto vivo per tutto il resto del giorno e oggi quando ci siamo visti eri lì, impassibile come sempre, pronto a negare tutto, pronto a rinnegare me.


- Non ho mai rinnegato te.


- No! Lo hai fatto, lo hai fatto! – dissi alzando la voce e alzandomi in piedi, posizionandomi di fronte a lui con il viso in fiamme e gli occhi lucidi. – Ho passato tutto il pomeriggio di ieri e tutto oggi a pensare che fossi stato io a farti fare quelle cose e che ritenendomi il colpevole, non mi avresti più parlato.


- No, ma che dici?


- La verità. Ti racconto io la mia verità adesso. Negli ultimi periodi in me è cresciuta una confusione. Non capivo cosa fosse, ti guardavo con occhi diversi e pensavo che fosse sbagliato, ma allo stesso tempo avvertivo che pure in te ci fosse qualcosa di diverso dal solito, ma tu con il tuo solito modo di fare, prima mi facevi credere questo e poi mi facevi tornare sui miei passi e a credere che stessi fraintendendo tutto. Anche quella volta in cui ci masturbammo con Massimo e noi venimmo assieme. Quando hai raggiunto l’orgasmo e mi hai schizzando, mi hai sorriso e il tuo sguardo non era quello di sempre, aveva una malizia, una complicità diversa, ma poi tutto finì e tu sei tornato quello di sempre, mentre io mi dicevo di non fraintendere tutto. E quando poi è successo quello che sai, ero felice, perché finalmente avevo capito che non avevo mai frainteso nulla. Una felicità che mi ha spinto a dirti senza rendermene conto ti amo mentre ti eri riaddormentato. Ma poi te ne sei andato via e in me è tornata la paura, e ora tu mi vieni a dire che non mi hai rinnegato? Che non mi hai mai usato? Che non volevi? Be’ invece lo hai fatto. – Dissi tutto d'un fiato, mentre il mio volto era sempre più rosso e il cuore mi batteva forte. Avevo rivelato ad Andrea tutta una serie di cose che mai prima avevo detto a nessuno, nemmeno a me. Restai a guardarlo. Lui era rimasto seduto con il capo chino verso il pavimento. Non disse nulla. Decisi di accendere una sigaretta e, girandomi di spalle, mi indirizzai verso la porta e tra un tiro e l’altro fissavo l’orizzonte. - Poi mi spieghi tutti quei io ti… interrotti cosa significavano? Ben due volte stavi per dire qualcosa, ma in entrambe le occasioni ti sei fermato. Ora ti chiedo di dimmi cosa volevi dire, me lo devi. – Gettai la sigaretta e mi rigirai verso lui. Mi piegai sulle ginocchia e con la mano gli alzai la testa, facendo modo che il suo sguardo si scontrasse con il mio. – Forza parla! – Mentre lo dicevo vidi per la prima volta il viso di Andrea segnato dalle lacrime.


- Fabrizio io … io …


Continua …