Un nuovo mondo - Quinta puntata

Quando aprii gli occhi, non avrei mai immaginato di vedere Andrea nudo di fronte a me che sussurrava di svegliarmi. Rimasi fermo a fissarlo mentre lui mi diceva che era giunta l’ora di alzarsi.


- Che ci fai nudo? – Gli chiesi ancora addormentato


- Aspettavo che ti svegliassi- e mentre lo diceva mi fissava sentendo premere sul mio bacino il suo membro eretto.


- Sì? E perché cosa dobbiamo fare?? Ė domenica oggi.


- Appunto è domenica- e dicendo questo, sollevò le lenzuola e con delicatezza mi tolse gli slip. Restammo in silenzio a fissarci. Il cuore mi batteva forte, ero eccitato, ero contento, ero semplicemente meravigliato. Il mio migliore amico e io eravamo su di un letto tutti nudi, pronti a fare un’esperienza che mai avrei immaginato. Sentii nascere in me qualcosa nel petto, un bruciore fra le costole che mi faceva vibrare. Ė forse questa la felicità? – Io ti… - mi disse di nuovo quel “io ti..” interrotto. Ho avuto l’impressione che volesse dirmi “ti amo”, ma forse aveva paura di farlo. Si stese su di me, mi baciava con furore, sentii i suoi capelli strusciare contro la mia fronte e non riescivo a capire bene quello che sta avvenendo.


- Girati! – mi disse e io non mi feci ripetere due volte quell’invito. Sentii la sua lingua sul mio ano salire e scendere sentendo salire un fremito che mi fece affondare la testa sul cuscino. Ad un certo punto sentii la punta del suo pene farsi spazio dentro di me. Mi irrigidii, ma mi sussurrò di stare calmo mentre continuava a inserire il suo pene. Alla fine ci riuscì. Il movimento di Andrea si faceva sempre più veloce, mentre la mia testa affondava sempre di più sul cuscino e il mio pene si faceva sempre più duro e caldo. Mi girò e mettendosi le mie gambe sulle spalle inserì di nuovo il suo pene in me. Mi diceva di non chiudere gli occhi e di guardarlo e così feci. Lui mi fissava, ma non come al solito, ma con passione. Uscì il pene e dopo due colpi con la mano mi venne sul corpo. Il suo seme era caldo tanto da farmi avere un brivido. Il mio pene era ancora duro. Allungai la mano per iniziare a masturbarmi, ma lui la scostò e facendosi spazio si posizionò all’altezza del pene e dopo essersi bagnato la mano e essersela passata sull’ano, si appoggiò sul mio pene e dopo alcuni movimenti fui in lui. Era lui che si muoveva su e giù e quando gli dissi che stavo per venire, lui non si spostò dicendomi “Vieni in me”. Non appena lo disse, il mio seme uscì in un schizzo veloce. Dopo di che si lasciò andare su di me e mi disse “Buona domenica”.


Restammo così un bel po’. Non ci dicemmo nulla. Lui si addormentò, mentre io restai sveglio a pensare a quei due giorni e, senza quasi accorgemene, gli dissi “ti amo”.


Lo svegliai verso l’una, dicendogli se volesse mangiare. Lui senza dire nulla si alzò, andò in cucina tutto nudo e cominciò a cucinare.


- Dai non ti preoccupare, cucino, io.


- Da quando cucini tu?


- Be', pensavo che fossi stanco


- No!


Ci mettemmo a tavola guardando senza convinzione la signora della domenica bislacca. Io lo fissavo ma lui non diceva nulla. Finito di mangiare mi disse “vado a farmi la doccia”. Io restai in cucina a rassettare. Mentre lavavo i piatti lo vidi spuntare vestito e con il giubbotto addosso e mi disse


- Io vado, ci vediamo domani


- Ma dove vai?


- A casa!


- Ma come?


- Come, come?


- Sì, cioè.. da quando ti sei svegliato non hai detto nulla e ora te ne vai?


- Cosa dovevo dire? Dai vado... ci vediamo domani agli allenamenti.


- Andrea non puoi andartene. Dobbiamo parlare di quello che è successo


- E cosa è successo?


- Come cosa?
- Dia vado e non ci pensare. Abbiamo solo giocato. A domani – e così dicendo uscì, lasciandomi in asso e non sapendo cosa dire o pensare.


Il giorno dopo prima di arrivare agli allenamenti, mi sentivo strano e così …


Continua …